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Corona virus: ilrischio di una deriva autoritaria

UNA PANDEMIA SPETTACOLARE

In India, uno dei paesi più grandi e popolosi del pianeta, è considerato normale o comunque tollerabile che ogni anno, e in anni recenti, muoiano per la diarrea e la denutrizione circa un milione di bambini poveri. Nel contempo lo stato si permette di spendere quasi 8 miliardi di euro per l’acquisto dei cacciabombardieri “Rafale”.

In tale contesto, allorchè l’OMS emette una “dichiarazione di pandemia” (come avvenuto col Covid 19 l’11 marzo 2020) allora si blinda lo stato indiano per decreto e si gettano nella disperazione circa 500 milioni di persone che perdono il lavoro e a volte anche la vita.

Al contempo i media mainstram non si lasciano sfuggire l’occasione per politicizzare il corona virus e gettarne le responsabilità sulla minoranza musulmana e legittimando così la violenza di stato contro questi ultimi.

Da notare che il presidente Modi ha dichiarato (in diretta tv) l’isolamento totale del paese la sera del 24 marzo e 4 ore dopo il paese era bloccato: mercati chiusi, divieto di circolazione per i mezzi di trasporto pubblici e privati. I prodromi di una catastrofe sociale ed economica di proporzioni inimmaginabili in un paese con masse in estrema povertà. Un blocco totale di un paese di oltre un miliardo e trecento milioni di persone. Qualcosa di difficile anche solo da immaginare.

Inutile parlare dell’enorme incremento della violenza e degli abusi polizieschi. Ma anche l’esecutivo, dopo queste misure totalitarie e liberticide, ha acquisito consenso, perlomeno sui grandi media.

Come scrive Arundhati Roy sul Financial Times del 3 aprile “grande appassionato di spettacoli, Narendra Modi ha creato il più formidabile degli spettacoli”.

All’inizio di aprile i morti accertati per corona virus in India erano un numero irrisorio una cinquantina (su una popolazione di oltre un miliardo) ma su questa cifra, e col supporto delle apocalittiche previsioni dell’OMS circa la “pandemia”, si è instaurato lo stato di polizia con limitazioni della libertà inimmaginabili e con l’uso di ogni tipo di controllo tecno-poliziesco, nonché la “diseguaglianza elevata a sistema”.

EMERGENZA SANITARIA O POLITICA?

Del resto questo slittamento emergenzenziale dal “sanitario” al “politico” sta diventando, all’alba del terzo decennio del nuovo millennio, quasi una moda per gli esecutivi di ogni latitudine e colore politico.

Lo abbiamo visto recentemente in una provincia della Cina (l’Hubei), e, con sfumature diverse, in Corea del Sud e poi in alcuni stati dell’Europa, primo tra tutti l’Itlalia, seguito da Francia e Spagna.

Altri paesi invece,come la Svezia o l’Inghilterra, non hanno instaurato lo stato di emergenza e stanno seguendo politiche differenti.

Forse perché tali paesi hanno anche tradizioni democratiche un po' diverse dal totalitarismo cinese o dal fascio-clericalismo italiano (senza dimenticare la cultura di matrice comunista che ancora permea alcuni settori della popolazione) che permettono più facilmente sia l’imposizione che l’accettazione delle misure anticostituzionali e liberticide attualmente in atto.

L’Italia in questo, ieri come oggi, si conferma comelaboratorio del totalitarismo , come ebbe a dire Stefano Rodotà alcuni anni or sono, quando ancora non c’era l’esercito per le strade, il coprifuoco di massa e le ipotesi distopiche di tracciatura e monitoraggio di massa di cui parla Vittorio Colao, esponente di una nuova tecnocrazia non eletta da nessuno che, secondo il governo dovrebbe rieducarci, dal punto di vista nei prossimi mesi e anni. Sembra un film horror ma è tutto vero. E la maggior parte della gente obbedisce e accetta per paura.

Dopo le dittature plebiscitarie del secolo breve, dopo le dittature militari, dopo la dittatura dei mercati e dello spread, ecco che si profila all’orizzonte una nuova forma di tirannia, quella sanitaria o meglio tecno-sanitaria, visto che insieme ai virus, ai media e alla polizia, avrà bisogno anche di droni, app di schedatura di massa e di un’esoterica e terrorizzante cupola di sedicenti “esperti” che avranno, sembra, il potere di gestire le nostre vite fin sotto pelle. L’ormai celebre “comitato tecnico scientifico”.

