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Parlamentarie di Grillo: dov’è la democrazia?

Giovedì scorso si sono concluse le prime votazioni on-line che possono avere rilevanza politica ufficiale, addirittura nazionale.

La nuova formazione politica (M5S) creata dal comico Beppe Grillo e dai suoi spin doctor della Casaleggio & c. ha organizzato delle votazioni a mezzo internet, per selezionare la sua (e nostra) futura classe dirigente. Tali votazioni si sono ispirate al modello anglosassone delle cosiddette elezioni “primarie”, in cui i partiti (associazioni private) cercano di scegliere, nel modo più democratico possibile i candidati a presidente della nazione. Non si erano mai viste prima al mondo delle elezioni organizzate per una selezione dei candidati al parlamento.

Sul modello “vota Antonio” di cinematografica memoria, ogni candidato, sino ad oggi si è sempre proposto tramite un partito e relativa selezione interna al partito (voti in sezione, assemblee e quant'altro). I partiti hanno quindi avuto sempre più potere (e soldi) sino ad essere stigmatizzati già da Pannella, decenni or sono, come “partitocrazia”, ovvero una tirannia dei partiti legalizzata.

A peggiorare la partitocrazia è poi arrivata, nel 2005, la “Legge Porcata” (“porcellum”) di Calderoli, che sostanzialmente ha eliminato quelle pericolose briciole di democrazia che restavano nel sistema pertitocratico (le preferenze). Quindi se nella partitocrazia pre-porcata i sudditi erano chiamati a legittimare il regime ogni tot anni, scegliendo (si fa per dire) i rappresentanti parlamentari in una lista preconfezionata dalla casta, dopo la legge porcata i sudditi potevano solo mettere una croce sui partiti (sostanzialmente due), senza poter scegliere nessun parlamentare, poiché di ciò si occupavano i capi delle segreterie, nel segreto più totale.

Bisogna dire che i sudditi di questo Paese considerano questa farsa una “democrazia” e continuano a recarsi con docilità bovina alle urne, legittimando il monopartitismo competitivo di una casta di parassiti politici (insieme ai loro manutengoli burocratici e ai loro veri capi, la finanza globale). Però non tutti. L'astensione elettorale è il primo partito. Le soglie di sbarramento impediscono la rappresentanza a forze pur esistenti nel Paese. L'insofferenza verso un regime sempre più parassitario e vessatorio è generalizzata.

In questo contesto Grillo ha saputo organizzare una forza che si propone di cambiare il sistema “da dentro” le istituzioni, obbedendo alle leggi, usando quindi la via parlamentare. Niente disobbedienze civili, niente marce o sit in, niente proteste clamorose e anti-sistema: qui non si cerca l'esempio di Gandhi o Martin Luther King o “Occupy”. No.

Grillo ha voluto cimentarsi in qualcosa di nuovo. Veramente nuovo. La democrazia elettronica. C'erano le premesse per iniziare un percorso di vera rottura col passato (e col presente). C'era la possibilità di provare a inventare una nuova democrazia, un po' più democratica dell'attuale plutocrazia oligarchica che ci comanda. Il compito è da far tremare i polsi: “democrazia” è forse la parola più abusata del pianeta. Tutti oggi si definiscono “stati democratici”, anche la Russia di Putin, anche la Cina del lavoro schiavo, anche l'Italia del golpe bianco bancario-finanziario. Evidentemente la democrazia è una scatola vuota: va reinventata, ripensata, rimessa in gioco. Grillo e i suoi spin doctor, con la loro nuova formazione politica, avevano una possibilità affascinante: quella di proporre un nuovo modo di “fare democrazia”, di “essere democrazia”, di “proporre democrazia”. Crediamo abbiano perduto clamorosamente una occasione.

Lo crediamo perché la partecipazione è stata scarsa e soprattutto decisa a tavolino dall'alto, nelle segrete stanze di chi ha in tasca le liste della nuova forza politica ideata da Grillo/Casaleggio. Grillo ha deciso chi poteva votare, chi poteva essere votato, ma soprattutto chi non poteva né votare né tantomeno essere votato. Una discriminazione sesquipedale, un macigno che è il peccato originale e al tempo stesso lo stigma d'infamia che caratterizza la genesi di questo nuovo partito politico.

