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Roma: vittima di razzismo alla fermata dell’autobus

ROMA: Giovane italiana dai tratti tipicamente nordici, discute con l’autista di un autobus e dopo essere stata scambiata per extracomunitaria, viene invitata a scendere dall’autobus.

Giovedì pomeriggio, intorno alle 17.30, uscendo da un negozio in Via di Boccea, davanti alla fermata dell’autobus, mi sono imbattuta in una scena a dir poco vergognosa.

Una giovane psicologa che stava aspettando l’autobus 905 per tornare a casa, confessa di essersi distratta per un attimo e che subito dopo ha visto che l’autobus che stava aspettando aveva appena fatto la fermata dietro ad un altro mezzo di linea, così si è affrettata a segnalare all’autista del mezzo, ancora alla fermata seppur con le porte chiuse, di farla salire.

In tutta risposta l’autista, da vero gentleman, ha spalancato le braccia accellerando e partendo in direzione Casalotti.

La ragazza, che si trovava proprio davanti alla porta chiusa, per istinto, ha dato un piccolo pugno al vetro, per far notare all’autista che si stava comportando scorrettamente.

L’autista, dopo essersi fermato e aver aperto la porta, è andato su tutte le furie perchè la ragazza salendo gli ha detto in tono ironico "Ha visto che non si è fatto male al dito per aprire la porta!"

A quel punto il gentile autista si è alzato bloccando tutto ed incominciato ad inveire contro la ragazza usando queste frasi:

"Come ti permetti, scendi dall’autobus che quelli come te arrivano in Italia a romprere li c..... (lascio libera interpretazione) e sei pure senza biglietto! Tornatene al paese tuo, non sono un taxi!"

La ragazza, allibita, gli dice che ha il biglietto e che non ha nessuna intenzione di scendere e se necessario, avrebbe chiamato le forze dell’ordine.

A quel punto sono intervenute 2 guardie di una società privata che invece di sedare la situazione, hanno invitato la ragazza a scendere dall’autobus, consigliandole di prendere il numero della vettura per lamentarsi direttamente con l’ATAC, altrimenti sarebbe stata denunciata per interruzione del pubblico servizio, tradotto: una trafila che non finisce più!

Sicuramente più intelligente, si sfoga dicendo che al contrario di tanti paesi extracomunitari purtroppo sa benissimo che in Italia, non paga chi ha torto ma il più debole.

La ragazza, con regolare biglietto dell’autobus, non è un’extracomunitaria ma una cittadina italiana regolarmente residente a Roma, con l’unica colpa di avere un accento ibrido perchè è nata nel nord, ma "dell’Italia", e spesso viaggia per altrettante città per motivi di lavoro.

Però mi domando: "E se anche non fosse stata italiana?"

Beh, in ogni caso, vorrei complimentarmi con tutte le persone sull’autobus che hanno ancora una volta dimostrato il carattere, dicendo: "Signorina lei ha ragione, ma noi, vogliamo tornarcene a casa" ed ancora, complimentarmi con l’azienda che seleziona questi personaggi e li mette al servizio di noi cittadini.

Commenti all'articolo

  • Di illupodeicieli.leonardo.it (---.---.---.180) 29 agosto 2009 16:32

    Pensa a due cose che forse possono apparire poco importanti: la prima alle due guardie giurate, che sono dei privati cittadini e che quindi non rappresentano nessuno se non se stessi; l’altra cosa è che in un futuro prossimo è possibile ,con tutte le privatizzazioni dei servizi che piacciono tanto a chi ,dice, vuole tagliare i costi e rendere i servizi più efficienti, che queste persone ,tipo l’autista per intenderci, lavorerebbero per una società privata e slegata dallo stato, ecco che sarebbe più simile a un tassista che a un autista di linea pubblica. E’ una differenza non da poco: un servizio pubblico è una cosa uno in concessione un’altra.Ovvio che non toglie nulla alla cafonaggine della persona in questione e al modo di fare strafottente e da pugni in faccia che si attira. Due o tre gorilla avrebbero dovuto aspettarlo a fine giornata e dargli una lezione, magari soft, tipo due o tre pugni alla bocca dello stomaco e qualche calcio agli stinchi:così la prossima volta si ricorda di portare rispetto al prossimo.Il discorso extracomunitario o non lascia il tempo che trova in un luogo dove si deve convivere. Quindi educazione e disponibilità senza servilismo.Ho visto più persone gentili che cafone, ma ci sono sempre le eccezioni.

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