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Scuole di serie B per cittadini di serie B

Tempo fa scrissi un articolo sulla necessità dell’Italia di oggi di porre le basi per un “corretto sviluppo e funzionamento della società di domani”. Mi riferivo all’opportunità di mettere in atto delle politiche di integrazione degli immigrati in un paese che si avvia a divenire multietnico. Mi rendo perfettamente conto che a parlare di ciò in Italia sia una ristretta minoranza, visto il clima di intolleranza e di xenofobia che si riscontra in larghe fasce degli italiani e che si riflette nelle leggi e nelle decisioni prese dal governo. Spunto della mia riflessione era il fallimento del modello di integrazione francese, una lezione che sarebbe potuta servire all’Italia per evitare di ripetere gli stessi errori.

Eppure non posso che constatare che purtroppo la lezione, noi italiani, non l’abbiamo imparata e che la nostra scarsa lungimiranza non potrà che condurci verso una società divisa, ineguale e conflittuale. Di nuovo alla Francia penso quando apprendo dai giornali della scuola elementare Radice di Milano e di quella Pisacane di Roma. L’alta concentrazione di immigrati residenti in queste zone si riflette nella composizione degli allievi delle due scuole, nella quasi totalità figli di immigrati. Un fenomeno da tenere sotto controllo non tanto per le esternazioni di insofferenza dei cittadini “italiani”, ma per le problematiche che ne derivano. Le maggiori difficoltà all’apprendimento che possono manifestare questi bambini rischiano di incidere sulla qualità dei loro studi. In altri termini si rischia di creare delle scuole di serie B e con esse dei cittadini di serie B. Quello che purtroppo è successo in Francia.



Una realtà ben descritta dal film di Laurent Cantet "Entre les murs", uscito in Italia nel 2008 con il titolo "La Classe". Un film che consiglio di vedere a chi non lo avesse fatto, perché descrive l’ “altra” scuola francese. Una scuola di e per immigrati di seconda generazione, in cui è impossibile garantire gli standard educativi della scuola francese e che avvia i suoi studenti a un futuro incerto e precario, un futuro di serie B. Separazione territoriale, emarginazione sociale, mancanza di pari opportunità sono i sintomi evidenti di un’integrazione non riuscita, o forse non voluta. Francamente ho smesso di meravigliarmi dei disordini civili che scoppiano periodicamente nelle banlieues, considerandoli una manifestazione esasperata di un disagio e un malessere sociale esistente. Sarà questa l’Italia del domani?


Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.190) 10 ottobre 2009 11:16

    Le sue sono considerazioni minori sui veri malesseri della scuola italiana che dal ’68 in poi è declinata paurosamente arrivando all’infima posizione attribuita da organismi internazionali.
    P.I.S.A. da anni ha già detto (scritto) tutto.
    Mi sa dire dove i "sessantottini", difensori della "SQUOLA pubblica" mandano a scuola i loro figli?
    Per esempio i Veltroni, D’Alema e compagnia cantando!
    Ho vissuto tre anni in Francia e sono arrivato alla seguente conclusione:

    Aux armes, citoyens,
    Formez vos bataillons,
    Marchons, marchons!
    Qu’un sang impur
    Abreuve nos sillons!


    1. Allons enfants de la Patrie,
    Le jour de gloire est arrivé!
    Contre nous de la tyrannie,
    L’étendard sanglant est levé, (bis)
    Entendez-vous dans les campagnes
    Mugir ces féroces soldats?
    Ils viennent jusque dans vos bras
    Egorger vos fils et vos compagnes!

    Refrain:
    Aux armes, citoyens,
    Formez vos bataillons,
    Marchons, marchons!
    Qu’un sang impur
    Abreuve nos sillons!


    2. Que veut cette horde d’esclaves,
    De traîtres, de rois conjurés?
    Pour qui ces ignobles entraves,
    Ces fers dès longtemps préparés? (bis)
    Français, pour nous, ah ! quel outrage
    Quels transports il doit exciter!
    C’est nous qu’on ose méditer
    De rendre à l’antique esclavage!

    Refrain:
    Aux armes, citoyens,
    Formez vos bataillons,
    Marchons, marchons!
    Qu’un sang impur
    Abreuve nos sillons!


    3. Quoi ! des cohortes étrangères
    Feraient la loi dans nos foyers!
    Quoi ! ces phalanges mercenaires
    Terrasseraient nos fiers guerriers! (bis)
    Grand Dieu ! par des mains enchaînées
    Nos fronts sous le joug se ploieraient
    De vils despotes deviendraient
    Les maîtres de nos destinées!

    Refrain:
    Aux armes, citoyens,
    Formez vos bataillons,
    Marchons, marchons!
    Qu’un sang impur
    Abreuve nos sillons!


    4. Tremblez, tyrans et vous perfides
    L’opprobre de tous les partis,
    Tremblez ! vos projets parricides
    Vont enfin recevoir leurs prix ! (bis)
    Tout est soldat pour vous combattre,
    S’ils tombent, nos jeunes héros,
    La terre en produit de nouveaux,
    Contre vous tout prêts à se battre!

    Refrain:
    Aux armes, citoyens,
    Formez vos bataillons,
    Marchons, marchons!
    Qu’un sang impur
    Abreuve nos sillons!


    5. Français, en guerriers magnanimes,
    Portez ou retenez vos coups!
    Epargnez ces tristes victimes,
    A regret s’armant contre nous. (bis)
    Mais ces despotes sanguinaires,
    Mais ces complices de Bouillé,
    Tous ces tigres qui, sans pitié,
    Déchirent le sein de leur mère!

    Refrain:
    Aux armes, citoyens,
    Formez vos bataillons,
    Marchons, marchons!
    Qu’un sang impur
    Abreuve nos sillons!


