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Ridateci il paesaggio democratico!

Chi scrive sui muri , disegna o imbratta monumenti vari è un democratico ?

Muri "zozzi", bus delle autolinee urbane ed extraurbane decorati ( sic!) con incomprensibili graffiti , treni locali e regionali ridipinti come i metrò del Bronx , perfino monumenti austeri e sacrali violati con bombolette spray multicolori con effetti cromatici devastanti.

 

Un inquinamento paesaggistico che ha ormai colpito buona parte delle nostre città, ma anche i borghi millenari arroccati sugli aspri contrafforti alpini ed appenninici..

Chiunque è libero di esprimere come vuole la propria destrezza creativa e cromatica ma, da sempre, l’artista realizza su una tela, una tavoletta o foglio la propria opera per essere talvolta apprezzata, acquistata ed esposta in un ambiente privato o pubblico.


Oggi il discorso è diverso: superando la millenaria versione democratica della esposizione di un proprio manufatto solo quando viene richiesto, oggi, con una volontà assoluta del writer che scrive, colora o insozza ogni spazio libero che trova siamo arrivati ad un diffuso "paesaggio antidemocratico".

Perfino manufatti in costruzione sono aggrediti da "graffitari in astinenza" con risultati davvero drammatici per il paesaggio nel suo complesso.

Il paesaggio urbano ed extraurbano non è più quindi il frutto di una evoluzione naturalistica ed antropica, per questo democratica, per la sua causalità temporale e consequenziale, ma contiene invece "forzature ed imposizioni" visive e cromatiche che hanno alterato il naturale impianto paesaggistico.

Ci meravigliamo quando talvolta viene sottolineato lo schiaffo paesaggistico prodotto da un tratto autostradale collocato in una ridente vallata o da un grosso edificio (ecomostro) costruito sulle rive di una bella scogliera mediterranea .

Mi sembra però che nessuno, per ora, abbia sottolineato con giusta forza questa forma subdola di inquinamento visivo realizzato da schiere di "imbrattatori maldestri".

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