Bill Gates arriva a vaticinare che “gli assembramenti potrebbero essere vietati in mancanza di una vaccinazione globale”. Magari gentilmente offertaci da quel Big Pharma in cui la sua fondazione sta investendo montagne di dollari.

SCIENZA E GENOCIDIO

Una biopolitica basata sul tecno controllo e sulla paura. Un totalitarismo securitario-sanitario che va oltre il panopticon di Bentham o le istituzioni totali di Goffman e Foucault. Una distopia oltre Huxley, Orwell e Bradbury.

E, non dimentichiamoci che è proprio con il bio-potere che il razzismo, che pure esiste da tempo, viene iscritto nei meccanismi dello Stato. La messa a morte, nel sistema del bio-potere, è ammissibile solo se tende non semplicemente alla vittoria sull'avversario, ma all'eliminazione del "pericolo biologico". Ovvero, per semplificare, ieri la paura del “negro” oggi la paura del virus.

E dal grido conradiano di “sterminate quelle bestie si arriva agli arresti domiciliari di una nazione “per salvare vite umane”.

Dalla biologia utilizzata contro i “barbari” i “diversi”, gli “inferiori”, passando per l’eugenetica e la soppressione degli “inferiori” (sempre per il bene del paese), si giunge al misterioso comitato-tecnico- scientifico voluto dal governo e con cui lo stesso giustifica la attuale politica di sospensione di diritti fondamentali costituzionali. Una tecnocrazia nemmeno dissimulata ma al contrario: ostentata.

E dal matrimonio tra teoria politica e ”scienza” (biologica) si arriva poi a giustificare ogni cosa, tutto: la conquista, poi la schiavitù, poi le leggi razziali. Fino al Ku klux klan e ad Auschwitz (e ai famigerati medici nazisti: il nazismo è biologia applicata ).

SORVEGLIANZA E SPETTACOLO

Una allucinazione totalitaria da far impallidire i totalitarismi del XX secolo.

Ma che il potere (pubblico e privato) sia da sempre e sempre più interessato a spiarci in profondità e a condizionare i nostri comportamenti non è un mistero.

Tra i tanti due libri che in tempi recenti ce lo hanno spiegato molto bene: la testimonianza di Richard Snowden, che ha svelato lo scandalo del “datagate” e il recente studio di Shoshana Zuboff sul capitalismo della sorveglianza.

Se volessimo risalire a qualche tempo prima potremmo ricordarci del progetto statunitense di controllo della mente denominato MK Ultra.

I tentativi del potere di condizionare le menti della popolazione sono costanti e reiterati. E oggi come non mai.

Se la popolazione guardasse meno calcio e tv e leggesse un po di più, forse non accetterebbe tanto facilmente esecutivi apertamente liberticidi “con la scusa di...” Ma tant’è. Viviamo in un eterno presente spettacolarizzato al parossismo. Oggi per i libri e la riflessione non c’è posto.

Come si suol dire: “the show must go on”.

E torniamo quindi allo odierno spettacolo di una pandemia. E non è solo il caso dell’India di Arundhati Roy, di cui si è scritto sopra, ma anche altri osservatori parlano di spettacolarizzazione di un evento sanitario e sua trasformazione in “politico”.

OMS E DICHIARAZIONI DI PANDEMIA

Mentre altri ancora evidenziano come le epidemie ci siano sempre state e con numeri di vittime incomparabilmente superiori a quelle attuali del corona virus ma mai si sono prese misure liberticide anche solo lontanamente paragonabili a quelle del 2020 in alcuni paesi del mondo (ma non tutti).

Il caso del’influenza di hong Kong del 1956 (1 milione di vittime) è emblematico. Nessuna dichiarazione di pandemia, nessun panico, nessun blocco. Niente. Il mondo non si è fermato.

Forse quello che prima non c’era è la finanziarizzazione della salute ad opera del Big Pharma e del suo organo ufficiale moderno: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ciò che ha permesso di far si che al posto della salute si installasse il profitto.

E magari potrebbe essere questo uno dei motivi per cui, nel nuovo millennio, l’OMS gridi sempre “al lupo” e lanci al mondo grandi dichiarazioni di pericolosissime pandemie a fronte di numeri esigui e previsioni errate.