Paragoniamo due elezioni simili e coeve: primarie PD e parlamentarie M5S, ovvero le elezioni per legittimare una oligarchia di regime e quelle per selezionare i pretesi “uomini nuovi” della “nuova” classe dirigente. Vediamo se ci sono differenze e quali. Nel grande partito di regime gli uomini d'apparato, tramite assemblee in cui tutti sappiamo il grado di democrazia interno, tirano fuori dal cilindro un pugno di nomi tra i quali il popolino dovrà scegliere. Inutile dire che chi è più interno ed affine al potere di regime ha vittoria facile e scontata. E' così da sempre.

Nel “nuovo” partito di Grillo le vecchie sezioni di partito sono sostituite dal Movimento 5 Stelle (ex Meet up, social network chiusi e sottoposti a censura), i cilindri tramite i quali vengono scelti i candidati. Ma questi candidati non li ha votati precedentemente nessuno (almeno qui in Sardegna, a Cagliari): è gente che si è auto proposta e poi (a parte rarissime eccezioni) è stata trombata elle elezioni. Peggio: è gente tirata fuori dal cilindro di Grillo/Casaleggio con regole decise da loro e non discusse ne votate da nessuno.

Dov'è la differenza sostanziale se a scegliere i candidati e le regole è una struttura verticistica, autoreferenziale, che si sottrae alla trasparenza e al dialogo? E chi può votarli questi candidati? Solo chi era precedentemente iscritto al M5S stesso! E chi non era iscritto? E chi non ha un pc o la connessione? Esattamente come il partito di regime che vieta di votare a chi non fa parte della sua cerchia di iscritti. Bella partecipazione, bella democrazia! E diamo uno sguardo alla Partecipazione. Alle primarie del partito della casta hanno dato la loro legittimazione circa 3 milioni di persone (sic, beata ingenuità). Alle elezioni del “nuovo” partito di Grillo hanno partecipato circa 100 mila persone.

Da notare, e spiace dirlo, che mentre per legittimare la casta bisognava alzare il culo dalla sedia, uscire di casa, fare la fila e persino pagare per votare, quando i candidati del M5S si potevano votare con un clic da casa e a costo zero. È triste ammetterlo, ma il “nuovo” partito di Grillo ha una partecipazione non paragonabile a quella del partito del regime, evidentemente meglio radicato grazie a paura e lavaggio del cervello mediatico, ma tant'è. E non si venga a dire che Grillo lo votano solo i giovani (da cui la bassa partecipazione) perché analogamente si potrebbe dire che i partiti di massa li votano prevalentemente i “vecchi”, oppure che il web è penalizzato rispetto alla tv, perché oggi non è più così (Primavera araba docet).

Stendiamo poi un velo pietoso sulle censure, le faide interne, le lotte di potere, all'interno delle piattaforme web usate dal nascente M5S, perché ci vorrebbe un altro articolo, che nulla avrebbe a che vedere con la democrazia o la pretesa “novità”.

Da questa breve analisi tra la democrazia interna del PD e quella del M5S si evince chiaramente che trattasi di un tipo di democrazia piuttosto vecchia, diremmo antica: la democrazia fondata sull'opacità, sul verticismo, sulla discriminazione. Il contrario della partecipazione ovvero il contrario della democrazia. Anche con Grillo siamo purtroppo sempre nel solco di più di due secoli di democrazia occidentale che si fonda sulla Discriminazione.

Ieri era la discriminazione razziale, culturale, censitaria, oggi è quella burocratica delle tessere di partito, oggi è la discriminazione burocratico-cibernetica di chi è iscritto a un Meet up di Grillo oppure ha o meno la connessione al web. Ma sempre, ieri come oggi, il voto non è libero ma è sempre vincolato a qualcosa, decisa da qualcuno che sta più in alto. Anche nell'antica Grecia, 25 secoli fa, si definivano democratici, e tutti potevano votare in democraticissime elezioni: bastava non essere non essere donne oppure schiavi, piccoli particolari. Anche 20 anni fa un imprenditore ha trasformato (pro tempore) una sua struttura di vendita in struttura organizzativa di partito (nuovo anche “quello”), e ci domandiamo infatti dove sia la differenza sostanziale tra Publitalia trasformata in Forza italia e i MeetUp trasformati in M5S.

