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Simenon, il genio oltre Maigret

Venerdì 19 Gennaio 2018, Una lacuna non aver mai letto Simenon, il genio che ha scritto 75 gialli con il suo protagonista più noto, Maigret, che riserva autentiche chicche anche in romanzi fuori dalla serie. 
IN questa recensione vi parlo di "Lettera al mio giudice" la lunga e a tratti delirante confessioni di due delitti che l'uomo in questione ha progettato. 
La giovane amante Martine e se stesso. 
Un romanzo giallo che indaga la spirale della mente che conduce nel vicolo buio della violenza contro le donne.
Il ruolo della madre nella vicenda particolarmente significativo. 
Da leggere e da ascoltare la recensione scritta e letta da me

 
 

La lettura di "Lettera al mio giudice" di Georges Simenon ha colmato una lacuna intollerabile. Me ne rendo conto solo adesso che ho portato a termine questo straordinario romanzo, uno di quelli che mi hanno colpito di più negli ultimi anni.

Credo di non aver mai letto nulla di Simenon per una sorta di pregiudiziale. In effetti leggo pochi gialli e quei pochi che leggo, a parte l'immensa Agatha, li leggo di autori contemporanei.

Non chiedetemi perché, non c'è nessuna ragionevole ragione :)

Dunque non ho letto di Magret e non so nulla di lui. Qualche sera fa, ascoltando Rai Teche, ho intercettato la lettura di uno dei numerosissimi romanzi con protagonista il commissario, non ricordo nemmeno più il titolo. Mi ha affascinato così tanto la scrittura semplice e immediatamente percepibile di Simenon che sono corsa a cercare qualcosa che avesse scritto lui.

Potevo cominciare dalla serie poliziesca più amata?

Eh no, dovevo leggere qualcosa di differente ed ecco apparire sulla mia app Audible (io sono un'appassionata di audiolibri, ve l'ho raccontato qui) "Lettera la mio giudice" e via, in un attimo l'ho scaricato e divorato.

Avevano ragione gli amici che mi avevano messo sull'attenti con questo autore

Quando comincerai a leggere, non riuscirai più a staccarti

E avevano ragione.

D'altronde, è uno degli autori più prolifici del mondo.

Sono settantacinque i polizieschi dedicati al suo personaggio più amato, ma ne ha scritti almeno un'altra decina o più su altri temi anche molto distinti tra loro.

Tutti sono accomunati da una caratteristica che amo molto; la caratterizzazione dei personaggi e la loro veridicità e semplicità.

Sono psicologici, indagano la mente e la razionalità umana, ma anche la sua dimensione dell'istinto.

Ed è proprio questa parte oscura che per Simenon è la causa prima del delitto.

Ho amato ogni passo de "Lettera al mio giudice", che ha avuto il pregio di indagare con spietata crudezza e autonomia di pensiero la vita di un maschio del secolo scorso, borghese, affermato, padre di famiglia, che a poco a poco scivola in un incubo che lui stesso si è costruito e da cui non vuole uscire.

Ci immergiamo passo a passo nell'ossessioni di Charles, che sceglie di raccontarsi in una lunga e a tratti delirante lettera al suo giudice, a colui che lo ha giudicato colpevole di un delitto efferato, ragion per cui si trova ora in carcere.

La trama

Lettera al mio giudice narra la vita di Charles, medico di campagna, sposato con due figlie e un madre molto presente, che interferisce continuamente e subdolamente con la sua vita famigliare.

Spinto dall'ambizione materna, che tutto conosce di lui e tutto tace, Charles si trasferisce in città e comincia a collezionare sempre più pazienti, per diventare un medico ricco e famoso.

La sua vita trascorre lineare e perfino noiosa, fino all'incontro con Martine, una giovane donna che vive di attenzioni altrui e che Charles ha conosciuto in un bar in un giorno di poggia.

Martine si lascia sedurre da quell'uomo maturo e benestante che desidera soggiogarla, giorno dopo giorno, sempre di più.

Anche la sua identità è sotto l'influenza di Charles, nel totale disinteresse della moglie, preoccupata solo della rispettabilità e del potere, e nella complicità della madre, sempre pronta a passare come un'ombra dietro di lui a ripulire le tracce del suo pericoloso incedere.

Charles tiene l'amante in una prigione d'oro, con il solo obiettivo di avere su di lei piena legittimità e potere.

E l'avrà, nel modo più orribile.

Ecco l'incipit letto da me

https://soundcloud.com/user-2833959...

La mia recensione

Se mai qualcuno si stesse chiedendo cosa capita nella mente di un uomo che progressivamente sperimenta la violenza contro una donna, sempre più gigantesca, sempre meno controllabile, fino all'ultimo, estremo, atto, ecco che in questo romanzo potrebbe trovare una chiave di lettura importante, onesta e illuminante.

La passione che lo muove agli inizi, la novità, la freschezza della giovane donna, a Charles non bastano più.

Subentra il possesso, la dominazione, la sottomissione di lei, "minuta e arrampicata su alti tacchi", fragile vittima senza futuro.

Il personaggio più significativo per me

È la madre di Charles, ambigua figura che conosce tutte le sue turbe interiori e le protegge, nascondendole e anzi di tanto in tanto procurando lei stessa lievi passatempi con servette o baby sitter, affinché possa sfogare i suoi istinti.

Invisa e diversamente opposta alle due mogli di Charles, la madre le rende entrambe comparse in una famiglia che ha nella coppia madre-figlio il suo asse portante.

 

Una frase che non dimenticherò

Perché io, vede, ho comunque un immenso vantaggio su di lei: ho ucciso.

 

Che sia frutto di una sua esperienza personale di vita? Non è molto importante.

Ciò che importa è approcciarsi a questa storia, che dividerà, le coscienze e le opinioni, senza pregiudizi, godendo di una scrittura pulita e leggera, come la mano di un bravo chirurgo.

Una storia che ho amato dalla prima all'ultima pagina e che ho voluto raccontare anche a voi nella mia rubrica Pillole d'Autore.

Se non lo avete ancora letto, affrettatevi. Non ve ne pentirete.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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