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Risposta al movimento politico “Per il Bene Comune”

Rispondo, attraverso questo articolo, ad un commento di Gianluca Bracca del movimento politico PBC (Per il Bene Comune) guidato dall’ex senatore Ferdinando Rossi, ad un mio precedente contributo dal titolo “Pensieri ad alta voce sul ponte sullo stretto di Messina”.

Fare nuove proposte sulle priorità di intervento nelle grandi opere pubbliche, sulle opportune strategie per futuribili piani energetici, sulla tutela dell’ambiente, rimangono buoni propositi che difficilmente si possono tramutare in azioni legalmente efficaci e gestibili.

Questo perché viviamo in un contesto civile dove l’immagine fine a se stessa la fa da padrona, relegando il contenuto delle idee in seconda linea. L’obiettivo primario per uscire dalla crisi senza ritardi tecnologici irrecuperabili in un contesto di globalizzazione, è la ricerca di persone, indipendentemente dalla loro collocazione politica, che riconoscano il sacrificio allo studio, il sapere professionale per il miglioramento sociale e non per l’arricchimento personale, l’indifferenza al bombardamento mediatico che presenta sempre di più modelli dell’avere facile e non dell’essere con sacrificio.



Altro ostacolo, una volta trovate le persone ritenute giuste, è una divulgazione scientifica e tecnologica corretta e allo stesso tempo efficace nel messaggio trasmesso, che cerchi di sopperire al grave arretramento culturale che stiamo vivendo, dovuto ad una scuola ormai incapace di trasferirire formazione adeguata e ad una televisione priva di contenuti critici. Già, la televisione fa entrare nelle case di tutti noi modelli dai dubbi valori etici, infatti, risultano ingannevolmente vincenti personaggi che urlano più degli altri, che offendono più degli altri, che si spogliano più degli altri.

Chi studia, chi si impegna nel sociale, conquistandosi giorno dopo giorno una professionalità ed una competenza, spesso vive ai margini della visibilità collettiva, ed è consapevole di non essere modello emulativo. Il sogno è diventare velina, tronista, letterina, figurante di programmi televisivi, di reality  show (dall’inglese traducibile come spettacolo della realtà), attraverso selezioni basate sulla qualità dell’apparire. Altro discorso è la desueta via dello studio in generale e di quello scientifico in particolare, dove il sacrificio non è riconosciuto dai più, perché poco gratificante rispetto ai modelli sopra indicati.

Il paese delle veline e dei tronisti è destinato ad un declino culturale senza precedenti, sono indicatori eloquenti i laboratori di ricerca, supportati sempre di più da ricercatori indiani e cinesi; gran parte degli italiani invece, grazie ad una scuola in piena crisi e ad una disoccupazione dilagante, si può solamente accomodare, per seguire i soporiferi programmi televisivi delle tv commerciali. Oggi, per assurdo, se attraverso una studiata operazione mediatica, una velina dichiarasse l’assoluta sicurezza agli eventi sismici del ponte sullo stretto di Messina, questa dichiarazione avrebbe una maggiore valenza comunicativa sulla popolazione rispetto a qualsiasi anonima valutazione tecnica di esperti del settore. Forse si può ancora ripartire, costituendo, per provocazione, un partito contro i futili palinsesti televisivi che annebbiano le intelligenze e le coscienze. Come ci siamo ridotti!

Commenti all'articolo

  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.212) 28 marzo 2009 14:11

    Non riesco a cogliere, nell’articolo, una risposta ad una domanda da me mai posta nel tuo scritto precedente.

    Sono d’accordo invece con l’analisi della situazione disastrosa in cui già versiamo e che vediamo aggravarsi di giorno in giorno sui temi della cultura, della scienza e più in generale dell’ignoranza che attanaglia il paese, ben coltivata da chi muove le redini per poter continuare imperterrito le proprie deleterie azioni nella catalessi generale del paese "delle veline e dei grandi fratelli" (ed aggiungo del "pallone").

    Concordo meno sull’inutilità del "nostro" ragionare fuori dalle imposizioni/imposture di ’regime’ elaborando proposte che, con grande sforzo, si cerca di portare alla luce e far conoscere: insomma, voglio solo ribadire che NON TUTTO E’ PERDUTO.
    Esistono ampie fasce di popolazione che non sono cascate nel tranello ipnotico del bipartitismo o del ’meno peggio’. Ampie fasce di popolazione che continuano, in misura crescente, a praticare forme democratiche di discussione e di proposta sui temi reali del paese e che quotidianamente lavorano affinchè la partecipazione sia sempre maggiore.
    Molto realisticamente, tutti siamo coscenti del fatto che la strada è un’enorme salita, ma nessuno è scoraggiato nel percorrerla. La speranza è che, crescendo, ne possa nascere una forza politica ’efficace’ ed impostata alla massima serietà e buon senso: in fondo basta leggere lo Statuto e l’Etica del movimento per ritrovarvi princìpi e modi che, mi auguro, la maggioranza degli italiani vorrebbero vedere applicati nella gestione della cosa pubblica.
    Saluti.


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