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Russia vs America?

Molti parlano di ritorno alla Guerra Fredda, ma è del tutto errato. Durante la guerra fredda c’era una volontà reciproca di scontro/confronto ed ideologie differenti a sorreggerla. Oggi si scontrano una superpotenza ancorata a schemi di pensiero antiquati e sorda ad ogni altrui richiesta; e una potenza rinascente divisa tra nazionalismi rinascenti e la semplice volontà di tutelare i propri interessi, troppe volte inascoltati.

I rapporti tra Russia ed America non sono mai stati idilliaci. Dietro i sorrisi dei grandi vertici covava da tempo un crescente malumore da parte Russa.

 

Dopo la crisi Georgiana, il nuovo terreno di scontro sembra quello Sud Americano, dove la tensione è salita dopo l’intensificarsi delle spinte autonomiste in Bolivia. Spinte sponsorizzate dagli USA contro il presidente Morales, che sta tentando un programma di riforme economiche e sociali che riduca un minimo la forbice economica che spacca molti paesi dell’area in due classi sociali nettamente divise: straricchi, spesso bianchi; e poveri, spesso indios. Un attentato ad una pipeline boliviana ha provocato l’espulsione dell’ambasciatore americano Phil Goldberg, già noto come uno degli artifici diplomatici della dissoluzione della ex Yugoslavia, seguita dalla reciproca espulsione dell’ambasciatore di La Paz negli Usa.

Il Venezuela è subito intervenuto nella crisi espellendo a sua volta l’ambasciatore di Washington e dichiarando che in caso di secessione avrebbe appoggiato qualsiasi movimento boliviano di riunificazione che avesse tentato di ristabilire il legittimo governo democratico di Evo Morales. Questo dopo che nei giorni scorsi Chavez aveva annunciato di essere riuscito a sventare un tentativo di assassinarlo, bombardando il palazzo presidenziale. Il colpo di stato sarebbe maturato in ambienti militari appoggiati dagli USA, pronti a partecipare all’azione con aerei dalle insegne contraffatte per farli sembrare appartenenti alle forza armate venezuelane.

In questo caos si inserisce il sempre più stretto rapporto tra Venezuela e Russia. Da tempo la Russia fornisce armi ed addestramento a Chavez, tanto che molti ufficiali venezuelani sono nel paese; ora i rapporti si intensificano con esercitazioni navali (14 novembre) e l’arrivo in Venezuela di due cacciabombardieri strategici russi TU-160, per esercitazioni congiunte (Il TU-160 è in grado di trasportare dodici missili da crociera con testata nucleare). Chavez spera inoltre di acquistare un "poderoso sistema di difesa antiaerea russo".

Sembra che il confronto tra USA e Russia sia a tutto campo e non ristretto all’Euroasia. Molti parlano di ritorno alla Guerra Fredda, ma è del tutto errato. Durante la guerra fredda c’era una volontà reciproca di scontro/confronto ed ideologie differenti a sorreggerla. Oggi si scontrano una superpotenza ancorata a schemi di pensiero antiquati e sorda ad ogni altrui richiesta; e una potenza rinascente divisa tra nazionalismi rinascenti e la semplice volontà di tutelare i propri interessi, troppe volte inascoltati.

La Russia da tempo sembra orientata a stringere i rapporti con UE e America; ma, scontrandosi con sospetti crescenti e una politica americana di accerchiamento, sempre più spesso si è orientata verso la creazione di un qualche blocco che possa controbilanciare lo strapotere USA. Vanno in questo senso la creazione della Shangai Cooperation Organization[1] (SCO). e le riunioni a quattro con Brasile, Cina e India. Ma l’opzione preferita del Cremlino resta ancora un’intensificazione dei rapporti con la UE, che potrebbe essere interessata sia per ragioni economiche sia per guadagnare margini di manovra nei confronti dell’alleato americano. Ad oggi, però, Mosca si sente frustrata da una politica sorda sia Europea che Americana. I primi divisi tra “vecchia e nuova Europa”, tra nemici a priori e timidi amici, non riescono a formulare una politica chiara ed unitaria nei confronti degli ingombranti vicini, così i rapporti restano instabili e frantumati; i secondi intrappolati in una logica da Guerra Fredda cercano di spostare il confine della “libertà” sempre più vicino ai confini russi, tramite nuove adesioni alla Nato e l’istallazione dello scudo antimissile in Europa Orientale, che lungi da essere, come dichiarato, in funzione anti-iraniana è chiaramente posizionato a difendere il mondo libero dal satana Russo.

Putin e soci guardano con giustificata preoccupazione a tale situazione e ancor più si rendono conto della loro scarsa influenza sulle decisioni degli organi internazionali e della poca volontà degli americani di ascoltare le loro richieste e giungere ad un compromesso. Gli Usa, intanto, vanno avanti come se la Russia fosse sparita. Mentre Mosca pretende di avere voce in capitolo e crede di aver diritto ad un ritrovato ruolo di potenza mondiale. Il punto è proprio questo: gli USA vogliono una Russia debole ed accondiscendente, mentre il paese eurasiatico, nonostante numerosi problemi, soprattutto demografici e legati ad un economia troppo dipendente da materie prime, è di per sé una potenza e oggi sembra orientata verso la creazione di un mondo multipolare; in ogni caso pretende di essere ascoltata e tenuta di conto.

