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Polillo: meno ferie per aumentare il Pil

La proposta del sottosegretario all'Economia Polillo: rinunciare a sette giorni di vacanza, per aumentare la produttività del paese.

La soluzione sembra semplice e lineare, diminuire le ferie farebbe aumentare il Pil del paese di almeno un punto percentuale nel breve periodo. Contrazione dei costi (visto che ancora, e per fortuna, le ferie sono pagate) e aumento della produzione, nello stesso tempo, potrebbero far pensare a questa idea, come a un colpo di genio in un deserto sconsolante di proggetti concreti.

L'affermazione è uscita a margine di un convegno a Roma, Polillo aggiunge che c'è necessità di colmare il gap che esiste tra uscite ed entrate, per sostenere i nostri consumi interni, che è stimato intorno ai 50 miliardi, solo negli ultimi anni, soldi che vengono reperiti con prestiti dall'estero e che, ovviamente, non sono più sostenibili.

Il sottosegretario dell'economia è convinto che i sindacati, per il benessere generale, riuscirebbero a trovare correnti interne "illuminate, che sosterrebbero l'idea, persino nella Cgil, quindi non trova ostacoli e ragioni che potrebbero impedirne l'attuazione a breve". Ma gli italiani?

Tutto questo sarebbe molto ragionevole, se fosse coadiuvato da un sensato piano, in cui, ai sacrifici della classe dei lavotori, venisse accompagnato, anche il supporto di tutte quelle caste privilegiate, che finora, una mano all'Italia, in affanno, non l'hanno proprio data, da un razionale taglio agli sprechi e alle spese di macchina burocratica antiquata e pesante, da un miglior investimento dei capitali che possano in un futuro dare frutti e, non solo, tappare buchi (e per me, questo significa investire molto di più nella ricerca).

Non si può chiedere un ulteriore sforzo se non si è disposti a cedere per primi, la trovo una questione di etica. Etica che da troppo tempo è scomparsa dalla faccia di una politica completamente addomesticata dall'economia (e abbiamo visto dove tutto questo ci ha portato). Le scelte forti possono essere tollerate, da qui in poi, solo se fatte da personalità forti, preparate, competenti e, più di tutto, moralmente allineate con i programmi che presentano.

Inoltre, da profano, mi chiedo come aumentare l'offerta, in un periodo di contrazione della domanda, possa essere in qualche modo utile? Non sarebbe più corretto mettere in discussione questo dogma e cercare, contemporaneamente a tale risposta, nuovi strumenti utili per la ripresa del consumo, che, poi si traducono nel tanto temuto spauracchio della ridistribuzione del reddito, trovando quindi una doppia spinta per la nostra economia tremolante e timida?

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.210) 18 giugno 2012 22:35

    Piu’ che diminuire le ferie bisognerebbe fare in modo che le aziende e gli esercizi commerciali non chiudano piu in agosto. Se le si rompe un rubinetto da metà luglio in poi l’idraulico le risponde con un sorrisetto: "non se ne parla fino a settembre"! lei rimane senza rubinetto e in piu’ non spende soldi, cosi il PIL cala.


    Se é rimasto a casa in agosto, a Milano, e vuole andare a mangiare una pizza, presto cambierà idea perché non c’é una sola pizzeria aperta. Lei non mangia la pizza e in più il PIL cala.

    Se un cliente giapponese vuole un ricambio per la sua macchina utensile italiana il telefono suonerà a vuoto. L’azienda farà una figuraccia (il giapponese penserà che é fallita), il giapponese rimane senza pezzo e il PIL cala.

    In qualsiasi altro paese del mondo non si fanno meno ferie che in Italia, ma le aziende non chiudono mai. 
  • Di (---.---.---.71) 19 giugno 2012 06:18

    L’attuale governo: dilettanti allo sbaraglio e assolutamente incapaci di comprendere i meccanismi economici, nonostante le cattedre universitarie. Sette giorni di ferie in meno significano perdere punti di Pil nel settore più sviluppato: il turismo. E’ facile capire che cosa bisogna fare per sollevare economicamente il nostro Paese: esattamente il contrario di quello che propongono personaggi come il Polillo

