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 Home page > Tribuna Libera > Pesiamo il nostro voto e forse cambieremo questo paese

Pesiamo il nostro voto e forse cambieremo questo paese

Ci avviciniamo inesorabilmente ad una data che potrebbe fare la nostra fortuna o continuare a segnare una stagione di sconfitte, civili, politiche e amministrative.

Il 25 maggio prossimo si sceglieranno in molti dei nostri comuni ed in tutto il paese i rappresentanti delle nostre città e della nostra nazione in Europa. L’offerta politica in Italia, dobbiamo dirlo, è un coacervo complicato di competenze ed incompetenze, professionalità e pressapochismo, di capacità ed incapacità, di onestà e di poltronismo, insomma scegliere non sarà facile.

La nostra immagine e cosa più importante il nostro futuro, sarà messo nelle mani di questi candidati, in passato, abbiamo sempre sottovalutato il valore del nostro voto, della nostra capacità di incidere sul domani e quindi ci siamo fatti trascinare dal vizio di preferire l’amico, il conoscente, che non ci proponeva un programma, un impegno, ma solo una serie di piccoli favori, dal certificato all’anagrafe, al futuro lavoro per un figlio, alla promessa piccola o grande di una preferenza, in parole povere abbiamo spesso ritenuto vantaggiosa la formula dei clientes che poi nella sostanza ha prodotto questo presente che ha rubato tanta speranza alle nostre terre, ai nostri figli, a tutti noi.

Ma per citare un vecchio adagio, non è mai troppo tardi, anzi, ritroviamo adesso come nazione il nostro Völkergeister, quello spirito che ha reso il nostro popolo capace di grandi opere, rivoluzioni, arte, cultura, industria, quello che oggi satiricamente viene chiamato il bel paese è stato per secoli la meta delle migliori menti del mondo, l’abbeveratoio della civiltà e della scienza e onestamente con un’eredità storica di questa portata proprio non possiamo permetterci un futuro meno degno del nostro passato.

Ci capiterà spesso nei prossimi giorni di vedere persone, uomini e donne che nella qualità di candidati verranno in processione a bussare alle nostre porte, chiediamo loro il progetto che vogliono perseguire, il programma che si candidano a realizzare, quale idea di futuro hanno per questa terra, per questa Europa, diffidiamo della facile demagogia, cerchiamo di capirne la preparazione, l’onestà e poi scegliamo. Vi assicuro che avremo almeno la coscienza più pulita nel sapere che per una volta il nostro voto, non sarà solamente contato, ma anche pesato e che forse in questo modo avremo contribuito a cambiare finalmente qualcosa.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.98) 12 maggio 2014 16:52

    ...e poi scegliamo...... ricordando di rimanere informati sulle "vicende" della nostra scelta pronti, in futuro, a confermarla o meno, da cittadini informati e "consci" per quanto ci sia possibile.

    Un Saluto
    Enzo
  • Di Persio Flacco (---.---.---.201) 11 febbraio 2015 13:19

    Caro Bruscino, non si illuda: non cambierà nulla col voto.
    A meno che non si comprenda per intero che i partiti maggiori ormai costituiscono un unicuum, un solo partito le cui regole interne e le cui finalità sono le stesse per tutti i suoi componenti. Una volta questo modo di vedere le cose sarebbe stato bollato come qualunquismo, come pregiudizio (sbagliato in quanto tale) per cui tutti i politici sono (negativamente) uguali.
    Forse, anzi:sicuramente, era un pregiudizio un tempo. Oggi, noi che abbiamo potuto avere riscontro che la democrazia interna ai partiti è una farsa, che alle strette quelle che dovrebbero essere forze politiche alternative stringono patti con nomi fantasiosi: della crostata, del Nazareno, che il malcostume, la corruzione, l’autoreferenzialità, sono ormai presenti in quasi tutte le forze politiche, possiamo a buon diritto affermare che di fronte a noi cittadini elettori non c’è una pluralità di posizioni politiche tra le quali scegliere per inverare la democrazia, bensì un Partito Unico nel quale confluiscono tutte le scelte e tutti i voti.

    E’ questo stato di cose che noi cittadini dobbiamo frantumare se vogliamo recuperare la nostra sovranità democratica.
    E c’è un solo modo per farlo: votare sempre; non votare mai i partiti maggiori; non votare mai due volte lo stesso partito.
    Non importa chi si vota, purché si tratti di un partito marginale, non associato al partito unico.

    Se la maggioranza degli italiani si attenesse a questo metodo il Partito Unico verrebbe frantumato e la classe politica sarebbe rinnovata.

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