Scalpi quotidiani
La storia dei pensili da cucina non è ancora finita. Esaurite le preziose testimonianze dei mobilieri di Cantù, restano quelle dei commessi dell’IKEA di Bologna Casalecchio e magari del famoso tabaccaio di Montecarlo, quello della curva. Il Giornale continuerà sicuramente a prendere a sbadilate chi si frappone tra Iddu e la Gloria e a marchiare i ribelli a punta di coltello.
Non solo arrivista, assetata di denaro e campionessa del free-climbing sociale assieme al parentado ma, suggeriscono questi gentiluomini, con la chiappa facile di ordinanza. Ovviamente tutto serve a far intendere che la ribellione del congiurato è dovuta solo agli effetti collaterali dell’innamoramento. Con una rasoiata sola se ne colpiscono due. Zozza Mary e pazzo Gary.
Orbene, se questi uomini onesti, questi uomini probi che fanno le pulci agli altri si accompagnassero abitualmente con figlie di Maria giunte vergini al matrimonio e pronte a sacrificare la vita per difendere la virtù, capirei.
Ma il colmo, quello che rende la loro faccia ancor peggio del culo, è che presentano al pubblico ludibrio la presunta immoralità degli altri mentre sono dei consumatori compulsivi di donnine a pagamento. Lavorano per uno che normalmente arruola una quarantina di sgallettate per allietare le feste in casa e si porta le escort a due per volta nel letto e vogliono far credere al popolaccio che le puttane sono le mogli degli altri.
E’ tipico dell’uomo di potere con il debole per la donna da saloon, per l’attricetta vistosa e arrivista, Peron docet, demolire l’avversario politico a colpi di donna. Anzi di puttana, l’unico tipo di donna che sembra popolare il suo mondo. L’unica della quale crede di poter comperare il silenzio, nel senso di azzittirne anche le opinioni, pagandola o ricompensandola in vario modo con regali e regalini.
Il vero uomo di potere non si fa sopraffare dalla donna. L’avversario politico da demolire di solito lo ha fatto.
Quel gran pezzo del Silvio, da par suo, è pronto a giurare che l’Elisabetta voleva venire a Palazzo Grazioli a fare la ola ma, respintane, ha fatto come la strega cattiva della fiaba, ha giurato di vendicarsi.
Usano i diminutivi coccolosi: Evita, Claretta. Le portano fin sugli altari del potere, le fanno diventare pure, sante ed immacolate, magari ministre o presidentesse ma solo per far vedere quanto sono buoni. Se però la prescelta si ribella o esce solo per un attimo dallo schema "succhia e taci" ecco giungere il rinfaccio dell’averla raccattata per strada, il fatidico "zitta, troia". Ricordate il "Velina ingrata" inciso con il pennino sulla candida pelle di Veronica Lario, con tanto di vecchia foto tette-al-vento sbattuta in prima pagina sul "Giornalaccio", ai tempi del divorzio annunciato?
Sono pronta a scommettere qualsiasi cifra che se, per pura lontanissima ipotesi, la Carfagna e la Gelmini si rivoltassero al ciarlatano potremmo finalmente sapere cosa si dicevano per telefono tempo fa a proposito del loro principale. In barba al divieto di pubblicare le intercettazioni ed in spregio alla privacy. In prima pagina sul "Giornale" a puntate e, con la prima uscita, il CD della versione integrale uncut in regalo.
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