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Salva-banche: conflitto di interessi, dimissioni e revisione degli assetti bancari

Non è solo questione del conflitto d’interessi, di incompatibilità tra interesse privato ed interesse pubblico. Non si tratta solo delle responsabilita del governo, he ha disatteso l'invito, a suo tempo fatto dalla banca d'Italia, per bloccare la vendita delle obbligazioni subordinate più rischiose.

Non è in campo solo la responsabilità di qualche dirigente bancario, che occulta al cliente o i rischi del suo investimento.

C’è il pericolo che il sistema creditizio si possa bloccare, per carenza di depositi. La gente teme di essere truffata, e allora è possibile che non si rivolga più alle banche. Questa non è la crisi di poche banche.

C’è il rischio di centralizzazione degli assetti bancari internazionali. La Boschi si deve dimettere, non solo perché deve essere regolato il conflitto d'interessi, ma anche per ripristinare il rapporto di fiducia ormai compromesso tra banca e risparmiatori.

Ma sopratutto perché il Governo e le forze politiche facciano una seria riflessione sulle contraddizioni interne del sistema bancario, che non differenzia le banche d'affari, da quelle ordinarie.

La Boschi si deve dimettere perche i diritti delle persone contano più del potere finanziario.

Le dimissioni non sono solo un segno di responsabilità, l’impossibilità di proseguire un mandato, ma un modo per scongiurare un pericolo, per promuovere o sollecitare discussioni e provvedimenti. 

E invece no: stampa, TV e politici inseguono Renzi, sull’ultima polemica con Saviano, fatta anche di insulti per interposta persona.

Per chi non lo avesse capito, questo è la nuova classe dirigente, che non ragiona sulle priorità del paese.

Ma questa è la nuova destra, non quella fascista non quella liberale, non quella affarista ma intelligente, ma quella affarista e stupida

 

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