Il caso dell’influenza suina del 2009 è paradigmatico: allarme terroristico dell’OMS, meida mainstream che fanno da megafono, politicanti europei più o meno in buona fede che sborsano miliardi alle multinazionali farmaceutiche per milioni di dosi di vaccini e, alla fine, pochissime vittime e la maggior parte dei vaccini inutilizzati e da buttare. In Italia una spesa (inutile) pari a 184 milioni di euro. Novartis ringrazia.

E vogliamo parlare della precedente “epidemia” SARS del 2002 e dei tentativi dei media di mezzo mondo di instillare una psicosi di massa di dipingere la “polmonite asiatica” come un flagello di Dio e che poi fece meno di mille (m-i-l-l-e) morti in tutto il mondo?

GOVERNI E BIG PHARMA

Sembra di assistere a una procedura standard, un copione già visto: prima i casi striscianti di malati, poi qualche morto ed ecco che sale la febbre e la paura di una possibile pandemia, che i media fomentano e cercano di trasformare in panico generalizzato. A quel punto la popolazione accetterà tutto.

L'OMS emette una dichiarazione ufficiale di pericolo planetario pandemico per questo o quel virus che potrebbe decimare la terra.

Il gioco è fatto!

A molti governi non sembra vero di poter assumere poteri speciali e semi assoluti con la scusa di “salvare vite umane”, ripetuto con le TV e coi megafoni delle auto della polizia nelle strade.

Del resto il raggiungimento del potere assoluto è sempre e dovunque il desiderio delle elites. Democrazie a costituzioni esistono apposta per cercare, fondamentalmente, di limitare il potere di chi comanda. E per questo chi comanda adora i decreti e l’emergenza dove alla politica si sostituisce il ministro di polizia.

Naturalmente alle masse le elites fanno sapere che tutto ciò sarà soltanto solo “temporaneo” (anche se nessuno sa per quanto) e, ovviamente, per una buona causa: salvare vite umane”. L’eterno ritornello.

In fondo, sono 5 secoli che noi europei andiamo in giro per il mondo a conquistare, massacrare e deportare, ma sempre per una buona causa. Una buona intenzione.

E chi di noi mai oserebbe opporsi al “bene”.

Figuriamoci poi se a certificarlo è la “scienza”! Dimenticando che essa dovrebbe essere solo un metodo rispettoso del dubbio e del dissenso (da Socrate a Popper, passando per Galileo, Hume e Russell) e non certo la denuncia del dissenso o un pretesto per lo stato autoritario o per l’inquisizione.

TECNOCRAZIA: “SCIENTIFICA” E COMUNICATIVA

E nel frattempo, mentre la psicosi è generalizzata, l’economia sprofonda nella catastrofe e la gente perde il lavoro. Ci abituiamo ad autosegregarci e a vivere nello stato di polizia. Ci assuefacciamo al fatto di obbedire pedissequamente a una cupola di tecnocrati non eletti da nessuno, il famoso “comitato tecnico-scientifico” che nessuno conosce bene ma che pretende di entrare, con le sue leggi, fin dentro le nostre vite, nelle nostre case, nella nostra mente.

Ma quando la paura di morire per il virus prende il sopravvento, e i media ripetono incessanti che “serve il vaccino” e “si cerca il vaccino”, contro il nuovo e misterioso virus, ecco che una ricca tavola imbandita è pronta per il profitto delle multinazionali farmaceutiche, pronte ad accumulare profitti stratosferici con vaccini di dubbia efficacia quando non di probabile pericolosità.

In Italia, tra l’altro,vittima di un obbligo vaccinale unico al mondo e dovuto all’intreccio di politica, lobby big Pharma e corruzione, la popolazione più consapevole sa che si scrive obbligo vaccinale ma si legge profitti per le multinazionali farmaceutiche.

Un giornalista di grande rigore e onestà intellettuale come Marcello Pamio ha definito questa attuale industria della salute tanto alla moda: “la fabbrica dei malati”

E non importa se questi vaccini (per non allargare il discorso alle medicine inutili e/o dannose) saranno poi, lontano dai riflettori, buttati al macero.

Sui tg in prime time questo non verrà mai mostrato.

Così come avranno scarsa visibilità corruzione e conflitti di interessi tra politici, esperti e Big Pharma, in un sistema di porte girevoli.

Alcuni, come l’ex presidente tedesco alla commissione sanità del Consiglio d’Europa parlano di “truffa colossale”. Ma tutto ciò non ha alcuna visibilità mediatica.

