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Parnassus. L’uomo che voleva ingannare il diavolo, il ritorno di Gilliam il visionario

Londra, giorni nostri. Il Dr. Parnassus (Christopher Plummer) muove il suo carrozzone itinerante in cerca di spettatori per il suo show di trance e meditazione, con il quale dona ai coraggiosi personaggi che varcano il suo specchio tutto ciò che hanno sempre desiderato. Il millenario dottore non riscuote molto successo in questa epoca, ma non può fermarsi. Il suo passato rivela una continua e morbosa serie di patti con il diavolo, il raggirante Mr Nick (Tom Waits): nel primo guadagnò la vita eterna, nel secondo la giovinezza per conquistare la donna che amava, quest’ultimo pagato a caro prezzo. L’anima del figlio nato da quell’unione sarebbe andata all’infernale Nick al compimento del suo sedicesimo compleanno.
Valentina (Lily Cole), la giovane figlia del dottore, ignara di rischiare la vita accompagna da sempre suo padre negli spettacoli, stufa del suo presente e preoccupata per il futuro medita la fuga, con il suo amico di sempre Anton (Andrew Garfield) e il buffo aiutante Percy (Verne Troyer).

Un misterioso incontro su un ponte con lo sconosciuto Tony (Heath Ledger/ Johnny Depp/Jude Law/Colin Farrell) però cambierà le sorti di tutti, creando nuove opportunità, rotture di equilibri, viaggi divertenti e nuovi insidiosi patti...

La prima emozione che travolge usciti dalla sala è un leggero disappunto, perchè abituati ormai ai trailer che racchiudono in un minuto e mezzo le parti migliori di un film, ci si chiede dove sia finito l’effetto meraviglia che pervadeva nella visione dell’anteprima. In effetti Parnassus non punta necessariamente a stupire con grandiosi effetti speciali, sebbene ce ne siano continuamente grazie all’immaginario mondo del dottore, quando si torna alla realtà prevale un’atmosfera decadente e triste, da settecento francese. Ovvero lo sfarzo manifesto, ma non reale, il confronto fra divino e carnale, l’eterna lotta tra il giusto e lo sbagliato.

I cardini della pellicola risultano essere Christopher Plummer, un attore sublime e credibilissimo nell’eterno conflitto con se stesso e un accattivante Tom Waits che diverte, seduce, smuove come una moderna creatura di Magritte, con tanto di bombetta e bocchino. La scintilla che muove la trama è il rapporto fra i due personaggi quindi, il diavolo ben definito e dal bluff facile in contrasto con Parnassus quasi un Dio della tradizione orientale grazie ai suoi poteri, ma corrotto dalla sua umanità, dal libero arbitrio che sconvolge l’essere umano di carne e ossa, tanto da costringerlo a continue scelte, infiniti compromessi e a condannarlo a immensi sacrifici. L’eterno problema del bivio che affligge l’uomo, le conseguenze di ogni strada intrapresa e l’espiazione, il prezzo che a volte si paga optando per la via più semplice elevano la caratura della trama portandola ad un livello più profondo e intimo che rimane nascosto quasi per tutto il tempo.
Una favola dai risvolti morali questa messa in piedi da Gilliam che sceglie Heath Ledger per il suo personaggio più complesso, Tony, benefattore, smemorato, con un talento per la seduzione e l’ingegno tanto da offrirsi in aiuto nella lotta contro il tempo per salvare Valentina ( la modella Lily Allen con il famoso viso da bambola manga), mostrando un mal celato interesse per altre qualità della ragazza che non includono la purezza dell’anima.



Brilla il compianto Ledger di un’intensa luce accecante tanto da precedere in talento le altre “facce” che ne continuano l’opera, introspettivo e brillante, anche se il doppiatore di Tom Cruise l’avrei evitato care case di produzione italiane.

Credibile e divertente la prova di Depp che ne segue il corso naturale, mediocre la pazza e insopportabile versione di Jude Law non proprio adatto a questo tipo di recitazione, ben gestita invece da Colin Farrell che ci mette un po’ del suo, forse il modo migliore per interpretare un personaggio concepito per un altro attore.
Certo si nota un po’ la confusione nel rimaneggiamento della sceneggiatura, anche non conoscendo i fatti.

Determinante la presenza di Verne Troyer, milioni di film all’attivo (ricordate il Mini Me di Austin Powers?) e sempre a suo agio, anche quando lo vestono da diavoletto con coda a forcone, l’unico carattere onnisciente dal principio della storia, consulente punzecchiante e guardiano di Parnassus.

Terry Gilliam torna al cinema con maturità e profondità, realtà e immaginazione, sfumando il confine fra viaggio interiore e ricerca materiale.
 E voi? Riuscite a dare un prezzo ai vostri sogni?

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