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Robert Lepage inaugura la quarta edizione del NTFI con "Le Dragon bleu"

Il regista canadese Robert Lepage, che già aveva firmato lo spettacolo di apertura della kermesse estiva nel 2010, ha inaugurato il 26 giugno la quarta edizione del Napoli Teatro Festival Italia al Teatro di San Carlo con Le dragon bleu

L’anno scorso infatti, Lepage aveva presentato Lipsynch: una performance di nove ore per nove storie intrecciate tra Canada, Nicaragua, Canarie, Montreal e Manchester. Una vera e propria sfida per lo spettatore.

Quest’anno invece, Le dragon bleu, prodotto dalla Compagnia Ex Machina (che, fondata da Lepage nel 1994, unisce attori, scenografi, burattinai, cantanti lirici, video artisti, graphic designer con l’obiettivo di fondere forme di spettacolo live e registrazioni come cinema e video-arte) non è altro che il sequel della famosa Trilogie des dragons (Le dragon vert, Le dragon rouge, Le dragon blanc) del 1985 in cui intrecci tra Oriente e Occidente descrivono 75 anni di vita di alcune famiglie di immigrati cinesi nelle Chinatown canadesi. Nell’ultimo episodio della trilogia, Pierre Lamontagne, giovane artista canadese appassionato di cultura cinese, parte per Shanghai. Ed è qui che, vent’anni dopo, lo ritroviamo in Le dragon bleu: il protagonista (Henri Chassé), direttore di una galleria d’arte sita in vecchi edifici industriali, ritrova dopo anni la pubblicitaria canadese Claire Forêt (Marie Michaud, che con Lepage ha curato il testo). Dall’incontro con il terzo personaggio, Xiao Ling (Tai Wei Foo, che si occupa anche delle coreografie), giovane creativa cinese con la quale Pierre ha una relazione, si sviluppa un percorso sentimentale, tra amicizia e amore, senza mancare di toccare temi storici e sociali (mercato delle adozioni, crisi della famiglia tradizionale, asservimento dell’arte alle leggi del commercio, paradossi del liberismo cinese).

Dallo spettacolo emerge un ricercato studio sulla cultura del Paese di mezzo, partendo dagli ideogrammi per arrivare alla danzatrice dell’Opera di Pechino con le sue maniche ad acqua, passando per i riferimenti alle protagoniste dei musical cinesi in scena durante la Rivoluzione Culturale. Uno sguardo rivolto alla tradizione, senza dimenticare l’attualità. Dice infatti Lepage: “Una cosa è certa: la Cina è all’apice del cambiamento, lanciata verso grandi traguardi con possibilità illimitate: un ambiente affascinante per Le Dragon bleu”.

Nonostante lo spettatore sia abituato alla firma di Lepage e al suo modo di sfruttare l’impianto tecnico, non può non rimanere coinvolto, oltre che dalle vicende dei personaggi, anche da tecniche e linguaggi sperimentali e innovativi che costituiscono una parte fondamentale nel lavoro di ricerca del regista canadese e della sua compagnia. Qui canto e mimo si fondono con la danza e la musica elettronica, mentre il flashback e il “fermo immagine” mescolano musica, cinema e teatro. L’uso della tecnologia poi, permette un cambio frequente di scena a sipario aperto: così la fusoliera di un aereo si trasforma in un appartamento o in un locale di Shanghai, in un continuo gioco di scatole cinesi. Un complimento speciale va fatto agli attori, bravi come al solito, oltre che nella recitazione, anche nel rapido passaggio da una lingua all'altra: francese, inglese e cinese si fondono infatti con fluidità e naturalezza.

Il programma del NTFI prosegue con:

Otello e Iago, prologo

Otello e Iago, viaggio in mare. Navigazione teatrale a vela liberamente tratta dall’Otello di Shakespeare

(Dal 27 giugno al 13 luglio)

A portrait of the artista s a young man- Ritratto dell’artista da giovane

(27-28-29 giugno)

T.E.L. e 338171, TEL

(Dal 30 giugno al 3 luglio)

The tempest

(30 giugno-1 luglio)

In apertura: la platea gremita per la prima del Napoli Teatro Festival Italia

All'interno: Immagini tratte da "Le Dragon Bleu"

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