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Quanto c’è bisogno di parole al femminile

Quando due donne si alleano per raggiungere un obiettivo, state certi che quell'obiettivo sarà raggiunto

E' una specie di mantra che potete utilizzare ogni volta che qualcuno rimette in circolo il solito, vecchio, refrain: le donne insieme non vanno da nessuna parte, litigano e basta. O roba del genere.

Succede spesso. Quando nasce un sodalizio al femminile, qualcuno prova a sabotarlo. A volte sono gli altri, ma a volte, siamo noi.

E così, mentre ascoltiamo questi alert e ci convinciamo che siano veritieri, persino assecondandoli, intorno a noi qualcuno guarda compiaciuto per essere riuscito, ancora una volta, a separare ciò che invece dovremmo tenere inseme, perché insieme potrebbe diventare qualcosa di davvero potente.

Non so se è per contrastare questo refrain (io sono, come si direbbe in piemontese, una bastian contraria) o perché lavorare con le donne, soprattutto con certe donne, mi piace parecchio, sta di fatto che la cooperazione sono andata a cercarmela e per di più intorno a un tema che da sempre mi interessa molto, come ben sapete: la comunicazione.

Che poi ci avevate fatto caso, vero? La comunicazione è un sostantivo femminile singolare che nel caso che intendo presentarvi funziona al plurale. Speriamo benissimo :-D

La nostra scommessa, due donne insieme a parlare di comunicazione

 

Le scommesse mi piacciono perché mi piacciono le sfide. E sembra che anche Elena Aloise non sia molto differente :)

Lei è un'esperta di formazione, cura un blog che si chiama Comunicazione efficace, e ci conosciamo da una vita. Ma non avevamo mai messo insieme le nostre competenze.

Poi un giorno ci incontriamo di nuovo dopo molto tempo ed io le racconto di questa passione per la comunicazione, del blog, e..... il resto lo conoscete già.

Da allora è passato un anno e mezzo e tra le pieghe delle nostre vite lavorative piuttosto intense abbiamo cercato e trovato uno spazio per sperimentare una strada insieme: parlare della comunicazione al femminile, intesa come comunicazione di contenuti ed emozioni.

In un mondo piatto fatto di regole uguali per tutte e di nozioni da apprendere e da applicare, come se comunicare fosse al pari di risolvere un problema matematico, noi ci siamo convinte che soltanto noi stessi possiamo colorare la nostra comunicazione in modo efficace.

Ma perché c'è tanto bisogno di parole al femminile?

Naturalmente ci sono molteplici studi che distinguono la capacità comunicativa di un uomo e di una donna, diversa per scelta delle parole, dei gesti, dell'energia che ci mettiamo. Ma senza oggettivare troppo, anche noi stesse o noi stessi, nella nostra vita quotidiana, saremmo in grado di comprenderne le differenti sfumature, semplicemente badando alla nostra esperienza.

Il pathos, le espressioni del viso, la struttura del linguaggio. Quest'ultima, come sosteneva Foucault, davvero potere, oggetto e soggetto del potere.

Un potere che ancora si trova strettamente legato in mani maschili, nonostante tutto quello che abbiamo fatto e che ancora stiamo facendo per favorire un processo all'incontrario. Dobbiamo pur superare l'asticella del 30% di donne nelle istituzioni, Parlamento compreso, o no?

Dunque si diceva del linguaggio: se siamo d'accordo sul fatto che sia il linguaggio a costruire la realtà rappresentandola, è evidente che la proprietà di linguaggio, intesa come la capacità di dominare la lingua e di creare parole che definiscano e raccontino mondi o parti di essi, magari sconosciuti, è fondamentale.

Ora, come possiamo esercitarla? Usando il mezzo più comune di linguaggio a nostra disposizione, la parola!

E qui viene il difficile. Perché assumere l'intenzione di definire e individuare la realtà che si vuole rappresentare ha bisogno di coraggio e di un minimo di preparazione.

Pensate a voi stessi quando dovete sostenere un'importante prova. Forse non ripassate nella mente le frasi più corrette e dal vostro punto di vista? O più efficaci, per raggiungere l'obiettivo che vi siete prefissati?

Ebbene, in questo caso state facendo pratica di comunicazione!

Ma se questo processo per qualche ragione si ferma, si blocca o viene represso, perché temiamo di non essere compresi o ascoltati o considerati, allora che ne sarà della comunicazione?

Pensate che qualcun altro sosterrà le nostre tesi o argomentazioni? Nossignore, specie se si tratta di argomentazioni a voi molto vicine e agli altri molto lontane.

Vi porto un esempio di urgenza di linguaggio e parole al femminile

L'altro giorno mi è capitato di affrontare una discussione intorno al tema della disparità salariale tra uomini e donne. Un ricercatore che stava illustrando lo stato del'arte della disparità tra i generi attraverso cifre e argomentazioni, a un certo punto, per descrivere la distanza di ben il 30% della futura pensione di una donna rispetto a quella dell'uomo, a parità di altre condizioni che non fossero il genere, utilizza un avverbio che mi ha molto infastidita. La frase suonava più o meno così:

E poi, ovviamente, le donne guadagnano meno, molto meno.

E passava all'argomento successivo, in cui illustrava alcuni aggiustamenti possibili, che non consideravano le discriminazioni di genere.

Mi sono soffermata molto su questo avverbio. perché non nascondo che mi abbia molto infastidito. Cosa vuol dire ovviamente?

Nessuno è tornato sull'argomento, dunque dovevo farlo io. E naturalmente mi ci sono buttata subito, chiedendo di individuare forme di anti discriminazione, pratiche soluzioni, perché la differenza tra i generi c'è nella società e noi la conosciamo bene, ma bisogna pur smettere di denunciarla e correggerla. Punto e basta.

Cosa vi dice questo stile di comunicazione?

Non vi viene in mente una buona dose di concretezza? E poi, secondo voi, un uomo avrebbe fatto la stessa osservazione con la stessa enfasi?

Impossibile, perché non misura quella stessa condizione sulla sua pelle ogni giorno, direttamente o indirettamente, come capita a me e a chissà quanti di voi.

Ecco cosa intendo per necessità di comunicare il femminile. Se non lo fate voi, non lo farà nessuno. Ci aspetta un compito non da poco, non è così?

Allora, esiste o no questa comunicazione al femminile?

Non esiste una comunicazione femminile, ma esiste una comunicazione del femminile, la trasmissione cioè di ciò che è insito in ciascun essere vivente e che riguarda quella parte che spesso teniamo nascosta perché è fatta di emozioni, di approssimazioni, di dubbi e di timori. Ma anche di spontaneità, di energia e di accoglienza.

Con una capacità fondamentale, l'ascolto.

Nulla è più importante per un buon comunicatore della capacità di ascolto. Insieme alla comprensione, costituiscono la specificità del femminile.

Così martedì 16 maggio mettiamo in gioco noi stesse. Ospiti dell'Associazione Laboratorio delle Donne, noi si parte. Girl power si diceva un tempo,

Se siete nei paraggi, venite a farvi ascoltare e a dire la vostra. Intanto noi ci prepariamo al meglio per offrire un punto di discussione nuovo e differente. Differente come i generi e come le esperienze che rappresentiamo.

E voi, quali pensate che siano le caratteristiche della comunicazione femminile? Soprattutto, pensate che esista davvero una comunicazione del femminile?

Questo articolo è stato pubblicato qui

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