Non vogliamo qui dire che Grillo l'abbia fatto apposta, tanto più che noi eravamo dei suoi ferventi sostenitori. Ma tant'è, questa è la realtà, e la delusione è quindi cocente. La mia compagna avrebbe voluto votare, ma non essendo iscritta al M5S è stata esclusa, idem mia madre, vecchia e senza pc. Questa si chiama Discriminazione, si chiama Esclusione. Qui siamo all'antitesi della democrazia. Speriamo che all'interno del M5S ci si cominci ad interrogare su che cos'è la democrazia e provare a cercare forme che superino gli attuali schemi di potere e di pensiero che sono tanto regressivi e autoritari quanto ben dissimulati nel nostro sistema sempre più totalitario.

Soprattutto cerchiamo forme di aggregazione veramente nuove, non verticistiche, aperte, ricambiabili. Come invece, purtroppo, si sta rivelando questo M5S. Perché internet è solo un mezzo e non basta da solo a creare la democrazia, al contrario. E prima rifletteremo su ciò meglio sarà.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.162) 12 dicembre 2012 12:53

    Nella sua attenta analisi del Movimento sembra le sia sfuggito che ne Grillo ne Casaleggio siano mai entrati nelle scelte di politica reale attuate dai candidati al livello locale. I candidati ed il programma sono realmente creati dalla base e nessuno al vertice ritiene di poterci mettere bocca. Questo però sembra non interessi a nessuno, quello che suscita l’interesse del giornalismo è soltanto il fenomeno Grillo- Casaleggio, la ricerca ossessiva della falla nel sistema. Detto questo ai candidati vengono richieste poche semplici cose per entrare a far parte del movimento, davvero poche semplici regole e poi si è liberi di dimostrare sul territorio il proprio valore. E per le candidature, qualche regola andrà pur posta o si va allo sbaraglio, alla come viene?Col rischio di imbarcare all’ultimo momento i soliti arrivisti che fiutato il successo salgono sul carro dei vincitori. Le parlo da non attivista e da semplice simpatizzante, ma credo che chi da anni si spende sul territorio per il movimento abbia il diritto di concorrere per essere un rappresentante in parlamento. Si fa difficoltà a capire quanto sia diverso il movimento di Grillo perchè ci si concentra solo su di lui, sul suo blog, sulle sue esternazione da costante provocatore. La gente eletta al livello locale, è davvero libera, ne Grillo ne Casaleggio impongono loro scelte; a volte, per assurdo, neanche conoscono i candidati o gli eletti (ecco la sostanziale differenza tra M5s e Forza Italia). Ci rendiamo conto che lui è solo un megafono, l’interprete di un cambiamento che vuole portare la gente comune nelle istituzioni?Poi è certo che di errori ce ne siano e che la poca trasparenza in alcune scelte alimenti dubbi, ma tutto sembra il movimento tranne che poco democratico. A mio modo di vedere il rischio è l’opposto, che per troppa libertà di pensiero e di azione, si rischi di essere poco incisivi e "concreti" sul territorio. Il rischio è che ci si concentri, come sta avvenendo, più sul contenitore che sul contenuto.

    • Di (---.---.---.22) 14 dicembre 2012 09:00

       Infatti l’articolo non parla del merito delle scelte politiche, ma della discriminazione effettuata "a monte", di fatto escludendo un sacco di gente dal voto. Se pensate di poter vincere le elezioni votandovi tra di voi, allora siete veramente degli illusi. Io non sono iscritto al M5S e mai lo saro’, come non sono mai stato iscritto a nessun partito e mai lo saro’. Ma avrei potuto portare al M5S il mio voto piu’ quelli di un bel po di miei familiari. Adesso, non solo M5S non avra’ il mio voto, ma agli altri mi vergogno persino di proporlo. Grillo ha organizzato le Parlamentarie "ahum, ahum", nel giro di pochissimi giorni ed escludendo le persone non solo dalla possibilita’ di candidarsi, ma addirittura dalla possibilita’ di votare!! Ma come fate a non rendervi conto che un mucchio di gente, non iscritta, che stava seriamente pensando di dare il voto a M5S, con questo atteggiamento de la siete giocata miseramente. Come pensa Grillo di vincere le elezioni Nazionali, candidando piccole comparse che hanno gia’ miseramente perso le elezioni locali?

