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Peperoncino rosso: caratteristiche e istruzioni per l’uso

Il peperoncino fu importato in Europa da Cristoforo Colombo, nel suo secondo viaggio, risalente al 1493. In Africa ed in Asia era già presente in epoche precedenti giungendo per vie a noi non note (forse nello stomaco di uccelli migratori).

Una volta giunto dall'America si vide che poteva crescere a tutte le latitudini come molte altre piante che avrebbero cambiato radicalmente le abitudini alimentari dell'Europa e le opportunità di vita alquanto scarse in quell'epoca. Basti pensare all'avvento del mais e della patata (che potevano essere coltivate anche in climi ostili dove non cresceva il frumento), il cacao, il tabacco il pomodoro e tanti nuovi frutti e prodotti della terra.

Il suo nome scientifico è Capsicum Anneum Linneus (dalla classificazione omonima del botanico svedese). Appartiene alla famiglia delle Solanaceae. Le solanacee sono una famiglia di piante di estremo interesse in medicina poiché hanno la proprietà di produrre sostanze come gli alcaloidi che hanno affinità per alcuni recettori del nostro corpo svolgendo così talora delle azioni medicamentose o curative o altre volte delle intossicazioni pericolose. Per intenderci appartengono alle Solanacee il pomodoro, la patata, il tabacco, il giusquiamo, la belladonna, la dulcamara, la melanzana e la mandragora.

Il peperoncino è originario dalle Americhe, ma attualmente la sua coltivazione è ormai diffusa in ogni parte del mondo; possiamo affermare che è una pianta che cresce a tutte le latitudini e si conoscono ad oggi circa 900 varietà.

Il nome latino capsicum deriva dal greco kapto che significa mordere mettendo così l'accento sulla sua capacità di essere piccante.

Come molti altri alimenti salutari, il peperoncino era conosciuto fin dall'antichità. Dal ritrovamento di reperti archeologici sappiamo con certezza che fin dal 5000 a.C. circa, la popolazione messicana conosceva il peperoncino ed era dedita alla sua coltivazione. I primi abitanti del Centro America, che come sappiamo avevano numerose ed ancora non chiarite affinità con gli antichi egizi, tenevano in grande conto il peperoncino definendolo cibo degli Dei. Giunto in Europa venne presto chiamato "droga dei poveri" perché era facilmente coltivabile rispetto alle costose spezie orientali.

Ricordiamo comunque le quattro varietà più conosciute per uso alimentare:

  • Capsicum annuum: la sua coltivazione è la più diffusa, comprende il peperoncino che cresce in Italia, quello di Cayenna, che in assoluto è la varietà più piccante, quello messicano chiamato Jalapeno e i peperoni.
  • Capsicum baccatum: peperoncino di Bolivia e Perù; ha una piccantezza media
  • Capsicum chinense: questa varietà del Sud America comprende i peperoncini tra i più piccanti al mondo; gli Habanero, dalla forma arrotondata e dal colore rosso arancione.
  • Capsicum frutescens: è la varietà Tabasco anche questa specie è molto piccante da cui si produce l'omonima salsa.

Le forme, varietà e piccantezza sono variabili in base al tipo di varietà di pianta o di localizzazione geografica. Per quanto riguarda invece la sua composizione vediamo che è costituita da numerose sostanze attive.

Uno dei principali componenti del peperoncino rosso è la capsaicina, un principio attivo da cui dipendono parecchie proprietà benefiche. Le altre sostanze presenti sono la capsantina, diversi sali e oligoalimenti naturali, lecitina (contenuta in modo particolare nei semi), olio essenziale, carotene e flavonoidi. Importante ricordare la presenza nel peperoncino rosso della vitamina C, che, tra le sue altre funzioni, ha un ruolo importante nella difesa dalle infezioni. Anzi a proposito di vitamina C c'è da ricordare che il medico ungherese Albert Szent-Györgyi , premio Nobel per la medicina, scoprì la prima vitamina estraendola dai peperoncini ungheresi (per intenderci quelli da cui si produce la paprika).

Il peperoncino contiene tantissime sostanze che interagiscono con il nostro organismo:

Tra le vitamine:

  • Vit A Carotene e Carotenoidi: violaxantina, capsantina, alfa-carotene, capsorubina
  • Vit. B1, B2
  • Vit C, E noti ed efficaci aantiossidanti
  • PP
  • Vit. K con proprietà antiemorragiche
  • Capsaicina e capsicolo hanno un'azione anestetica locale, antiossidante, antimicrobica, antibatterica e di conseguenza antifermentativa inoltre incrementano i movimenti peristaltici e la motilità gastrica, stimolano la secrezione salivare e dei succhi gastrici, favorendo la digestione. Inoltre la capsaicina favorisce la liberazione di ossido nitrico abbassando la pressione arteriosa e determinando vasodilatazione. Questa capacità indirettamente permette di abbassare la temperatura corporea favorendo di fatto la sopportazione di climi caldi.
  • Olii polinsaturi
  • Sali
  • Lecitina efficace anticolesterolo
  • Solanina con effetti allucinatori
  • Quercitina appartenente al gruppo dei flavonoli (e più precisamente è un tetraossiflavonolo), è la componente aglicone di vari glicosidi, tra cui la rutina e la quercitrina; è isolabile da numerose specie vegetali tra cui: ippocastano, calendula, biancospino, camomilla, iperico e gingko biloba, l'uva rossa e il vino rosso, il cappero la cipolla rossa, il tè verde, il mirtillo, la mela, la propoli, il sedano.

Secondo alcuni studi l'uso abitudinario del peperoncino abbassa il livello di colesterolo nel sangue, aiuta il cuore e agisce come vasodilatatore contrastando tutti gli stati patologici legati al processo di invecchiamento cellulare e svolgendo un efficace ruolo nell'irrorazione delle varie parti del corpo.

Questa azione è rafforzata anche dalla presenza di vitamina PP che protegge l'elasticità dei capillari e della vitamina E che accresce la capacità di ossigenazione del sangue. Il colesterolo in eccesso non solo è contrastato dalla lecitina contenuta nella polpa, ma anche dagli oli polinsaturi presenti nei semi del peperoncino che lo eliminano dalle arterie.

La coltivazione del peperoncino rosso può essere fatta in tutt'Italia con successo ed anche in buona parte del mondo. Per quanto riguarda l'Italia, al Sud può essere seminato in casa nei mesi di gennaio/febbraio, mentre per il Settentrione è meglio aspettare marzo. È importante ricordarsi che il peperoncino è una pianta che predilige il caldo, per cui nella coltivazione al Nord Italia, bisogna avere l'accortezza di tenere le piantine in casa nei mesi invernali.

La germinazione del peperoncino rosso avviene con molta facilità; per fare germinare un seme è sufficiente metterlo in terra o in vaso, non sotto il sole diretto e innaffiarlo ogni tanto. La temperatura ottimale si aggira sui 20° e come terreno l'ideale sarebbe una torba abbastanza fine, anche se un terriccio standard è in grado di svolgere la sua funzione.

Dopo la germinazione, durante i primi due mesi, è consigliabile tenere le piante di peperoncino in ambiente protetto, vicino ad una finestra o ad una zona luminosa. Prima di trapiantarle attendete che le piantine siano alte almeno 10 cm, disponendole poi nel terreno ad una distanza di circa 20 cm una dall'altra. Se è possibile, cercate una zona esposta al sole ed annaffiate in modo abbondante tutti i giorni.

Facendo così avrete disponibile anche voi ad ogni latitudine una sana scorta di questa preziosa pianta.

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