• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > Sapreste vivere con 100 cose?

Sapreste vivere con 100 cose?

"Stop alla schiavitù degli oggetti" è il messaggio contro il consumismo inviato da Dave Bruno, un imprenditore di San Diego, in California. Egli ha lanciato la sfida di vivere con 100 cose, ridimensionando i suoi consumi. E tu ci riusciresti?

Nel suo libro "La sfida delle 100 cose", ormai diventato la Bibbia dell'anticonsumismo, esprime la sua "nuova artimetica della vita" esercitare una minima addizione e il risultato sarà una massima sottrazione.

Si parte dagli indumenti, ridurre i guardaroba all'essenziale, un gesto catartico motore delle successive operazioni. Molte famiglie americane hanno iniziato queste attività con grande entusiasmo e questa nuova filosofia di vita trova consensi tra gli ambientalisti, in primis, ma anche tra i cosidetti "consumisti".

Infatti l'idea del rallentamento del consumismo capitalista è un progetto economico utile anche agli Stati Uniti stessi, che potrebbero trarne benefici. Il Washington Post ha raccontato una giornata della famiglia Swindlehurst, a Minneapolis. Sembra una riscoperta delle antiche tradizioni, ad esempio quella dei yard-sale dei piccoli mercatini allestiti dalle famiglie fuori casa per vendere gli oggetti di cui disfarsi.

I risultati di uno studio della compagnia assicurativa MetLife rivelano che il 40% degli americani nati fra gli anni Ottanta e i primi anni Novanta è convinta di avere già tutto il necessario e la percentuale delle persone ultraconsumiste è scesa dal 66 al 47%. Il 77% degli americani pensa che per migliorare il benessere occorre abbracciare le relazioni umane anziché i beni materiali.

L’obiettivo del 100 Thing Challenge è di sviluppare in me una certa disciplina del consumo,- voglio adottare la filosofia del non pensare o comportarmi come farebbe il tipico consumatore americano. Voglio vivere una vita fatta di carità e speranza non di consumo insensato, egoistico e avido“ afferma Dave Bruno durante un'intervista al Washington Time.

Sean Gosiewski, direttore della Alliance for Sustainability, ha subito sostenuto l'imprenditore: "Ci aspettano vent'anni in cui dovremo tutti ridimensionare le nostre aspettative di consumo e adottare abitudini di vita più semplici, tanto vale cominciare subito e con lo spirito giusto". Per esempio usando i primi giorni di riposo del 2011 per riunire la famiglia e redigere la lista delle "cento cose di cui non possiamo davvero fare a meno".

Possiamo sperare in un futuro di valori e non di consumismo materiale?

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares