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Partita, tra l’indifferenza mediatica, una missione spaziale

Ieri 14 maggio 2009, alle ore 15.12, dalla base ESA di Kourou, il missile Ariane era regolarmente partito per trasportare in opportune orbite le sonde Herschel e Planck che permetteranno lo studio approfondito dell’Universo primordiale e del cielo infrarosso.

Un successo ed una prima considerazione: viene dato dai mass media mondiali un sufficiente spazio alle realizzazioni dell‘Uomo che lo rendono veramente "a immagine e somiglianza di Dio"?

Mi sembra proprio di no, che venga privilegiata la sottolineatura dell’aspetto meno nobile dell’essere umano, parte anch’essa essenziale, sopratutto se viene indicata come punto di partenza per arrivare all’esaltazione dei comportamenti più probi del genere umano.

La sonda PLANCK riuscirà a vedere i primi momenti della nascita dell’Universo, misurando la radiazione cosmica di fondo con una precisione 10 volte superiore ai suoi predecessori. In pratica funzionerà come una vera e propria "macchina del tempo" in grado di riportarci a quando l’Universo aveva appena 380.000 anni.

La radiazione cosmica di fondo è oggi rilevabile in microonde e caratterizzata dalla temperatura di circa 2,7 gradi sopra lo zero assoluto (oltre 270 gradi centigradi sotto zero). Pur essendo estremamente omogenea nello spazio, presenta delle microfluttuazioni, piccole increspature in corrispondenza delle zone del cielo in cui la sua temperatura è leggermente sopra o leggermente sotto la media. I cosmologi pensano che queste fluttuazioni corrispondano alle zone da cui più tardi si sono sviluppate galassie e ammassi di galassie.

Con questi presupposti PLANCK otterrà una mappa estremamente particolareggiata di queste piccole increspature, mostrandoci con un dettaglio senza precedenti come era l’universo quando aveva circa 380 mila anni.

HERSCHEL, il più grande telescopio mai mandato in orbita, osserverà nella banda quasi inesplorata dell’infrarosso galassie antichissime e le stelle nascenti. Il suo specchio di 3,5 metri di diametro, il più grande mai messo in orbita, permetterà di studiare l’Universo nelle lunghezze d’onda dell’infrarosso e del submillimetrico con una sensibilità e una risoluzione spaziale (la capacità di vedere i dettagli degli oggetti) senza precedenti.

Entrambi i satelliti sono stati realizzati con nuovissime tecnologie frutto dell’altissimo livello tecnologico e scientifico raggiunto globalmente dall’ESA (Agenzia Spaziale Europea), ma fa piacere sottolineare che l’Italia, tramite l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) ha contribuito in maniera sostanziale progettando uno dei due strumenti di PLANCK (LFI, Low Frequency Instrument) un radiometro di nuovissima generazione capace di rilevare segnali dell’ordine del milionesimo di grado.

Sempre in Italia è stato progettato e sviluppato il sottosistema di pre-amplificazione criogenica dell’altro strumento di PLANCK HFI (High Frequency Instrument), un sistema di estrema complessità progettuale e di realizzazione se si considera che lo strumento HFI lavora a 1 decimo di grado dallo zero assoluto.

Inoltre sono stati progettati e sviluppati in Italia i sistemi di controllo e il software dei tre strumenti di HERSCHE (HIFI, PACS e SPIRE) ed è di responsabilità italiana l’analisi della survey del piano galattico. Tutto il lavoro, coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana, è stato finanziato da ASI con un sostanziale contributo di INAF. La realizzazione di questi strumenti è stata possibile grazie al lavoro di più di 200 scienziati italiani e di un migliaio di ingegneri e tecnici dell’industria nazionale di settore.

Dopo, ahimè, il terremoto devastante, la spazzature per le strade di Napoli, fame e stenti, violenza e crudeltà, finalmente … "a riveder le stelle!".

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