• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Referendum Costituzionale: ha vinto il "No" ma resta un fossato ancora più (...)

Referendum Costituzionale: ha vinto il "No" ma resta un fossato ancora più largo tra politica e cittadini

Ha vinto il "no". Una vittoria chiara: quasi 60% ai “no”, 40% ai “sì”. Renzi ha perso, ma ha avvelenato i pozzi.

La vera ferita inferta alla nostra democrazia al futuro dei nostri figli, quella più grave più profonda, che non guarisce anche se ha vinto il “no”è ciò che resta, dopo questa riforma.

E ciò che resta è la spaccatura del paese, un fossato più largo tra il popolo e la politica, il condizionamento del voto, la normalizzazione di questa anomalia della democrazia.
Solo il 4% degli italiani voleva la riforma, il rimanente 96% o non la voleva o era indifferente. E allora è capitato ieri e capita oggi, di chiedersi, dove è nata, e chi l’ha voluta questa riforma.

Se volete sapere dove è nata questa riforma, e chi l’ha voluta, non andate da Renzi, Verdini, Berlusconi, che sono piccoli esecutori di un disegno più grande di loro, andate nell'ufficio studi della JPMorgan, dove hanno preparato il documento "The Euro area adjustment: about halfway there”, e nelle stanze ovattate della BCE, dove hanno scritto la lettera indirizzata al governo italiano.

Volevano un prototipo di costituzione per tutti gli stati europei. Volevano un governo italiano ed europeo, forti verso i cittadini e deboli verso le banche.
Le Banche hanno ordinato, ed il governo ubbidito.

Ha presentato in Parlamento e al voto referendario una revisione della costituzione modellata secondo i desideri del potere finanziario. Un atto servile che peserà sul futuro della nostra democrazia, perché una modifica costituzionale, imposta da due banche private, senza e contro il volere degli italiani, è uno schiaffo alla sovranità popolare, è il trionfo del dominio della finanza sulla politica.

E tutto ciò, ha allargato e allargherà il fossato tra politica e popolo. La Carta appartiene a tutti e così anche la sua riforma, che non può essere derubricata ad atto dell’esecutivo, con disegno di legge dallo stesso presentato, gestito e supportato, anche espellendo dalla commissione riforme, taluni membri dissenzienti.

Se la legge che modifica la Costituzione, diventa un assetto di regole, espresse dal governo pro-tempore, la costituzione cessa di essere percepita come casa comune, per trasformarsi nell’ennesima occasione di scontro senza dialogo, tra maggioranza ed opposizione.

E quando lo scontro tra forze politiche, è senza dialogo, diventa violento, e allora il paese si spacca, con steccati e muri , che attraversano, le famiglie, gruppi di amici e di conoscenti.E tutto ciò ha lacerato e lacererà la convivenza sociale.

Il processo di approvazione parlamentare e referendaria di questa riforma, è stato lastricato da anomalie giuridiche e democratiche, che hanno inciso sulla libertà di voto e degradato la carta e il suo processo di revisione.

Al primo posto di queste anomalie, la illegittimità giuridica e politica del Parlamento che ha approvato la riforma costituzionale. E poi il condizionamento del voto parlamentare con il vergognoso utilizzo del “canguro”, che mette a tacere l’opposizione, e del voto referendario, con l’aggressione mediatica, fatta di spot di slogan pubblicitari, di minacce di promesse, contro spettatori frastornati, impauriti, e comunque incapaci di sottrarsi all’influenza di stampa e tv.

Se la riforma viene pubblicizzata come un detersivo, e ciò avviene a scapito di una buona e corretta informazione sui contenuti della riforma , il voto non è libero. Così come non è libero il voto, se si tollerano interferenze ricattatorie di stati e banche straniere.

Se viene fatto ricorso alla politica clientelare per fare voti per il “sì”, il voto non è libero.

Non a caso Berlinguer, come ci ha ricordato Sabrina Ferilli, diceva che il voto ai referendum è assolutamente libero da condizionamenti, non comporta favori, non coinvolge rapporti clientelari, non mobilita candidati ed interessi di parte.

La libertà di voto, è stata buttata nella spazzatura.

E per finire, la normalizzazione mediatica di tutte queste anomalie, cioè la costruzione, da parte di mass media asserviti o ignoranti, della convinzione popolare che esse non sono gravi errori da evitare e non ripetere, ma normali esempi da seguire per il futuro.

E tutto ciò è un precedente pericoloso per le future modifiche costituzionali, e rischioso per la nostra democrazia.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità