Caro Bruscino, non si illuda: non cambierà nulla col voto.
A meno che non si comprenda per intero che i partiti maggiori ormai
costituiscono un unicuum, un solo partito le cui regole interne e le cui
finalità sono le stesse per tutti i suoi componenti. Una volta questo
modo di vedere le cose sarebbe stato bollato come qualunquismo, come
pregiudizio (sbagliato in quanto tale) per cui tutti i politici sono
(negativamente) uguali.
Forse, anzi:sicuramente, era un pregiudizio un tempo. Oggi, noi che
abbiamo potuto avere riscontro che la democrazia interna ai partiti è
una farsa, che alle strette quelle che dovrebbero essere forze politiche
alternative stringono patti con nomi fantasiosi: della crostata, del
Nazareno, che il malcostume, la corruzione, l’autoreferenzialità, sono
ormai presenti in quasi tutte le forze politiche, possiamo a buon
diritto affermare che di fronte a noi cittadini elettori non c’è una
pluralità di posizioni politiche tra le quali scegliere per inverare la
democrazia, bensì un Partito Unico nel quale confluiscono tutte le
scelte e tutti i voti.
E’ questo stato di cose che noi cittadini dobbiamo frantumare se vogliamo recuperare la nostra sovranità democratica.
E c’è un solo modo per farlo: votare sempre; non votare mai i partiti maggiori; non votare mai due volte lo stesso partito.
Non importa chi si vota, purché si tratti di un partito marginale, non associato al partito unico.
Se la maggioranza degli italiani si attenesse a questo metodo il
Partito Unico verrebbe frantumato e la classe politica sarebbe
rinnovata.