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Saramago: Berlusconi, "la Cosa"

El Pais pubblica due nuove foto di Villa Certosa e Saramago, premio Nobel per la Letteratura 1998, interviene con uno splendido scritto sulla deriva berlusconiana del nostro paese.

Ho scoperto Josè Saramago qualche anno fa, da allora ho letto quasi tutti i suoi libri e ne ho spesso riportato frammenti sul mio blog.

Non so perchè ma trovavo un enorme affinità di pensiero con lo scrittore, mi sembrava di ritrovare nelle sue parole ciò che sentivo dentro riguardo al declino di questo paese.

Ieri, El Pais ha pubblicato due nuove foto di Villa Certosa, assieme ad un torrenziale articolo di Miguel Mora e uno stupendo intervento di Saramago. Ed è per me un’emozione grande sentire qualcuno che alza la voce per dire ciò che qui pochissimi hanno sentito il bisogno di dire in questi anni.

La traduzione è presa dal sito del Circolo Pasolini Pavia, a opera di Irene Campari.


"La cosa Berlusconi"

di José Saramago, "El Pais", domenica 7 giugno 2009

[Traduzione di Irene Campari]
"Non vedo come altrimenti la potrei chiamare. Una cosa pericolosa, una cosa che organizza feste e orge. Questa cosa, questa malattia, questo virus minaccia di costituirsi come la morte morale del Paese di Verdi se un rigurgito profondo non verrà dalla coscienza degli Italiani prima che il veleno non corrompa le vene e non atrofizzi il cuore di uno dei Paesi europei più ricchi di cultura. I valori fondanti della convivenza umana vengono calpestati tutti i giorni dalla consistenza vischiosa della cosa di Berlusconi che, tra i suoi molteplici talenti, c’è anche la capacità funambolica di abusare delle parole, stravolgendo in modo perverso le emozioni e le intenzioni, come nel caso del Popolo delle Libertà, il nome del partito tramite il quale è andato al potere. L’ho chiamata "delinquente" questa cosa e non me ne pento. Per ragioni semantiche, che altri sapranno spiegare meglio di me, il termine delinquente ha in Italia una carica negativa più forte che in altri idiomi europei. Per tradurre in forma chiara e incisiva ciò che penso della cosa di Berlusconi uso il termine nella accezione che la lingua di Dante gli attribuisce abitualmente, nonostante sia dubbioso sul fatto che Dante lo abbia mai utilizzato. Delinquenza, nel mio portoghese, significa, in accordo con i dizionari e la pratica corrente della comunicazione, "azione delittuosa, in spregio alla legge o ai dettami morali". La definizione si attaglia perfettamente alla cosa di Berlusconi, non facendo una grinza, quasi come una seconda pelle. Da anni Berlusconi commette delitti di gravità variabile e sempre dimostrata. Tuttavia, non è che disobbedisca di per sé alle leggi, piuttosto le fa fare a salvaguardia dei suoi interessi privati e politici. Non c’è ormai più nessuno che non sappia in Italia e nel mondo di quale natura sia la cosa di Berlusconi e di come sia caduta nella più totale abiezione. E’ il primo ministro italiano, è la cosa che il popolo italiano ha eletto due volte affinché le serva da modello ma questo è il cammino verso la distruzione di valori quali libertà e dignità, valori di cui era impregnata la musica di Verdi e l’azione politica di Garibaldi durante le battaglie per l’unificazione, valori che fecero il XX secolo, che sono anche quelli ereditati dall’Europa. E’ questo che la cosa di Berlusconi vuole gettare nella spazzatura della Storia? Glielo permetteranno gli Italiani?"

Grazie Josè, di cuore.



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