Piccole storie di ordinaria follia - Le teorie della pentola bucata e del cane affamato

Il campo della politica economica trova sovente denominazioni immaginifiche per le sue più ardite teorie e così è accaduto per quella della “pentola bucata” di De Bonis, Rotondi e Savona e per quella del “cane affamato” dell’ex presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan. Entrambe sono andate a collidere con la pacifica esistenza di Gino, amico del vostro cronista, spesso e volentieri coinvolto in piccole storie di ordinaria follia.
Cominciamo con la teoria della “pentola bucata”, la quale ci è molto vicina perché è nata per spiegare le ragioni al fondo della Questione Meridionale. Secondo questa teoria, individuata un’area economica omogenea, laddove esista per qualsivoglia motivo un grave e costante saldo negativo della bilancia dei pagamenti corrente, l’economia non prospera perché è come se si volesse cucinare una pietanza in una pentola bucata. In sostanza vengono meno non solo le risorse per lo sviluppo, ma anche la stessa attenzione politica ai problemi dell’area perché il sistema economico è tutto preso dall’arduo compito di compensare quello che esce dal buco della pentola (mediante indebitamento, chiedendo risorse all’esterno, con politiche economiche e fiscali di contenimento e così via).
Inutile dire che è proprio questa, e da decenni, la situazione del comune in cui abita Gino: indebitamento pubblico estremo facendo ricorso ai derivati e, perciò, con interessi esponenzialmente crescenti, spaventosa recessione economica del settore privato, abnorme aumento della tassazione municipale, ivi comprese azzardate iniziative poi bocciate dalla Magistratura, e così via. Il tutto esaltato dal continuo pungolo regionale, giunto di recente persino a bocciare l’ultimo bilancio presentato.
A questo punto ricadiamo nella teoria “del cane affamato” di Ronald Reagan, il quale assimilò la finanza pubblica al domestico animale, la cui alimentazione, come sanno bene tutti i proprietari di cani, deve essere tenuta sotto stretto controllo per evitare che ecceda con le prevedibili conseguenze del caso. Il cane, per il suo stesso bene, deve essere affamato; e lo stesso deve accadere per le Pubbliche Amministrazioni, ossia devono essere costrette a politiche economiche sobrie tenendo basso il prelievo fiscale.
Tutto a posto, direte voi: ben due importanti teorie economiche rispettate. Ed invece non è così perché talora il cane affamato azzanna il proprietario, ossia, fuor di metafora, le Pubbliche Amministrazioni, spinte verso comportamenti virtuosi, invece di ridurre drasticamente le loro spese ricorrono all’imposizione di tasse e di balzelli ignobili sui cittadini, così finendo per coinvolgere anche il nostro Gino.
L’ultima cosa che lo ha riguardato è stata l’iniziativa comunale di attivare richieste per il pagamento dell’ICI sulle aree edificabili, con cinque anni di retroazione, sanzioni ed interessi compresi, malgrado sinora anche il cittadino di buona volontà non fosse mai stato in condizione di poter pagare questa tassa perché non vi era alcun criterio per determinarla. Dunque una tassa ingiustamente moltiplicata per tre.
Comunque sia di ciò, l’ICI sulle aree edificabili è una vera e propria patrimoniale a tempo indefinito, che, come tutte le patrimoniali, per la teoria della “pentola bucata” di cui sopra, piaccia o no alle sinistre, è una vera e propria castroneria (al punto che, sinora, nessun comune l’aveva attivata). E’ del tutto evidente che è un’imposta che serve a coprire i buchi della pentola, in maniera del tutto scollegata dalla produzione del reddito; e questo, in base ad una terza teoria economica, quella che “non esistono i pranzi gratis”, ne dimostra con solare evidenza l’intima incongruenza. Insomma anche un bambino capisce che se facciamo pagare qualcuno solamente perché possiede qualcosa, gliene toglieremo una parte ogni anno e, così andando, alla fine gliela toglieremo tutta e, allora, come faremo a togliere ancora qualcosa che non c’è? Insomma, a questo punto, avremo tolto il bene a chi lo possedeva ( e questo non è scritto che sia lecito in nessuna parte della nostra Costituzione) e non avremo più chi pagherà i “pranzi gratis” delle nostre scellerate amministrazioni locali, che di tirare la cinghia non ne hanno nessuna voglia. Per di più continuerà ad incrementarsi in maniera esponenziale la crisi economica in cui versa l’intero Meridione, come ci spiega la teoria “della pentola bucata”. Appunto.
Per l’intanto, nella prospettiva che questo accada, il nostro Gino, che non presenta dichiarazione dei redditi perché non ha redditi annuali per importo superiori ad Euro 500, si è visto recapitare un avviso di accertamento di Euro 1.000 per una sola annualità di ICI sulle aree edificabili, dove, però, non è indicato come debba fare per procurarsi il denaro. Qualcuno in alto, molto in alto (magari il ministro Tremonti), dovrebbe spiegare ai cittadini come mettersi in salvo quando il “cane pubblico affamato” comincia ad azzannarli. Sempre se non si debba ricorrere a qualche altra arcana teoria economica.
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