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Scarpe contro Bush, Al Zaidi condannato

Condannato il giornalista iracheno che lanciò le sue scarpe contro Bush.

Si chiama Muntazar Al Zaidi il giovane giornalista iracheno che è stato appena condannato da un tribunale del suo paese a tre anni di carcere.

L’imputazione è quella di "aggressione a un capo di stato straniero".

Al Zaidi, 30 anni, in occasione dell’ultima conferenza stampa in Iraq di George Bush si era alzato ed, apostrofandolo come "cane", aveva lanciato le sue scarpe contro il massimo responsabile dell’aggressione all’Iraq iniziata nel 2003.

Il "bersaglio" era stato mancato ma comunque costretto a chinare due volte la testa, per togliersi dalla traiettoria.

Il coraggioso giornalista, dopo il suo gesto, era stato subito bloccato, arrestato e, stando alle parole di suo fratello Thargam Al Zaidi, avrebbe poi subito in carcere violente percosse, che gli avrebbero rotto addirittura una mano, oltre a diverse costole.

Ma se questo è stato il comportamento dei tribunali e degli scherani del governo fantoccio del premier iracheno Al Maliki, ben diversa è stata, ricordiamolo, la posizione del resto del mondo arabo.

Giornali e tv arabi hanno dedicato al coraggioso gesto uno spazio enorme, con articoli, commenti, vignette, e le scarpe lanciate contro l’occupante straniero sono diventate immediatamente un simbolo di riscatto contro l’aggressione USA in Iraq che ha fatto il giro del mondo.

Il popolare sito www.elaph.com ha messo in rete gallerie fotografiche che mostrano l’esultanza dei popoli arabi, scesi in piazza in diversi Paesi per manifestare la loro solidarietà al coraggioso reporter.

Nello stesso Iraq, occupato dagli invasori occidentali, Mountazer Al Zaidi è diventato subito un eroe nazionale: manifestazioni quotidiane, gente con le scarpe in mano di fronte alle telecamere. 

I migliori avvocati iracheni, tra cui Khalil al Doulaimi, già avvocato di Saddam Hussein, hanno avanzato l’offerta di gratuito patrocinio per il giovane eroe che ha osato alzarsi contro l’oppressore e che rischiava una condanna fino a 15 anni di galera.

Inutile dire che i mainstream occidentali, complici e sostenitori delle guerre USA e dei Paesi loro alleati (tra cui l’Italia) hanno trattato con distacco quando non con malcelato disprezzo il coraggioso gesto del reporter iracheno.



Loro, servi e complici di governi criminali, opulenti e guerrafondai, non possono non dico capire, ma nemmeno immaginare tale indipendenza e tale coraggio.

Noi invece registriamo con dolore questa sentenza che, siamo certi, non rappresenta il popolo iracheno ma, al contrario, lo disonora e lo mortifica in modo cinico ed immeritato.

Dopo un embargo costato la vita ad almeno mezzo milione di bambini, dopo i quasi 6 anni dell’ultima guerra, nel mezzo di una sanguinaria occupazione militare, dopo tutto ciò, assistere alla punizione di chi andava invece premiato come giornalista dell’anno, è cosa che lascia l’amarezza.

Se la "giustizia" è oggi in queste mani, povero Iraq.

Terminiamo coi brevi versi di Faeq Hassan, un poeta iracheno che ha voluto celebrare il coraggio di questo giovane giornalista.

"Colpiscilo che restituisci dignità all’Iraq
Anche le scarpe non hanno voluto baciarlo
Dopo tanto oblio ci riporti alla gloria
i hai fatto alzare la testa oltre le nuvole
Colpiscilo, Figlio dell’Eufrate".

La vergognosa condanna di Al Zaidi è quella di tutti gli uomini liberi.

Per questo questi versi sono scritti anche per noi.

Che la prigionia ti sia lieve, Muntazar.

Commenti all'articolo

  • Di virginia (---.---.---.96) 14 marzo 2009 15:27

    Forse ti è sfuggito che proprio su Munthazar abbiamo messo in pagina un pezzo proprio il giorno della condanna aggiungendo una notizia: che Al Zaidi intende ricorrere in appello. Forse ti sfugge anche che Agoravox ha eletto Munthazar "Uomo dell’Anno" proprio per il suo gesto coraggioso. Dunque niente aria fritta.

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 14 marzo 2009 16:44
      maurizio carena

       Quando ho scritto il mio pezzo sull’eroe iracheno il TUO, non il vostro, il tuo, non era ancora uscito.

       Cosa vuoi, la caramellina perche’ sei arrivata prima di me. Brava, hai fatto lo scoop dell’anno!

       E, detto tra di noi,il tuo pezzo l’ho trovato talmente cerchiobottistico, sciapo, asettico, senz’anima, ch’era molto meglio se non avessi sprecato il mio tempo a leggerlo.

       Hai riportato persino le dichiarazioni delle fonti ufficiali. Mancava solo Bush. Brava, che giornalista!

       Cosa vuol dire che la vittima intende ricorrere in appello? Che scemenze vai dicendo.
       Un governo fantoccio sbatte in galera, dopo averlo pestato di botte (che tu hai censurato), uno che dovrebbe essere premiato come eroe, e tu vaneggi di "appelli"...ma mi faccia il piacere, direbbe Toto’.

       il tuo e’ proprio quel (non) giornalismo che disprezzo. per questo non ho nemmeno commentato. Per non sparare sulla croce rossa, ma visto che te le vieni a cercare...

      m.c.
       


  • Di mauro bonaccorso (---.---.---.60) 14 marzo 2009 20:51
     
    Ben tornato Maurizio, è piacevole leggerti come sempre, e come al solito ricevi critiche alle quali non ti sottrai senza replicare a tono.
    Non per fare , al solito l’avvocato difensore, Maurizio non ne ha bisogno, vorrei chiedere a Virginia dove sta il problema.
    Se avesse esercitato un copia-incolla, come alcuni continuano a fare, avrebbe meritato la tua critica ma è evidente anche stavolta il suo contributo personale.
    Le polemiche sterili sono un esercizio inconcludente e le persone mature lo sanno.
    Un saluto
    Mauro Bonaccorso 
     
  • Di Gloria Esposito (---.---.---.179) 17 marzo 2009 19:45

    Ben tornato anche da parte mia,anche se al solito con un pò di ritardo!
    A me il tuo articolo è piaciuto anche senza appello ;) !!
    Tanti saluti e a presto
    Gloria

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