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Rifiuti quale emergenza?

L’emergenza rifiuti a chi interessa oggi? Siamo realmente di fronte ad un triste caso di caos generale? Da istituzioni impotenti e disorganizzate a partiti politici distrutti a società partecipate e municipalizzate in declino? È la metamorfosi che trasforma le ATO e mette a nudo problemi e disordini al suo interno e pone per la prima volta in vista importanti mancanze di servizio da parte delle ditte appaltatrici? In realtà non è solo il comune di Giarre che si accorge che l’Aimeri non fa bene il suo lavoro, ma la colpa è chiaramente dell’Ato. Già l’Ato è la mente pensante, immaginatela come la dirigenza di un’azienda e l’Aimeri solo la forza lavoro. La dirigenza dà degli indirizzi di operosità e di mansioni, la forza lavoro si limita a non rispettarli o li rispetta in parte. Si è esattamente questo quello che oggi viene rimproverato nel sistema.

Qualcuno, più temerario e con meno legami politici, arriva anche a pensare che è il sistema delle ATO il male di tutto, ma non pone nulla per risolverlo. Di buon grado bisogna accettare le regole imposte dal passato governo regionale, sino all’insensatezza della “riforma delle ATO” che le riduce da 27 a 10 le ATO, ma senza tener conto che accorpando territori nettamente diversi e distanti spesso tra loro la gestione del servizio peggiorerà in maniera esponenziale. Identico sistema avviato nella riforma sanitaria in Sicilia, per mano di lombardiani, cattodemocratici e finte realtà di sinistra moderata (piddini) che ha portato un sistema di tagli sulla qualità del servizio e sul servizio stesso senza negare privilegi e consulenze delle aree dirigenziali, senza ridurre i reali sprechi negli organigrammi e nei costi generali di mantenimento, ma soprattutto non si è posto freno a quel dilagante “investimento” della Regione Sicilia in favore delle cliniche private.

Non abbiamo ancora ben chiaro cosa il neo presidente Crocetta abbia in mente di fare. Immancabilmente dovrebbe scardinare il sistema, dovrebbe semplicemente impegnare al meglio i territori, eliminare inutili macchine burocratiche territoriali e organismi costosi come le ATO per poi riportare la raccolta dei rifiuti a gestione comunale (o di piccoli consorzi territoriali autonomi) atti a rendere pulite le nostre città, affidando servizi come lo spazzamento ai medesimi comuni (con eventuale libertà di affidamento dei lavori a terze società magari impiegando categorie sociali deboli). In definitiva, dopo una raccolta accurata, si dovrebbe conferire nelle discariche i rifiuti non differenziabili e nei centri di smistamento e riciclaggio tutto ciò che possa essere riciclabile. Una proposta come mille che potrebbero essere subito messe in movimento, ma si preferisce mantenere oggi sistemi mafiosi centralizzati e tenersi i rifiuti per le strade, per le periferie e non pensare minimamente al riciclaggio come unica fonte di ricchezza e risparmio economico. Oggi si preferisce immaginarla come una perdita di tempo, un servizio imposto dalla legge e non dalla moralità, boicottato da uno sfrenato consumismo e da una palese volontà dei poteri forti che gestiscono le discariche di indifferenziato, con costi di gestione e inquinamento inverosimile.

Parlare oggi di strategia rifiuti zero quando si fa di tutto per evitare che il sistema funzioni, che l’indotto decolli e crei occupazione mi lascia perplesso.

Serve un aiuto dalle istituzioni ma un interesse e una forte volontà da parte dei cittadini di voler oggi cambiare e migliorare un’emergenza rifiuti che durerà.

Nella foto: Fondachello-Mascali, esempio di mancato servizio e non differenziata

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.41) 1 dicembre 2012 18:56

    PaoloM.
    L’articolo di Concetto Barone è soprattutto interessante nella sua conclusione: infatti per avviare concretamente la raccolta differenziata noi cittadini dobbiamo renderci conto del male che ci facciamo a non farla.
    Per questo però è fondamentale che le istituzioni pubbliche ci controllino, puniscano, insegnino. Invece esse mancano del tutto in questi compiti, oltretutto a costo zero!
    Un esempio da Roma, dove spesso i punti di raccolta dei rifiuti sono composti da un cassonetto blu (plastica ecc.) uno bianco (carta) e due o addirittura tre neri (indifferenziato).
    Come dire: usate molto i neri e poco il "resto". 

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