A Mosca ha fatto impressione l’ennesima sconfitta nel panorama mediale globale. Durante la crisi georgiana i media globali, a guida USA hanno praticato una vera e propria disinformazione, tanto che molti non hanno capito che ad attaccare per primo è stato il presidente georgiano filo-americano; tutto ciò è stato nascosto da roboanti titoli sull’aggressione russa. Le ragioni dei russi sono rimaste in ombra, amplificando la sensazione di tanti Russi di un totale disinteresse a ciò che hanno da dire. I media sono il palcoscenico principale delle guerre “post-moderne”, i russi hanno ricevuto conferma che non sono un palcoscenico neutrale e che per loro non c’è spazio su di esso. Tacere una parte della realtà alimenta soltanto l’incomprensione e l’inimicizia. È di straordinaria importanza un sistema di media più aperto sia per la comprensione più completa della realtà, sia per evitare che si generi ulteriore frustrazione nei popoli che già si sentono inascoltati ed esclusi.

Sono tali atteggiamenti a spingere una Russia, orientata a rapporti stretti di reciproca convenienza con gli europei, verso una contrapposizione storica che forse oggi ha poco senso. Gli europei devono mettere in campo iniziative unitarie serie e ridefinire completamente i loro rapporti interni ed esterni pena il ritrovarsi di nuovo tra due fuochi, divisi e con poca rilevanza sul panorama globale. Gli USA devono rendersi conto che nessuno gli ha affidato il comando supremo del mondo ed ascoltare le richieste altrui per potere così sfruttare quel soft power che è proprio ciò che ad es. la differenzia dalla Russia, così priva di potere di attrarre gli altri paesi da avere in questo uno dei suoi principali punti di debolezza. Ma tutto questo sembra lontano dal venire.

I rapporti USA-Russia andranno probabilmente velocemente deteriorandosi se vincerà le elezioni McCain, la cui vice si è detta pronta alla guerra con Putin, ma non è detto che l’elezione di Obama migliori di tanto la situazione; visto che gli americani si troveranno di fronte a dure scelte che sostanzialmente si ridurranno ad una ridefinizione completa della propria politica estera che dovrà tra l’altro decidere chi è il vero nemico tra il terrorismo, la Cina e la Russia. Visti gli stretti rapporti economici ed interessi comuni non indifferenti, non è da escludere un accordo di lungo periodo con i cinesi anche proprio in funzione anti-Russa, la fobia americana è più che condivisa a Pechino. In ogni casa il mondo va verso un periodo di ancora più profonda ridefinizione degli equilibri globali che potrebbe riservare profonde sorprese.

 L’ Europa farà parte del nuovo mondo multicentrico o deciderà per il declino e la dipendenza?

 

 



[1] Ne fanno parte Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan, Russia e Cina; hanno ruolo riconosciuto di osservatori Mongolia, Pakistan, India e Iran . si è parlato anche di una possibile adesione dell’afghanistan.

Commenti all'articolo

  • Di ghigo elli (---.---.---.184) 15 settembre 2008 21:06

    In effetti la guerra fredda presupponeva la presenza di due superpotenze in mezzo ad altri paesi militarmente poco aggressivi, ma economicamente evoluti. Oggi non sono più due le nazioni che anelano al titolo e al rango di superpotenze. Oltre a Stati Uniti e Russia c’è la Cina e poi anche l’India. Se dovessi scomettere su un paese emergente ( per modo di dire) punterei sul Regno Unito, un tempo grande Impero ( oscurato dagli Stati Uniti) che oggi può far valere i suoi storici rapporti culturali con l’India, traendone grande profitto.

    • Di Ash Wallace (---.---.---.231) 15 settembre 2008 23:52
      Ash Wallace

      beh paesi ce ne sono tanti. Brasile, Giappone, Australia...

      Il Regno Unito francamente da solo non credo abbia la forza di competere; per i paesi europei io vedo un unica possibilità: quella federale

    • Di Andrea (---.---.---.228) 14 novembre 2008 16:58

      E perchè l’Australia? In un futuro non proprio prossimo le superpotenze saranno probabilemente: USA, EU, Russia, Cina, India. Poi forse Brasile e Giappone, anche se questi 2 hanno molti soldi ed un futuro piuttosto fiorente, non sembrano essere intenzionati a candidarsi come superpotenze.

  • Di alex23 (---.---.---.35) 5 febbraio 2009 22:11

    La russia secondo me, visto i difficili rapporti con gli altri stati farà presto una mossa per avere più voce in capitolo sullo scenario europeo. Dopo tutti questi anni una grande potenza come la russia non starà certo a guardare, presto, appena si mette apposto con fabbriche ed armi ( che penso lo abbia già fatto), come prima mossa vorranno sicuramente eliminare gli USA, in modo da primeggiare sul resto del mondo, ed hanno tutte le carte giuste, visto il loro grande esercito e visto la loro influenza sul resto dell’europa. Ragazzi ci stiamo avvicinando di nuovo ad una guerra, dove i Russi non risparmieranno nessuno, il mio parere è che europa, India, Cina, Giappone e tutte le altre potenze dovrebbero allearsi proprio per prevenire questa guerra che si annuncia devastante, e limitare come si è fatto in passato con francia(napoleone) e germania(hitler) l’economia di questa grande nazione, che si stà sviluppando troppo velocemente, e che piano piano anche se non ce ne accorgiamo, ci stà influenzando la vita di tutti i giorni, come è successo anche con il metano. Preveniamo e meglio dire evitiamo questa guerra come di certo non abbiamo fatto in passato con prima e seconda guerra mondiale. Commentate quello che ho scritto con molte critiche se necessario!!! ;)

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