    6. Amour sacré de la Patrie,
    Conduis, soutiens nos bras vengeurs
    Liberté, Liberté chérie,
    Combats avec tes défenseurs! (bis)
    Sous nos drapeaux que la victoire
    Accoure à tes mâles accents,
    Que tes ennemis expirants
    Voient ton triomphe et notre gloire!

    Refrain:
    Aux armes, citoyens,
    Formez vos bataillons,
    Marchons, marchons!
    Qu’un sang impur
    Abreuve nos sillons!

    7. Nous entrerons dans la carrière
    Quand nos aînés n’y seront plus,
    Nous y trouverons leur poussière
    Et la trace de leurs vertus (bis)
    Bien moins jaloux de leur survivre
    Que de partager leur cercueil,
    Nous aurons le sublime orgueil
    De les venger ou de les suivre



    Mandi,

    Renzo Riva
    [email protected]
    349.3464656

  • Di Renzo Riva (---.---.---.190) 31 ottobre 2009 19:45

    Cara Marina (nome che dava il senso della trasgressività quand’ero studente),
    inserisco quanto ha scritto una professoressa di lettere e storia che è anche segretario del Nuovo PSI in Friùli-Venezia Giulia e pubblicato in data lunedì 26 Ottobre 2009 sul "Messaggero Veneto" nella sezione "Dibattito".
    ...che poi del suo rivendicare sa quanto importa e cosa produce!?

    Mandi,
    Renzo Riva

    [email protected]

    [email protected]

    349.3464656

     

    Dibattito

    Un lavoro per rendere

    la scuola efficiente


     

    Dare soluzione all’emergenza

    precariato per assicurare

    un insegnante allo studente


     

    Si sono svolte in questi giorni, e pure in futuro sono previste, manifestazioni di dissenso da parte di studenti e docenti della scuola italiana per far sentire la voce contro quella che da alcuni è definita «una devastante opera di affossamento della scuola pubblica» da parte del ministro Gelmini. Il ministro Gelmini, in verità, sta operando bene. Di fronte a un scuola che costa molto e che nei risultati conseguiti l’Ocse mette agli ultimi posti, il ministro non poteva non avviare un serio piano di razionalizzazione e di antispreco. Ricordiamo che, attualmente, il rapporto studente-insegnante in Italia è il più alto rispetto gli altri Paesi dell’Area Ocse, e cioè dieci insegnanti ogni cento studenti rispetto a sei insegnanti degli altri Paesi. In tre anni (dal 2009 al 2012) è previsto un taglio di 87.000 insegnanti e 44.500 bidelli e impiegati; sono accorpate scuole con un numero di studenti inferiore a 500 che vanno a formare dei Poli scolastici riducendo, in tal modo, amministrativi e dirigenti; vengono ridotte le ore di insegnamento non obbligatorie; le ore saranno di 60 minuti; le ore settimanali di tutti gli insegnanti diventano 18 effettive tagliando le ore a disposizione. Anche la struttura degli Istituti tecnici della scuola secondaria superiore sarà snellita passando dagli attuali 10 settori e 39 indirizzi a soli 2 settori con 11 indirizzi. Tutta una serie di cambiamenti attraverso i quali non si vuol sacrificare la scuola pubblica, ma, al contrario, essendo essa stessa in questo momento costosa e inefficiente, trasformarla in una macchina scolastica snella, incisiva e moderna. La semplificazione e l’efficienza non solo il risparmio sono pertanto alla base di quelli che vengono chiamati tagli indiscriminati che, poi, tali non sono dal momento che sopravvivono classi con pochi alunni, scuola a tempo pieno, modello stellare e non maestro unico nella scuola primaria. C’è poi il problema del precariato che si trascina da tanti anni senza soluzione e sul quale sembra pesare le conseguenze dei tagli. È‘ onesto sottolineare che il precariato esiste perché i governi lo vogliono. Attualmente i 100.000 docenti non di ruolo sono distribuiti in tre fasce (prima-seconda-terza) che comprendono docenti abilitati e no, dei veri e propri gironi infernali nei quali il docente ė in attesa di una chiamata che, per molti, non arriva mai. Il problema ė che, per anni, si sono fatti corsi abilitanti come le Ssis e si continuano a farli addirittura on line (Forcom - Università telematica Pegaso...) alimentando illusioni e graduatorie infinite, ma soprattutto un mercato vergognoso per organizzatori, docenti universitari e ultimamente anche per avvocati. Sì perchė al business delle graduatorie ora si aggiunge anche quello degli avvocati che hanno presentato al Tar del Lazio una valanga di ricorsi collettivi tendenti a ottenere l’inserimento a pettine anziché in coda alle graduatorie a esaurimento di 15.000 docenti precari che potrebbero sovvertire tutte le nomine effettuate due mesi fa. Per chi organizza i ricorsi collettivi il giro d’affari diventa veramente appetibile. Non si riesce a capire per quale motivo da anni le norme sui precari sono scritte con falle giuridiche che scatenano la guerra tra i poveri e aiutano l’attuale opposizione ad approfittarne per creare caos e disagio nella scuola. Ė‘ ora di dare una soluzione radicale all’emergenza precariato, di assicurare sempre un insegnante allo studente che ha il diritto allo studio, con il blocco di tutti i corsi di abilitazione, di specializzazione fino all’assorbimento completo di tutti gli attuali docenti abilitati. La scuola è stata pensata per molto tempo come un ammortizzatore sociale senza stabilire quanti posti fossero davvero necessari. In futuro sarà buona norma promuovere i bandi di concorso solo per i posti realmente disponibili.

    Lauretta luretig

    segretario regionale Nuovo Psi e

    componente Comitato regionale Pdl

    Udine

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