  • Di Andrea Flores (---.---.---.230) 12 dicembre 2012 14:55
    Andrea Flores

    ps
    i soldi se li mettono in tasca il Gatto e la Volpe. Ma va bene così....
    http://pubblicogiornale.it/politica...

  • Di Andrea Flores (---.---.---.230) 12 dicembre 2012 15:17
    Andrea Flores

    PSEUDO ELEZIONI SEGRETE SU SERVER PROPRIETARI
    http://bologna.repubblica.it/cronac...

  • Di Andrea Flores (---.---.---.230) 12 dicembre 2012 15:18
    Andrea Flores

    PARTECIPAZIONE RISIBILE, CANDIDATI BLINDATI, ELEZIONI FARSA
    http://www.ilmessaggero.it/primopia...

  • Di Andrea Flores (---.---.---.230) 12 dicembre 2012 15:18
    Andrea Flores

    DEMOCRAZIA DIRETTA? SI , DA GRILLO/CASALEGGIO
    http://lnx.leg-roma.org/wp-3_2_1/20...

  • Di (---.---.---.87) 12 dicembre 2012 18:42

    Grillocrazia >

    E’ un dato ufficiale. Solo Grillo è la garanzia di una “democrazia digitale”.
    Con il suo sistema di Parlamentarie sono state “fatte 3 cose fondamentali”.
    Avere un voto “libero” e far “conoscere” i prescelti per “discutere” con loro e dare dei “consigli”. Il tutto “a costo zero”.
    Questo è quanto serve conoscere.

    Basta non chiedersi chi e quanti sono stati gli ammessi al voto, quanti i voti “validi” e quanti voti hanno avuto i candidati scelti.
    Basta “discutere” senza toccare temi attinenti al Programma ed alle cose da portare avanti.
    Basta non domandare come si è riusciti ad avere gratis, per 4 giorni, l’indispensabile supporto informatico di mezzi e di  personale tecnico.

    Grillo è categorico: non è dato sapere di più.
    Così deve essere una “forza unita” che è “in guerra” e “con l’elmetto”.
    Così funziona la democrazia on line. Parola di Web Master.
    Chi ha dubbi e si pone delle domande “va fuori”.
    La piena “trasparenza” non è contemplata da un Dossier Arroganza

  • Di Sandro kensan (---.---.---.5) 12 dicembre 2012 23:26
    Sandro kensan

    Non sono d’accordo con il commento ripetuto una decina di volte da Flores, da simpatizzante mi pare che il gruppo di Grillo sia veramente innovativo. Non seguo i giornali ma mi informo direttamente come viene permesso dalla Rete e devo dire che le "parlamentarie" sono estremamente innovative, tutta altra stoffa rispetto alle investiture dall’alto dei nostri parlamentari.

    Segnalo questo messaggio di Grillo riguardo la roccolta firme per i ragazzi e ragazze del M5S che vogliono andare in Parlamento.

    ***

    Fate attenzione ai tempi. Giovedì 6 dicembre il M5S, dopo le votazioni on line, riesce a predisporre le liste per il Parlamento in tutta Italia e può iniziare il processo di raccolta delle firme nelle diverse circoscrizioni. Nella stessa settimana la Commissione Affari Costituzionali alza bandiera bianca per modificare la legge elettorale attuale e ridurre il peso del M5S, o addirittura eliminarlo con regole ad hoc (come l’esistenza obbligatoria di uno Statuto a immagine e somiglianza di quello dei partiti). Esiste ancora un modo però per bloccare il M5S: il tempo. Va quindi in onda la manfrina del pdl contro la politica del governo appoggiata a 90 gradi per più di un anno, dall’IMU, all’aumento dell’IVA, all’aumento delle tasse. Rigor Mortis, offeso, si dimette da solo, senza essere sfiduciato dalle Camere, in modo assolutamente irrituale (forse anche incostituzionale). Invece di andare in Parlamento va da Napolitano. La data delle elezioni deve essere quindi fissata il più presto possibile per evitare l’innalzamento dello spread (?!). Al voto, al voto! All’inizio si anticipa a marzo, poi, perso ogni senso del pudore, a febbraio. Per la prima volta l’Italia va a votare anticipatamente senza che il governo in carica sia stato sfiduciato dal Parlamento e ci va sotto la neve, come per centomila gavette di ghiaccio, come se fossimo in guerra. Il tempo per raccogliere le firme diventa così per il M5S quasi impossibile. Pochissime settimane per decine di migliaia di firme. Per i partiti il problema non si pone. Loro, in quanto già in Parlamento, non devono autenticarne neppure una di firma e le liste dei candidati le faranno come sempre a tavolino, in un paio d’ore, tra un marsala e un caffè. Alla faccia della democrazia. Io non mi arrendo, ma ho bisogno di tutto l’aiuto possibile per organizzare nei due prossimi fine settimana dei "Firma day" in tutta Italia. Abbiamo il dovere di provarci. Se poi non ci riusciremo e resteremo fuori dal Parlamento, la responsabilità sarà dei partiti, del Governo, delle Istituzioni. Dovranno assumersi ogni responsabilità di aver impedito con un colpo di mano la partecipazione del M5S e aver fatto eleggere un Parlamento totalmente delegittimato con un’astensione superiore al 60%. Ci vediamo in Parlamento, o dentro o fuori. Sarà un piacere.

