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Perché il cristiano non può richiamarsi al concetto di Natura, quando condanna l’omosessualità come un peccato

Ammettendo come presupposto che il cristiano ritenga la Natura l'ordine determinato del funzionamento del mondo imposto da Dio.

Il cristiano non può adoperare il concetto di Natura per suffragare proprie convinzioni o vari articoli di fede, a causa di varie contraddizioni o complicazioni, che ora analizzeremo.

1. Si ritrova prima di tutto una confusione di concetti completamente diversi. Il cristiano, in questo caso, sovrappone il concetto di Natura al concetto di Bene, senza alcuna giustificazione. La Natura è un organismo, che si regola attraverso il principio di causa ed effetto, determinato e, secondo gli evoluzionisti, continuamente determinantesi,che non è basato su alcuna idea intrinseca di Bene, ma principalmente sulla violenza, e sulla legge del più forte. Ciò è dimostrato in maniera lampante dalla sopravvivenza nel campo
naturale, dell'essere che noi definiamo più forte, ossia il più capace di adattarsi ai cambiamenti naturali. E questo non mi sembra lo stesso criterio sul quale basiamo la nostra vita sociale. Vediamo che il Bene, considerato da un punto di vista umano, non è qualcosa che si trova già nella Natura, ma è un concetto umano, che viene concepito e portato a termine dall'uomo, in questo caso con l'aiuto e la supervisione di Dio. Quindi è scorretto appoggiarsi alla Natura, per distinguere il Bene dal Male, concetti del tutto soggettivi, trascendentalmente parlando, anche se proveniente da Dio Padre.

2. Inoltre la Natura è concetto in sé contraddittorio e dialettico, in quanto, nel caso dell'uomo, essa presuppone e rende quindi necessari i concetti di civiltà e di tecnica, che potremmo vedere come opposti alla Natura. La Natura non ha fornito l'uomo dei cibi cotti, delle armi per difendersi dalle altre forze della natura,


delle capanne e delle pellicce per proteggersi dal freddo; quindi il concetto di civiltà, nella quale soltanto l'uomo si evolve, si emancipa dal determinismo naturale, e crea il concetto di morale, si contrappone spesso a quello di Natura, e anzi, quando dimentica le proprie origini, la distrugge senza troppi riguardi. Quindi, a meno che il cristiano in questione non voglia riproporre. Il mito rousseauiano del buon selvaggio e un ritorno globale alla Natura, non può utilizzare questo concetto a piacimento e poi liberarsene come niente fosse.

3. Questo è appunto il terzo caso. Il cristiano si appoggia sul concetto di Natura in questo caso, per suffragare questo articolo di fede. Ma vediamo come si opponga alla Natura in altri: nella necessità del sopprimere i più "bassi" istinti (naturali), che ci allontanano dalla nostra parte spirituale, quindi appartenente a Dio, e ci spingono verso la materialità e la dispersione dell'anima. Nel celibato, a causa del quale l'uomo non raggiunge lo scopo che la Natura gli ha imposto, ossia quello di propagare la propria specie, per dedicarsi al servizio pastorale. E primo fra tutti il fatto che, ripeto, tutta la morale, su cui si basa il cristianesimo e non solo, è qualcosa di assolutamente extra-naturale, sovra-naturale, che spinge l'uomo nella sfera del sovrasensibile, e soltanto lì l'uomo non è più essere naturale determinato causalmente, ma essere libero spiritualmente. Non porterò più esempi, in quanto credo che questi bastino.

4. Infine, per dirla con Spinoza, se Dio avesse creato il mondo, e gli avesse attribuito un ordine (che è quello naturale), Egli non potrebbe andare contro il proprio stesso ordine e sconvolgerlo a piacimento, come avviene con i miracoli. Se accadesse questo la scienza e tutte le sue sotto-discipline, tanto utili alla nostra civiltà, in quanto studiano, regolano e sottomettono la Natura per i nostri bisogni, non avrebbero più alcun senso; infatti il teorema di Pitagora potrebbe funzionare oggi e non domani, e da un giorno all'altro potremmo affondare dopo un tuffo senza il supporto del principio di Archimede. Questo è il ragionamento dello scienziato o del razionalista, che vede la natura come un ordine immutabile. Ma il cristiano, che crede possibile il libero
intervento di Dio, non conferisce tanta inflessibilità all'ordine naturale, ma anzi sostiene che Dio può violarlo, per via della Grazia e dell'Amore. Perchè non si potrebbe violare quest'ordine per venire incontro a un'esigenza importante come l'amore tra due persone, anche se dello stesso sesso?

