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Roma, 22 dicembre 2010: la vittoria del movimento studentesco

Gramsci diceva: "Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti".

E ripensando a tutto questo che ho provato gioia quando ho partecipato al corteo di ieri.

Ero anche abbastanza preoccupato, d'altronde è il periodo natalizio e molta gente, sia studenti che lavoratori fuori sede , potevano benissimo non esserci per ritornare nei loro paesi di origine. E invece no. Adunata verso le 9 e 30 a piazzale Aldo Moro, di fronte alla Sapienza. Ogni minuto che passava, la piazza si riempiva di giovanissimi e non.

Alla faccia di Alemanno che vuole che il corteo rispetti il percorso stabilito, subito abbiamo disubbidito: un percorso diverso dal solito che di fatto ha bloccato tutta la Capitale, lasciando, come dissero gli studenti nel comunicato di ieri, in solitudine i Palazzi del Potere con la loro miseria e imprigionati dalla zona rossa.

Un corteo immenso, migliaia e migliaia di persone che ha bloccato la tangenziale est. Camminavamo addirittura controcorrente, bloccando tutte le auto e un brivido mi ha percosso la schiena. Un brivido di emozione perché tanti automobilisti solidarizzavano con noi, leggevano con attenzione i volantini che gli davano e sorridevano. Non potevo non notare un ragazzo cinese, che approfittando del blocco, è salito sopra il tetto della sua macchina e ammirava il lungo fiume di gente che reclamava il diritto allo studio, al lavoro non più precario, ad un futuro migliore. Quasi 24 Km di corteo, ed eravamo tutti freschi e profumati, ma di quel profumo di libertà e democrazia.


E alla faccia del giornalista Porro che in tutte le trasmissioni dice ai ragazzi di prendersela con i pensionati perché sono loro che ci tolgono i soldi, tutti noi applaudivamo le signore anziane che si affacciavano dai balconi. E sorridevano, erano contente, forse emozionate nel vedere che non tutto è finito. Che il futuro potrebbe essere migliore di come ce lo hanno lasciato.

Interessante, durante il tragitto, fermarsi alla sede dell'ATAC e ricordare ad Alemanno che si indigna, che assumere i parenti, e alcuni ex terroristi neri, vuol dire che porta un esempio di società squallida. Quella che non perde il vizio delle raccomandazioni e dei favoritismi.

Comunque vada, abbiamo vinto! C'è una generazione nuova, pulita che dimostra che anche nelle sconfitte non si è mai vinti, perchè si è difeso e mantenuto in vita il bene più prezioso: la dignità.

Ma oggi è stata anche una giornata di violenza, ma da parte dello Stato. Questo stesso grandioso giorno, sempre alla Sapienza, un operaio tunisino è morto schiacciato da una ruspa. La violenza del capitale un tempo verrebbe chiamata.

E' ora di cambiare, e sono sicuro che se ci fosse stato anche uno sciopero generale, noi avremmo fatto cadere il governo. Dal basso.

 

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