    • Di (---.---.---.22) 14 dicembre 2012 09:30

      Nessuno mette in dubbio che il comportamento dei partiti e delle istituzioni sia deplorevole, ed e’ per questo che molti si stavano orientando verso M5S. Ma la politica di "esclusione" che ha portato avanti Grillo in questi mesi, per difendere la sua "creatura" dalle contaminazioni esterne e’ stato un errore imperdonabile, che vi costera’ carissimo. Il 20% ve lo potete solo sognare e credo che avrete una percentuale ad una sola cifra. Se certi candidati alle scorse elezioni comunali non sono riusciti a prendere neanche il 2%, non e’ un caso: vuol dire che sul territorio quelle persone sono state valutate "non adeguate". Come potete pensare di ripresentare le stesse persone per le elezioni nazionali? Se certe persone non le ho votate a maggio, semplicemente per fare i consiglieri comunali, perche’ dovrei votarle adesso per mandarle addirittura in parlamento? Epoi sta storia che gli attivisti sesntono di avere il "diritto" di andare in parlamento!! Ma questa e’ una rivendicazione che potete fare "inter vos", come potete pretendere questo diritto da quelli che vi dovrebbero votare?

  • Di (---.---.---.230) 13 dicembre 2012 08:27

    Ecco, il post di kensan è emblematico della lealtà e sottomissione al leader e dell’indottrinamento.
    Invece di criticare gli argomenti portati nell’articolo entrando nel merito si afferma unilateralmente, autoreferenzialmente e in modo ridicolo che il capo ha sempre ragione. E se gli si chiede perchè i grillini ti dicono che ha ragione perchè ha detto che ha ragione, senza rendersi conto della petizione di principio.
    Non sanno, poverini, che da sempre le autocrazie si comportano esattamente così.
    Dov’è la differenza tra Grillo che espelle e Bersani che impedisce a Grillo di iscriversi al partito?
    Riguardo ai commenti rispediamo la critica al mittente: c’è libertà di commento ( e siccome i link sono diversi abbiamo dovuto postarli nei tempi conseguenti)
    Grottesco invece il fatto che il kensan faccia una colossale MARCHETTA a favore del suo capo, usando questo spazio per pubblicizzare, parola per parola, l’ultimo comizio di Grillo.
    Un pappagallesco copia-incolla che fa capire molto bene come molti fans di Grillo abbiano dato il cervello all’ammasso e non solo pensino i pensieri del capo, ma usino perfino le sue parole: PAROLA PER PAROLA:
    Un’ortodossia servile e ignobile che offenderebbe la coscienza di qualunque persona che vagamente si ricordi il significato della parola LIBERTA’.
    Se questi sono gli esponenti del "nuovo", vuol dire che in questo disgraziato paese non c’è speranza.
    Aveva ragione Longanesi: in Italia non manca la libertà, mancano gli uomini liberi.
    Che vergogna vivere in un paese di servi, contenti per aver trovato un nuovo "uomo della Provvidenza" a cui affidarsi....niente di nuovo sotto il sole.

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