  • Di (---.---.---.179) 19 giugno 2012 10:24

    Prima la tassa sui cani e gatti, poi le ferie : un altro colpo di genio del "professor Polillo"! (e anche lautamente retribuito).
    Con gli stipendi fermi da tempi immemori e la tassazione sempre più opprimente, i pochi che ancora hanno "la fortuna" di avere un posto di lavoro sono costretti ad orari sempre più intensi e ritmi frenetici come risultato dei continui tagli e razionalizzazioni del personale. Mentre un tempo non tanto lontano la posta faceva la posta (non vendevano aspirapolveri etc), la banca faceva la banca (non vendevano polizze e derivati) e via dicendo e ognuno aveva la propria mansione, negli ultimi anni ognuno deve arrabattarsi a saper fare di tutto a scapito della propria professionalità e dell’utente finale.
    Perchè non dormire e vivere con la propria famiglia direttamente all’interno del luogo di lavoro in modo tale da ottimizzare i costi ed essere sempre pronti ad ogni necessità (Cina docet)?
    Sarà forse questa la prossima geniale proposta dell’ esimio Prof. Polillo o di qualche altro suo degno "collega" per risolvere brillantemente la crisi creata da lorsignori con le loro deleterie teorie economiche?

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.92) 19 giugno 2012 11:51
    Damiano Mazzotti

    Per lavorare bisogna avere qualcosa da fare... per avere qualcosa da fare bisogna vendere qualcosa... per vendere qualcosa bisogna saper lavorare... se non sai fare prodotti o servizi buoni o perlomeno accettabili non vendi niente... se lavori di più per vendere servizi e prodotti sottocosto questa cosa serve solo a fallire prima... ci sono piccoli industriali e artigiani che si sono mangiati i risparmi di tutta una vita lavorativa in questo modo e sono falliti lo stesso.

    E fare turismo dando maleducatamente qualcosa in cambio di prezzi altissimi significa perdere molti turismi di anno in anno, facendo la maledetta fine che stiamo facendo.

    e le multinazionali ci godono su queste cose perchè loro i controlli di gestione li fanno.

  • Di (---.---.---.111) 19 giugno 2012 12:50

    dopo l’IMU pure li RTACCI e lavora schiavo! Così alla fine della slegislatura ce trasformiamo in l’IMUTRTACCI.
    Ma dite alle aziende di comprarsi altri 10 robot che producono 24 ore al giorno e di lasciare a casa altri 100 dipendenti, e gli operai che imparino a grattarsi il pelo in ferie tutta la vita.
    Ovviamente è una provocazione, ma non è molto distante dalla realtà.
    Ovviamente si deve dire a Polillo che abbiamo pronto un programma elettronico che gestisce le risorse senza sprechi e che lavora benissimo 24 ore al giorno e che costa poco, e che è opportuno che si licenzi e vada in ferie per sempre anche lui a grattarsi il pelo e a continuare a sparare minchiate.

  • Di Virginia Fiume (---.---.---.142) 24 giugno 2012 10:12
    Virginia Fiume

    E io che in questi giorni pensavo che il mese di agosto dovrebbe essere di ferie obbligatorie per tutti...un po’ di tranquillità aumenta il PIL. Ne sono sicura. 

  • Di pv21 (---.---.---.247) 24 giugno 2012 20:09

    Elitocrazia >

    Polillo afferma anche che bisogna aumentare la tassazione indiretta (Iva, accise, ..) per trovare le risorse per abbassare le aliquote Irpef.
    Forse è convinto che così saranno i più benestanti ad incrementare a tal punto i loro consumi quotidiani da consentire una sostanziosa detassazione dei redditi dei meno abbienti.
    Il tempo non cancella le Voci dentro l’eclissi di uomini esempio di coscienza civile ... 

  • Di (---.---.---.170) 27 giugno 2012 19:20

    Il ministro SCONOSCE che c’è gente che lavora duro tutto l’anno per RIPOSARSI durante le ferie, e nemmeno andare in località esotiche o condurre in ristoranti lo svago con amici benestanti: ricordatevi del vostro meritato riposo piuttosto che del presunto PIL quando dovete lavorare e ricordatelo ai benestanti e a persone che con il lavoro non ci campano, e al ministro che la sua attuale occupazione, non tanto un lavoro, l’ha avuta in maniera esclusiva e non elettiva da parte di chi ha solo il voto per approvare chi ci governa, ma non questi tipi oggi che conducono la vita economica del paese, in quali hanno trovato nuove definizioni per l’italiano: "più PIL per tutti": esautoriamoli, defenestriamoli, prima che facciano i danni che hanno nella loro mente ricca di risorse esclusive. Il ministro ci faccia anche sapere attraverso i suoi colleghi di finanze, piuttosto, come il debito pubblico è soggetto alle attività di quelle società di valutazione finanziaria internazionale che vedono il mondo attraverso il denaro, iò che li anima adesso e quando saranno all’inferno.

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