Schierarsi con le Pussy Riot (senza dimenticare Nadja Drygalla)

Come è possibile giustificare sul piano del diritto, e non della mera opportunità politica, la circostanza per cui è doveroso garantire anche a un partito neonazista la piena agibilità sul piano politico-istituzionale ma al tempo stesso costringere al ritiro un atleta perché fidanzata di uno dei suoi militanti?
Tre anni; tanto ha chiesto il procuratore per il gruppo punk Pussy Riot, reo di aver intonato in chiesa una preghiera di protesta anti-Putin.
Nei Paesi democratici monta l'indignazione pubblica, con tanto di mobilitazione di artisti, buona ultima Madonna.
Nessun intellettuale sembra spendere però una parola a favore di Nadja Drygalla (nella foto), l'atleta tedesca allontanata dalle Olimpiadi perché legata sentimentalmente a un funzionario del partito neonazista tedesco Npd.
Di più, nessun intellettuale sembra interessarsi al caso, che ci sembra interessantissimo non solo sul piano etico ma anche su quello storico e delle sensibilità collettive.
L'espulsione dell'atleta tedesca mostra difatti ancora una volta come tra tutti i regimi totalitari, o tendenzialmente tali, novecenteschi, la memoria di quello nazista sia quella che ancora oggi più pesa nella coscienza collettiva nazionale. Più ancora che in Italia o negli Stati europei ex sovietici, il passato in Germania non può passare. Il fatto che da noi o in un qualunque Paese dell'Europa orientale sarebbe inconcepibile l'espulsione di un atleta da una competizione sportiva in quanto vicino sentimentalmente a un esponente del neofascismo o del 'neocomunismo' la dice lunga sul peso che esercita nell'opinione pubblica tedesca la questione della specificità, dell'unicità del nazismo.
Questo però provoca uno straordinario cortocircuito tra le tradizionali libertà democratiche e la Ragion di Stato.
Come è possibile, difatti, giustificare sul piano del diritto, e non della mera opportunità politica, la circostanza per cui è doveroso garantire anche a un partito neonazista la piena agibilità sul piano politico-istituzionale ma al tempo stesso costringere al ritiro un atleta perché fidanzata di uno dei suoi militanti?
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