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Scacco matto: gli studenti protestano, Martone diserta

Il viceministro, atteso ospite d'onore ad un incontro presso la facoltà di Scienze della Formazione di Roma Tre, preferisce evitare gli studenti che consegnano a megafoni e volantini le loro rimostranze: "Sfigato!"

L'uscita di gennaio, la prima ufficiale dell'allora neoministro del Welfare Martone, fu quanto di più devastante potesse registrarsi nell'ammasso di dichiarazioni che promanano da coloro che sono investiti di ruoli pubblici all'interno della società. 

Certo, definire "sfigati" gli studenti che si laureano dopo i 28 anni, non è proprio il miglior esordio per un ministro che non promana da una maggioranza elettorale e non è certo il miglior modo per tracciare una linea divisoria, una cesura con i governi precedenti che non hanno mancato di esprimere in maniera piuttosto colorita la propria disaffezione nei confronti del popolo.

Ripensiamo agli elettori di sinistra definiti "coglioni" e "senza cervello" da Berlusconi, ai "bamboccioni" da Padoa Schioppa, alla "peggiore Italia" di Brunetta: tutti esempi di una politica lontana dal paese, non una classe dirigente ma un'elite oligarchica di stampo vagamente dittatoriale.

Evidentemente la comunicazione non è un elemento formativo ritenuto importante da chi, una volta raggiunta una poltrona, vive la stagione del superomismo politico, ritenendosi sul gradino più alto della scala sociale rispetto a chi viene considerato comune mortale. E' lecito ritenere che, in siffatto contesto, siano probabili scelte azzardate, erronee, inopportune.

Come quella effettuata dal viceministro (una volta li chiamavano senza portafoglio, ma oggi gli unici ad essere rimasti senza portafoglio sono quelli che lavoravano...) Michel Martone, che rinuncia a partecipare ad un incontro pubblico organizzato presso la facoltà di Scienze della Formazione. Meglio evitare l'incontro/scontro con un gruppo di studenti che attendeva, a braccia aperte e megafoni spiegati, l'arrivo del giovane docente della LUISS per restituirgli quello "sfigato" che a tanti studenti, lavoratori o vittime di un pessimo sistema organizzativo dell'università italiana, non è proprio andato giù.

Un autogol pazzesco: in molti (il sottoscritto in primis) avrebbero preferito uno scontro dialettico degno del curriculum accademico di Martone. Purtroppo, cedendo alla logica dell'evitare la contestazione, dà materiale ai suoi detrattori che da tempo lo considerano un orpello messo in una posizione fittizia solo per far calare l'età media del governo dei gerontocrati bancari. Non è nascondendo la testa sotto la sabbia che lo struzzo sfugge al predatore.

Martone paga inevitabilmente lo scotto del suo privilegio: è viceministro ma non può vantare un'esperienza politica tale da permettergli di rispondere, con puntualità ed argomentazioni, alla protesta intentata da una manciata di studenti. Deve, suo malgrado, rigettare la sfida perché non addestrato al confronto dialettico nell'agone politico (come il 95% dei suoi colleghi, "mastri" delle banche e delle associazioni ad esse affini, sia chiaro!) al pari di una Fornero che può solo pronunciare diktat sull'irrinunciabile applicazione della riforma del lavoro, anche contro la volontà delle parti sociali. O come quel Supermario incensato, guarda un po', dal Wall Street Journal, il giornale di chi per lavorare non si è mai sporcato le mani con la terra che produce, ma solo con l'inchiostro che genera numeri ed introiti virtuali.

E' un peccato che Martone sia stato sacrificato così giovane all'altare di una causa che è quella della BCE, di Confindustria, di Marchionne e delle banche d'affari. Probabilmente, tra qualche anno, avrebbe potuto far sentire davvero il proprio peso all'interno di una classe dirigente rinnovata che avrebbe condotto il paese fuori dalla crisi con tutto il potenziale umano che l'Italia è in grado di offrire.

Dovrebbe dimettersi, Martone: ha poco da condividere con quegli squali che siedono a palazzo Chigi per banchettare sulla pelle dei lavoratori. E' la faccia pulita di un governo ingaggiato per fare il lavoro sporco. Sicuramente il buon Michel è consapevole del fatto che prima di risanare i conti, bisogna tenere conto di una società civile che rischia il collasso a causa di politiche economiche scellerate.

Ma nel governo dei gerontocrati, rischia di diventare un vecchio trentasettenne che non potrà comprendere le ragioni dei più giovani, come il sottoscritto...

Commenti all'articolo

  • Di Raffaele Borelli (---.---.---.138) 2 aprile 2012 21:26

    Nicola, hai ragione per quanto riguarda il fatto che Michel Martone sia il giovane, il diverso rispetto alla casta e persino agli ’anziani’ professori tecnici. 

    Ma il problema è che come al solito, il giovane prima lo mettono al governo, ma poi lo mettono all’angolo. E’ l’impressione che mi sembra di poter scorgere leggendo da anni il suo blog, i suoi pensieri, i suoi articoli. E vedendo poi dall’altra parte la riforma fornero nella sua interezza con dei punti positivi, non c’è dubbio, ma anche delle falle che il buon Martone sono certo avrebbe evitato. 
    Trovo peraltro assurdo che i giovani se la siano presa così tanto per una frase estrapolata nella quale non faceva altro che dire la verità e condannare quelli che si possono PERMETTERE di stare 10 anni all’università, perché probabilmente mantenuti. 

    Detto questo confido molto nel giovane viceministro, non credo assolutamente che sia stato ’sacrificato’. 
    Sono convinto che arriverà il suo momento. Un po’ com’è successo a quel Jeremy Lin della pallacanestro che a Martone piace così tanto da averlo postato sul suo blog ;)

  • Di (---.---.---.168) 2 aprile 2012 23:19

    Ciao Raffaele, grazie di aver commentato.

    Ti dirò, la frase all’epoca non mi piacque ed ammetto di non essere stato molto tenero nei miei giudizi sul Professor Martone a suo tempo. 
    Ho voluto "approfondire in superficie" il personaggio e devo dire che credo sia il top che il governo Monti possa offrire, se non altro perché non è un servo delle banche. 

    Il fatto che la stessa fornero lo abbia un po’ snobbato e messo alla berlina, indica che probabilmente alcune scelte di quella riforma non sono il meglio che si potesse concepire. 
    Lo stanno un po’ tenendo in panchina e questa cosa mi fa pensare che questo ragazzo magari ha contestato alcuni aspetti della riforma (è un giuslavorista, penso che sia in grado di capire se una cosa è fatta bene o è fatta per marchionne e confindustria...). 

    Ovviamente le mie sono congetture, ma il meglio che posso augurargli è di non avere a che fare con un governo di questo stampo.

    Grazie e a presto!

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