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Processo Speranza: archiviato anche l’ultimo procedimento

Il 4 aprile scorso è stato archiviato l’ultimo procedimento a carico dell’ex ministro della Salute, Roberto Speranza.

 
 

Confesso di non essere stato stupito da tale esito perché da tempo non nutro più nessuna fiducia negli organi giudiziari nostrani, specie quando devono agire nei confronti di un politico.

Ormai, in questi ultimi anni è più unico che raro che esponenti istituzionali vengano effettivamente condannati e anche quando ciò accade (è più facile che geli all’Equatore prima che ciò avvenga) le pene sono talmente lievi da non rivestire praticamente nessun aspetto veramente sanzionatorio.

Non a caso, i pochissimi personaggi condannati si sono spesso rifatti una verginità istituzionale tale poi da tornare a galla e rivestire nuovi incarichi o protagonismi nella vita politica italiana e a volte perfino europea.

Nel caso di Speranza, al di là di qualsiasi considerazione sulle motivazioni del Tribunale dei Ministri, c’è da ricordare un aspetto fondamentale che contraddistingue la nomina dei ministri della Salute in questo ultimo decennio e che non è stato minimamente tenuto conto dai magistrati.

Il termine “Competenza” dev’essere ormai ritenuto un’anomalia da parte della classe dirigente nostrana nella scelta dei ministri.

E per quanto riguarda il dicastero della Salute, sarebbe stato doveroso nominare un ministro che avesse dimostrato di avere effettivamente una cognizione di causa della materia che era chiamato ad affrontare, ovvero la Scienza medica.

È davvero scandaloso quanto inaccettabile in una società che si pretende civile e di livello avanzato come la nostra, che un laureato in Scienze Politiche sia stato chiamato a dirigere per ben due volte un dicastero di tale importanza per il bene della collettività.

Ed è quindi perfettamente inutile quanto assurdo non soltanto che poi un ex ministro rivendichi di avere agito in modo irreprensibile nella conduzione di tale missione, quando non aveva assolutamente alcuna capacità né conoscenza per affrontare temi relativi alla sanità pubblica.

E a maggior ragione quando si è trattato di dover prendere delle decisioni cruciali per affrontare la pandemia del Covid.

Ritenere Speranza del tutto estraneo alla gestione quantomeno discutibile di tale fenomeno e delle conseguenze disastrose che si sono materializzate successivamente sullo stato delle prestazioni erogate dal SSN, significa di fatto legittimare l’incompetenza ai massimi vertici istituzionali di questo Paese.

Quindi a prescindere dalle decisioni della magistratura i risultati dell’impreparazione lampante del ministero della Salute da parte di tale soggetto rimangono comunque evidenti e non sarà certo una sentenza di archiviazione a poter modificare la realtà dei fatti.

In un Paese normale, ma soprattutto civile, si sarebbe provveduto a nominare a tale incarico un luminare autorevole della Scienza medica e non certo un laureato in Scienze Politiche!

Purtroppo, questa è l’Italia di oggi in cui la politica è ormai talmente autoreferenziale da avere smarrito del tutto il buon senso e una componente non indifferente della magistratura sta percorrendo le stesse orme dimostrando di non esserne più un contraltare efficace.

 

Yvan Rettore

 

 

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