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Quanto si prende lo Stato in tasse

Più che i discorsi generali, un esempio concreto fa capire quanto può prendersi lo Stato in tasse da un cittadino - e darci la chiave per comprendere perché negli ultimi anni ci sono stati quasi 1000 suicidi dovuti al Fisco.

A volte fare un esenpio, nella sua nuda e cruda particolarità, vale più di esprimere un’opinione. Per questo ho preso un caso reale e ho calcolato che cosa vuol dire la tassazione in Italia per una singola persona. Il caso è reale, ripeto, anche se non posso citare la persona con nome e cognome per motivi di privacy. Il foglio Excel con cui ho fatto i conti può essere ricavato dalla tabella riportata qui in fondo.

Il conteggio che segue è semplificato e approssimato (per esempio, non tiene conto delle aliquote Iva diferenziate né delle detrazioni per i redditi bassi, e non calcola l’effetto di un eventuale ritiro dalla cedolare secca), ma per farlo preciso dovrei rivelare dati sensibili e per di più avere le competenze precise di un commercialista. In ogni caso il risultato è certamente prossimo alla situazione che emergerebbe da un calcolo esatto.

Si parla di una vedova che possiede alcuni appartamenti (in tutto sei) e li affitta, a inquilini fissi alcuni, altri a turisti via AirBnB. Oltre a questo fa qualche lavoretto e ha una piccola pensione di reversibilità. Lavoro e pensione assicurano in misura uguale entrate lorde di 8.000 euro all’anno.

L’incasso per gli affitti è di 31.000 euro. Non c’è male, no? Però è solo il ricavo, al lordo di spese e imposte. Bisogna anche notare che affittare ai turisti comporta anche svolgere qualche lavoro: pulizie, riparazioni, ecc. Non è la stessa cosa che staccare una cedola.

Le spese sono alte. Spese condominiali, utenze, detersivi, ricambi, riparazioni, lavori di casa, un minimo di viaggi (gli immobili non sono tutti nella stessa città), un commercialista… senza contare le spese che sono prese direttamente in carico dagli inquilini, si parla di 12.000 euro all’anno.

Anche il lavoro, troppo modesto per giustificare l’apertura di una partita Iva che consentirebbe di detrarre i costi ma ne aggiungerebbe molti altri e pesanti adempimenti, comporta costi per circa 500 euro all’anno.

Il Fisco italiano non consente in alcun modo di detrarre tali costi dai ricavi per pervenire al reddito. O meglio, te lo lascia fare (e come potrebbe proibire un semplice calcolo!) ma non consente di determinare in quel modo l’imponibile. Addirittura, se un inquilino non paga, lo Stato considera quello che non ti è stato pagato come facente parte comunque dei ricavi. (Non è il caso della vedova; per sua fortuna, gli inquilini e i turisti pagano, anche se spesso costringono a effettuare solleciti o sopportare attese.)

Le imposte sulle case (le varie Imu, Ici, Tasi-mona-e-paga, ecc., che cambiano di nome ogni anno ma non scendono mai) sono 9.000 euro. L’imposta sui rifiuti, per la sola parte che non tocca agli inquilini, è 1.500 euro. Per gli affitti la vedova ha scelto la cedolare secca, e paga il 21% di quanto incassa (senza detrazione dei costi), quindi 6.510 euro. Totale di queste tasse, 17.010 euro.

Sui redditi di lavoro e di pensione, all’aliquota del 27%, l’imposta è di 2.160 euro.

Pagate spese di produzione e tasse, alla vedova restano 7.330 euro. Proprio così: 7.330 euro. Che ovviamente spende tutti, per alimentarsi vestirsi e riscaldarsi.

Ma attenzione! Su ogni cosa che acquista, è dovuta un’Iva del 22%. In tutto altri 1.630 euro che vanno allo Stato.

Alla vedova restano 5.717 euro all’anno. Questi remunerano il suo lavoro, incluso quello (non trascurabile) per poter offrire in affitto le case.

Se si vanno a fare i conti, come li ho fatti io con il foglio Excel, il prelievo fiscale complessivo sul reddito (ottenuto sottraendo dai ricavi i costi e rapportando il prelievo al risultato della sottrazione) è il 78%. Un livello da servitù della gleba.

Con l’ultima frase siamo passati a dare un giudizio. Perché è possibile una situazione di questo genere? Perché l’opinione pubblica identifica sovente il possedere case con l’essere ricchi redditieri, ed è tollerante dei pesi addossati ai proprietari. Perché alcuni riescono ad evadere le tasse (la vedova no: dichiara tutto). Perché molta gente ancora non si rende conto e tira avanti come può, attingendo al proprio patrimonio in attesa che le cose migliorino. Ma sopra tutto perché non si vede come cambiare qualcosa. In una situazione come questa, vendere le case è difficile, dunque bisogna continuare a pagare spese condominiali e tasse. Andare via dall’Italia è duro per chi non ha più vent’anni.

Naturalmente, qualcuno potrebbe dire che sarebbe meglio se nessuno avesse più di una o due case. Una posizione di estrema sinistra marxista o anarchica potrebbe anche pensare che non ci debba essere la proprietà privata delle case. Ma questo è possibile senza compiere grosse ingiustizie solo se scattano davvero le altre garanzie previste in quel contesto ideologico: piena occupazione, maggiore eguaglianza dei redditi, imprenditorialità collettiva.

Traete voi le conclusioni. E se non ci credete, perdiana!, prendete il foglio Excel e ripetete i calcoli su persone che conoscete.

 

Schema dell'esempio di tassazione (tabella)
                 
    +   -        
                 
  Affitti  € 31.000,00    € 12.000,00 Spese per poter affittare  
         € 500,00 Spese per produrre il reddito  
  Lavoro  € 4.000,00            
  Pensione  € 4.000,00    € 9.000,00 Imposte sulla casa    
  Totale Introiti  € 39.000,00    € 1.500,00 Rifiuti      
         € 6.510,00 Cedolare secca 21%  
         € 2.160,00 Imposte sul reddito 27%  
  Reddito lordo  € 26.500,00            
         € 19.170,00 Somma tasse escl. IVA  
  Reddito netto con IVA  € 7.330,00    € 1.612,60 IVA 22%    
                 
  Reddito netto   € 5.717,40    € 20.782,60 Somma tasse incl. IVA  
                 
                 
  Prelievo fisc. % 78%            
                 

Foto: efile989/Flickr

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