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Riconoscimento dei diritti umani: pura utopia?!

“Tutti gli esseri umani indipendentemente dalla nascita, dalla religione o dalla condizione sociale sono dotati di alcuni diritti fondamentali e inalienabili”.


Quest’affermazione contenuta nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, approvata nel corso della rivoluzione francese, è stata successivamente ribadita nei documenti programmatici di molti organismi internazionali come l’ONU o la Costituzione Italiana. Il 10 dicembre 1948 difatti, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamò quella dichiarazione che sarebbe diventata di lì a poco la base della vita civile e sociale di ogni singolo individuo.
 
Questa dichiarazione venne poi tradotta universalmente in tutte le lingue conosciute, in modo che potesse davvero rinnovare il sistema giudiziario di ogni nazione mondiale. Ogni individuo o organo nazionale ha il compito, avendo sempre a mente la Dichiarazione, di rispettare e far rispettare quanto enunciato da essa, senza distinzione alcuna. La dichiarazione, come proclamato dall’assemblea generale, doveva essere un’ideale da raggiungere da tutti i popoli e da tutte le nazioni in maniera tale che ogni organo nazionale, avendo sempre a mente questa Dichiarazione, si sentisse divulgatore di essa, operando per la pace ed il benessere comuni.
 
Non sempre però è stato cosi: fin dai tempi più antichi e ancora oggi in ogni angolo del pianeta si evincono continue infrazioni della Dichiarazione, diritti strappati alle popolazioni più povere e di basso rango sociale, ma anche nelle nazioni più potenti, che come tali avrebbero dovuto congiungersi per divulgare questo documento, si sente invece continuamente parlare attraverso strumenti di propaganda nazionale ed internazionale di sempre più nuove violazioni dei diritti.
 
A mio parere queste violazioni vengono attuate anche dal nostro governo, come è accaduto per le richieste fatte dal ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini che col suo nuovo decreto, diventato ormai legge, ha apertamente violato l’articolo 26 della Dichiarazione dei diritti umani il quale dice che “ogni individuo ha diritto all’istruzione. L’istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti”. Ma con la privatizzazione totale di tutti gli istituti superiori come potrà una famiglia con un reddito basso garantire l’istruzione della proprio prole?! A quei ragazzi viene dunque NEGATO il diritto all’istruzione. E questo accadrà purtroppo a numerose famiglie italiane perché oltre a dover pagare ingenti somme per istruire i propri figli,devono anche far fronte alla sempre più vasta e pericolosa crisi economica alla quale non sono ancora state trovate soluzioni adeguate.
 
Viene anche spesso violato il diritto alla giustizia come accade nei numerosi omicidi che avvengono nella nostra nazione, dove però i reali oppressori non sono sottoposti al pieno rigore della legge e si trovano quindi in una libertà non meritata, pronti per commettere altri reati ed infrazioni.
 
Nel corso degli anni sono state create delle società che hanno come unico profitto personale la concretizzazione nella coscienza dei popoli di questi diritti. Molto spesso, però, queste società vengono schiacciate dal soddisfacimento degli interessi dei potenti che mirano a sottomettere il popolo in favore del proprio benessere.
 
Occorre quindi un totale rinnovamento delle ideologie dei numerosi organi sociali, nazionali e governativi che, come tali, avrebbero dovuto operare per il benessere comune, agiscono invece solo per il proprio benessere. Di fatti coloro che detengono potere e privilegi tendono sempre a conservarli, non facendosi scrupolo di ricorrere anche alla violenza.
 
Quest’anno ricorre il 60° anniversario della Dichiarazione dei diritti umani, pertanto si spera che si rinnovi nella fede dei potenti una concezione planetaria di pace e benessere, che guardi con interesse e ammirazione alle continue società che si ergono in difesa di siffatti diritti, e che prendano esempio da esse per sperare, in un prossimo futuro, di poter vivere in condizioni sociali e civili più agevolate e di essere cosi sicuri del totale rispetto della propria persona in quanto tale.

Commenti all'articolo

  • Di lucy (---.---.---.72) 15 dicembre 2008 13:17

    Si è svolta a Roma una lettura collettiva della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, evento promosso dalla Provincia di Roma. Sebbene sia innegabile la valenza retorica di una simile manifestazione, ben venga se può servire ad avvicinare le nuove generazioni ad una maggiore consapevolezza della propria e dell’altrui dignità di esseri umani. Zingaretti faceva notare che non sono molti i nostri connazionali che conoscono realmente il contenuto della Carta, puntualmente bistrattata oltretutto nella maggior parte dei paesi che l’hanno sottoscritta. Per cui, trovo che qualunque manifestazione che contribuisca ad inculcare il senso di una coscienza civile della quale oggi (in un generalizzato clima di intolleranza) noi italiani sembriamo privi, costituisca in ogni caso un segnale positivo, al di là degli intenti meramente celebrativi.

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