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Processo Scazzi, parla Ivano: il rapporto con Sabrina troncato a pochi giorni dal delitto

Alla Corte d’Assise di Taranto è iniziata la terza udienza del processo per l’omicidio di Sarah Scazzi

 
Si tratta di una giornata molto importante: sul banco dei testimoni, in questo momento, è seduto Ivano Russo, il ragazzo che, secondo l’accusa, rappresenterebbe il “movente” del delitto. Russo, infatti, sarebbe stato conteso tra le due cugine Sabrina Misseri e Sarah Scazzi e, proprio per un’incontrollabile gelosia, Sabrina avrebbe ucciso la povera Sarah. 
 
«Con Sarah avevo un buon rapporto. La mia impressione è che sentisse la lontananza di padre e fratello, che erano lontano per lavoro, e mi vedesse forse come figura paterna. Spesso voleva essere abbracciata, e la abbracciavo. Una delle ultime volte che mi abbracciò mi disse “Ti voglio bene” e io le dissi “Anch'io ti voglio bene”». 
Ecco le prime parole pronunciate da Ivano a proposito della vittima. E ancora:
 
«Ho conosciuto Sabrina e Sarah nel dicembre 2009. 
Con Sabrina inizialmente ho instaurato un rapporto di amicizia, Sarah era più piccola e con lei ci voleva particolare attenzione perché la nostra comitiva era di adulti». 
Poi il testimone si concentra sul suo rapporto con Sabrina, ammettendo che a pochi giorni dal delitto qualcosa era cambiato:
 
«Con Sabrina si instaurò mano a mano un rapporto confidenziale. 
Ad un certo punto però vidi da parte sua atteggiamenti ambigui, complimenti che andavano oltre. 
Le ho chiesto se per lei era ancora amicizia o qualcos'altro, e lei mi disse che era amicizia. 
Ma pochi giorni prima che Sarah morisse ho deciso di troncare il rapporto perché non mi convinceva, e mi sono allontanato anche per non farla soffrire».
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