• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Primo maggio: de profundis del lavoro

Primo maggio: de profundis del lavoro

Primo maggio festa del lavoro. Un lavoro che non c'è e quindi è al lavoro che “hanno fatto la festa”. Le cure in corso, a base di riforme, stranamente costituzionali e istituzionali, sono da cavallo, eppure il malato si aggrava ogni giorno di più. 

I dati Istat parlano di una disoccupazione giovanile attestatasi al 42,7% della popolazione tra i 18 anni in su; un’altra buona metà di essi, o non cerca lavoro, perché non c’è proprio, oppure l’ha cercato ed evidentemente, trovato all’estero. Semmai ci siano occasioni lavorative in Italia, quelle sono relative al mestiere di parcheggiatore abusivo oppure di porta spesa nei supermercati, al costo standard di un euro a carrello. Anche i giovani dovranno prima o poi invecchiare e quindi questa pestilenza passerà prima o poi; forse è su questo che fanno affidamento i “lecca pezze” italiani che sono al Governo.

Se questa situazione fosse stata quotata dai bookmaker, non ci avrebbe indovinato neppur il più incallito e “culuto” degli scommettitori; perché nessuno mai avrebbe potuto immaginaare che si sarebbe cominciato a segare il ramo sul quale si è tutti appollaiati, e invece… Chi l'avrebbe mai detto che saremmo arrivati nell'era della globalizzazione e dell'Europa con le toppe al sedere, così alienati, senza speranza, così poveri e senza alternative. In questa Italia in svendita, le contraddizioni si amplificano sempre più,crescono le diseguaglianze e presto molti più posti di lavoro si perderanno, giacché adesso tocca ai dipendenti pubblici, magari subito dopo che si sarà completato il lavoro con quelli delle industrie di un tempo, come la Lucchini di Piombino, o i cantieri navali di Genova, ma più in generale con ciò che resta delle eccellenze italiane, oramai nelle mire di speculatori che con quattro soldi acquistano l’Italia a spizzichi e bocconi come da una schiera di “vu cumprà” italiani doc.

Chi dovrà dunque festeggiare il primo maggio? I lavoratori di Alitalia in esubero? Quelli dell’Electrolux e di Eutelia che, pur essendo costituite da manodopera specializzata, questa viene posta davanti all'aut aut- aut della mobilità o del prepensionamento. Cosa festeggiare se non la morte dei diritti, con stipendi dimezzati e ricatti di ogni genere, sempre più pressanti, che obbligano a accettare sacrifici pur di mantenere quantomeno il diritto alla sopravvivenza. Sembrano essere passati secoli, ma da quel lontano 1945, quando la festa del lavoro, abolita nel ventennio fascista, venne ripristinata è cambiata la mappa dei bisogni e delle aspettative sempre più ridotte all'osso.

Il concerto del primo maggio organizzato dalle confederazioni sindacali ha il sapore di un "de profundis" e chissà se i sindacati si rendono conto di dove stiamo andando , di cosa ha bisogno la gente, poichè anche la dignità è stata soppressa ed è come un treno su un binario morto. Primo maggio, sotto un cielo incerto, con un tempo che metereologicamente non promette niente di buono, neppure lui. Più che festa del lavoro, il primo maggio del 2014 sarà ricordato da famiglie costrette a vivere in roulotte, da uomini giudicati vecchi dal mercato, ma troppo giovani per andare in pensione, relegati a vivere ai margini come barboni, da uomini e donne sempre più sofferenti per una crisi ed un'Europa alla quale non interessano i bisogni della gente, ma chiede soldi, rientri dal debito, interessi sui prestiti; anche quelli contraatti, a suo tempo, in lire, ma rivalutati in euro grazie all’infelice trovata del “Mortadella” nazionale.

E’ una “Via crucis” senza soluzione di continuità. Prima maggio: funerale per la dipartita della democrazia e di una repubblica fondata sul lavoro che sta per essere sostituita da una monarchia che il lavoro non lo prevede nemmeno, poiché esso è in corso di sostituzione con la schiavitù…

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità