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Commento di Renzo Riva

su Scuole di serie B per cittadini di serie B


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Renzo Riva 31 ottobre 2009 19:45

Cara Marina (nome che dava il senso della trasgressività quand’ero studente),
inserisco quanto ha scritto una professoressa di lettere e storia che è anche segretario del Nuovo PSI in Friùli-Venezia Giulia e pubblicato in data lunedì 26 Ottobre 2009 sul "Messaggero Veneto" nella sezione "Dibattito".
...che poi del suo rivendicare sa quanto importa e cosa produce!?

Mandi,
Renzo Riva

[email protected]

[email protected]

349.3464656

 

Dibattito

Un lavoro per rendere

la scuola efficiente


 

Dare soluzione all’emergenza

precariato per assicurare

un insegnante allo studente


 

Si sono svolte in questi giorni, e pure in futuro sono previste, manifestazioni di dissenso da parte di studenti e docenti della scuola italiana per far sentire la voce contro quella che da alcuni è definita «una devastante opera di affossamento della scuola pubblica» da parte del ministro Gelmini. Il ministro Gelmini, in verità, sta operando bene. Di fronte a un scuola che costa molto e che nei risultati conseguiti l’Ocse mette agli ultimi posti, il ministro non poteva non avviare un serio piano di razionalizzazione e di antispreco. Ricordiamo che, attualmente, il rapporto studente-insegnante in Italia è il più alto rispetto gli altri Paesi dell’Area Ocse, e cioè dieci insegnanti ogni cento studenti rispetto a sei insegnanti degli altri Paesi. In tre anni (dal 2009 al 2012) è previsto un taglio di 87.000 insegnanti e 44.500 bidelli e impiegati; sono accorpate scuole con un numero di studenti inferiore a 500 che vanno a formare dei Poli scolastici riducendo, in tal modo, amministrativi e dirigenti; vengono ridotte le ore di insegnamento non obbligatorie; le ore saranno di 60 minuti; le ore settimanali di tutti gli insegnanti diventano 18 effettive tagliando le ore a disposizione. Anche la struttura degli Istituti tecnici della scuola secondaria superiore sarà snellita passando dagli attuali 10 settori e 39 indirizzi a soli 2 settori con 11 indirizzi. Tutta una serie di cambiamenti attraverso i quali non si vuol sacrificare la scuola pubblica, ma, al contrario, essendo essa stessa in questo momento costosa e inefficiente, trasformarla in una macchina scolastica snella, incisiva e moderna. La semplificazione e l’efficienza non solo il risparmio sono pertanto alla base di quelli che vengono chiamati tagli indiscriminati che, poi, tali non sono dal momento che sopravvivono classi con pochi alunni, scuola a tempo pieno, modello stellare e non maestro unico nella scuola primaria. C’è poi il problema del precariato che si trascina da tanti anni senza soluzione e sul quale sembra pesare le conseguenze dei tagli. È‘ onesto sottolineare che il precariato esiste perché i governi lo vogliono. Attualmente i 100.000 docenti non di ruolo sono distribuiti in tre fasce (prima-seconda-terza) che comprendono docenti abilitati e no, dei veri e propri gironi infernali nei quali il docente ė in attesa di una chiamata che, per molti, non arriva mai. Il problema ė che, per anni, si sono fatti corsi abilitanti come le Ssis e si continuano a farli addirittura on line (Forcom - Università telematica Pegaso...) alimentando illusioni e graduatorie infinite, ma soprattutto un mercato vergognoso per organizzatori, docenti universitari e ultimamente anche per avvocati. Sì perchė al business delle graduatorie ora si aggiunge anche quello degli avvocati che hanno presentato al Tar del Lazio una valanga di ricorsi collettivi tendenti a ottenere l’inserimento a pettine anziché in coda alle graduatorie a esaurimento di 15.000 docenti precari che potrebbero sovvertire tutte le nomine effettuate due mesi fa. Per chi organizza i ricorsi collettivi il giro d’affari diventa veramente appetibile. Non si riesce a capire per quale motivo da anni le norme sui precari sono scritte con falle giuridiche che scatenano la guerra tra i poveri e aiutano l’attuale opposizione ad approfittarne per creare caos e disagio nella scuola. Ė‘ ora di dare una soluzione radicale all’emergenza precariato, di assicurare sempre un insegnante allo studente che ha il diritto allo studio, con il blocco di tutti i corsi di abilitazione, di specializzazione fino all’assorbimento completo di tutti gli attuali docenti abilitati. La scuola è stata pensata per molto tempo come un ammortizzatore sociale senza stabilire quanti posti fossero davvero necessari. In futuro sarà buona norma promuovere i bandi di concorso solo per i posti realmente disponibili.

Lauretta luretig

segretario regionale Nuovo Psi e

componente Comitato regionale Pdl

Udine


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