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Se puoi scegliere, scegli di non fuggire

A tutti voi che avete creato le macerie di una città, di una regione e di una nazione, sappiate che avete il nostro perdono, ma per riceverlo c’e’ una “conditio sine qua non”; invece di proporci come unica scelta la fuga e l’abbandono, allungate una mano per aiutarci a ricostruire il paese e forse riscoprirete che l’unica cosa veramente perduta è stata lasciare che il tempo separasse il vostro ieri dal nostro domani, ma vale la pena ricordare che il presente lo stiamo ancora vivendo insieme.

 

La verità è che io sono uno dei fortunati, perché ho sempre potuto scegliere, sarei potuto andare via o potevo restare e tentare di dimostrare in primis a me stesso e poi agli altri che niente è perduto se qualcuno decide e tenta di cambiare le cose.

Chiariamoci non sono, non posso e non voglio diventare esempio per nessuno, né candidarmi ad assumere ruoli che non mi appartengano, ma ci tengo molto a chiarire una cosa; ogni giorno mi capita di incontrare qualcuno che dall’alto dei suoi capelli bianchi, della sua stanca e rassegnata esperienza e con la presunzione di chi non ha il coraggio di credere nel futuro di questo paese e nella forza delle sue giovani generazioni, mi e ci invita ad abbandonare la nave, a fuggire, ad andare via

Quanta rabbia fanno nascere in me uomini e frasi del genere, mi ricordano la vigliaccheria, la cultura del perdente che ha reso questa nostra meravigliosa terra, il luogo perduto che qualcuno che non sa guardare più in là del proprio naso vorrebbe lasciare in eredità a noi.

Io anzi noi, sappiate che non ci stiamo, nello stato presente non abbiamo responsabilità se non quella che ci deriva dal viverlo senza compromessi per cambiarlo, ogni volta che qualcuno ci suggerisce di scappare, guardiamolo negli occhi, compatiamo la sua paura, mostrandogli il nostro coraggio, poi allunghiamo una mano e chiediamogli di avere fiducia in noi.

 

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