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Ronde e castrazione chimica. Il problema immigrazione in Italia

La legge antistupro e la proposta di "castrazione chimica"

E’ di questi giorni l’approvazione da parte del Governo italiano del decreto relativo alle cosidette leggi antistupro, mentre in certe zone del settentrione (ad esempio nel Bergamasco) è iniziata una campagna contro l’emergenza stupri, che propone la "castrazione chimica" per chi commette questo orrendo reato.

Non voglio entrare nel merito delle misure già approvate (istituzione delle ronde armate o non armate, militarizzazione delle città, etc.), che hanno tutte i loro pregi e i loro difetti, nè di quelle che si vorrebbero approvare in seguito, ma, per quanto riguarda la "castrazione chimica", ritengo che sia giudicata dall’opinione prevalente un rimedio estremo, oltrechè barbaro e, forse, inutile.

E’ pur vero, però, che esiste un grave problema immigrazione sempre più preoccupante, che è necessario risolvere al più presto. Non sono tollerabili gli episodi crescenti di delinquenza e i continui stupri delle nostre donne da parte di extracomunitari, non risponde a criteri di giustizia l’occupazione di posti di lavoro da parte di stranieri, anche clandestini: posti che vengono sottratti ai nostri figli, ovviamente a costi minori. E non si venga a dire che gli italiani rifiutano certi umili lavori, perchè si tratta di grandi falsità!

E’ chiaro che bisogna affrontare il problema con più severe leggi, oggi troppo permissive, che dovranno essere rispettate da tutti, e con l’inasprimento delle relative pene, oltre che con la necessaria e drastica limitazione del flusso migratorio per proteggere il futuro lavorativo dei nostri giovani. La lotta contro la clandestinità, poi, deve essere implacabile e costante.

La severità e l’intransigenza da parte del nostro Governo sono sacrosante (la sicurezza e il benessere dei cittadini non sono nè di destra, nè di sinistra), prima che la situazione si aggravi ulteriormente, cioè prima che la coscienza degli italiani possa ribellarsi e abbracciare inconsapevolmente l’odiosa associazione mentale tra criminalità e immigrazione, dando luogo a pericolosi atteggiamenti prettamente razzisti.

Naturalmente l’opinione pubblica si attende provvedimenti responsabili ed equilibrati: non possiamo dimenticare che i nostri nonni e i nostri padri, in periodi bui della nostra storia, hanno cercato il pane in paesi stranieri, e che, pur tra mille difficoltà, sono stati accolti e sfamati.



Insomma non si può affrontare il problema dell’immigrazione senza quello spirito umanitario e di solidarietà che caratterizza ogni popolo civile.










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