Non voglio con questo giustificare l'omosessualità. Infatti non ho espresso alcuna opinione personale. Ma voglio solo dimostrare la contraddittorietà del cristiano quando poggia le dimostrazioni dei propri articoli di fede o dogmi, sulla Natura, essendo anzi la fede il completo opposto della Natura.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.101) 26 gennaio 2013 18:49

    Postilla >

    Principio da tutti riconosciuto come dominante in Natura è la "sopravvivenza della specie".
    In particolare della "genia" che ha maggiori capacità di adattarsi e riprodursi.
    Tant’è che in natura sono facilmente riscontrabili casi, spontanei o indotti, di omosessualità funzionali a questo processo evolutivo.
    Il concetto di peccato, come quello di diritto, è esclusivo della specie umana.
    Peccato (se vogliamo) è rivendicare il "diritto" di misconoscere e sovvertire il principio "naturale".

    Tema da società civile è il diritto alla "dignità" di ogni essere umano e la "disciplina" dei rapporti di convivenza, anche di fatto.
    Questo è il capitolo di Omosessualità e Discriminazione ... 

  • Di (---.---.---.90) 27 gennaio 2013 14:29

    Condivido appieno quanto espresso nell’articolo. Una sola cosa mi ha un po’ "disturbato", ossia quando dice, all’ultimo paragrafo "Non voglio con questo giustificare l’omosessualità." Giustificare? Cosa c’è da giustificare? Forse si deve giustificare la terra per il fatto che giri attorno al sole?, o il leone che preda?, o una pianta che fiorisce? La Natura va compresa, studiata, analizzata, ma mai e poi mai giustificata!

  • Di (---.---.---.221) 28 gennaio 2013 20:31

    Articolo interessante e ben scritto. 
    Ma irrimediabilmente minato da quella che è l’altra faccia del Relativismo denunciato da Benedetto XVI: lo Scientismo, cioè "l’attribuire alla Scienza la capacità di soddisfare tutti i problemi e i bisogni dell’uomo". Atteggiamento questo che finisce immancabilmente per dipingere il mondo in bianco e nero, dove tutto ciò che non è direttamente spiegabile e descrivibile in termini positivistici, è solo una costruzione della mente.
    E, inevitabilmente, gli opposti si toccano e sovrappongono, per cui ciò che non è comprensibile con il metodo scientifico, attiene alla sfera della Morale, opinabile e mutevole, quindi tutto può essere giustificato e consentito, purchè non vada contro qualche vera o supposta utilità.
    rBle

  • Di (---.---.---.252) 3 febbraio 2013 18:19

    Quanto la fai lunga Giancarlo !!

    Se i cristiani si appellano alla natura per contrastare l’omossessualità allora prendono un colossale abbaglio perché è proprio la natura che ci consegna una sfacciata normalità dell’omosessualità.

    Ci sono ben 35 trentacinque specie di mammiferi che praticano l’omosessualità e paradossalmente le due specie che la praticano di più (molto più degli umani) sono proprio quella a noi più vicine: i delfini, per intelligenza, e i bonobo per patrimmonio genetico.

    Quindi cos’è più NATURALE dell’omosessualità?!?!

    Altro tema caro ai cattolici: i bambini hanno bisogno di due genitori di sesso diverso, quindi niente adozioni per coppie omosessuali. Ma allora perché mettete i bambini orfani in istituti gestiti da soli maschi (con chissà quanti pedofili camuffati) o da suore?!?! (anche quì chissà quante lesbiche)

    • Di (---.---.---.9) 4 febbraio 2013 17:55

      Se i cattolici vogliono vietare l’adozione alle coppie omosessuali allora devono essere conseguenti e organizzare gruppi di otto - dieci orfanelli da affidare a una coppia formata da un prete e una monaca, Ponendo fine a istituti gestitio da sole suore o da soli monaci.

  • Di (---.---.---.131) 5 febbraio 2013 09:58

    non è vero che l’omosessualità è qualcosa di naturale, perchè l’amore umano non è qualcosa di naturale..se parliamo di uomini non parliamo mai solo di amore sessuale, ma anche di una sublimazione di questo amore, che gli animali non conoscono...quindi. in generale, appoggiarsi sul concetto di Natura per parlare delle cose umane non è consigliabile..dire che l’omosessualità è qualcosa di naturale è come dire che anche le altre perversioni (in senso buono) dell’erotismo umano e tutte le manifestazioni amorose devianti dalla "normalità" presunta dalla maggioranza sono qualcosa di naturale..ma non conosco animali che si dedicano all’erotismo o all’amore, essi sono solo schiavi della propagazione della specie...l’uomo invece se ne distacca, e questo i cattolici dovrebbero capire.

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