Del resto alcuni dei personaggi legati alle multinazionali del farmaco (Burioni e Ricciardi in primis) sono quelli che dettano al governo le misure a cui sottoporci. Misure eminentemente politiche prima che sanitarie. Misure che ledono pesantemente importantissimi diritti fondamentali dell’individuo, giustificate solo da uno stato di eccezione di cui qualche giurista prima o poi si domanderà della sua costituzionalità e legittimità. O meno.

 

E nessun giornalista dei grandi media farà mai ammenda per le fake news terrorizzanti propalate ai quattro venti che dipingono normali influenze come devastanti pandemie.

Al contrario, nelle nostre sedicenti democrazie (oggi peraltro sospese) stanno iniziando le crociate oscurantiste contro la libera informazione come ben spiegato da Massimo Mazzucco, anche lui sotto l’attacco della orwelliana task force di regime del sottosegretario Martella contro la disinformazione”.Ovvero contro la libera informazione, quella indipendente, non sovvenzionata dallo stato e dalle grandi imprese, forse il solo vero contropotere al regime che si sta instaurando.

Sono cose che dovrebbero farci rabbrividire. E di vergogna, prima ancora che di paura.

L’INCESTO FRA “SCIENZA” , MEDIA E REGIME

Ecco. In questa situazione che mira a impaurire e disinformare, per il profitto economico e politico di multinazionali ed esecutivi, dovrebbe essere chiaro a tutti che il re è nudo.

I veri poteri che ci comandano sono ormai senza maschera quando le misure dei paesi totalitari vengono importate anche in quelli cosiddetti democratici e quando i comitati tecnico-scientifici si sostituiscono ai governi e dettano legge (legge speciale, fuori dalla Costituzione)).

Lo spettacolo di una scienza asservita al denaro e di uno stato etico, sempre più bramoso di potere, è sotto gli occhi di tutti.

Il parlamento è fermo. L’esecutivo legifera a colpi di decreto su decreto e comunica al popolo in tv o in diretta FB. La gente è agli arresti domiciliari da oltre un mese, terrorizzata da tv e giornali, e non sa quanto durerà ancora l’incubo. In strada polizia, esercito, elicotteri e droni. I telefoni potrebbero essere usati per il tracciamento di massa…..

Sembra di essere in un film di fantascienza.

Ma ci ripetono incessantemente che “bisogna salvare vite umane”. Limitare le vittime.

Quelle vittime della pretesa “pandemia” che, da qualche giorno, sono sempre meno e quindi non fanno più notizia.

Quel che rimane è il grottesco, incessante disco rotto governativo del “dovete stare a casa!”, a reti unificate. Le immagini tv dei camion di morti e di zombies con la mascherina, alternate a quelle di gente sorridente sui balconi che canta l’inno nazionale con la bandierina in mano. Infermieri stravolti di fatica, medici morti commemorati come caduti in guerra e silenzio assordante sui tagli che hanno falcidiato la sanità e che fanno si che un paese di 60 milioni di persone abbia solo 5000 posti in terapia intensiva. Un disastro rispetto al resto dell’Europa ma che in tv non si può dire in prima serata.

Insomma una propaganda oltre ogni limite.

E quando si teme che il sistema sanitario possa saltare a causa della terapia intensiva insufficiente a ricevere i malati di Corona virus, la risposta del governo è principalmente una: “lockdown” e stato di polizia.

Polizia e militari, sempre e ovunque, file chilometriche ai supermercati, il malessere dei settori economici che comincia ad essere difficile da ignorare….

Ma, sempre, la voce fuori campo ci rassicura che la gente responsabilmente accetta le misure e obbedisce, felice di poter “salvare vite umane”. Slogan ripetuto al parossismo.

Una nazione agli arresti domiciliari che sorride e canta felice. Almeno questo pretenderebbe la tv e il governo. Mancano solo gli applausi e Conte che va in giro a baciare i bambini. (mascherinato, ovviamnete). Ma la paura fa credere a tutto, anche a questo.

NUOVI POTERI TOTALI

Quello che ieri era il “potere delle chiavi” oggi è il potere di media e scienza, anzi scientismo, visto che un virologo che denuncia un altro professore e collega non ha nulla di scientifico. (vedi caso Burioni/Montanari)

La scienza sta diventando un nuovo potere totalitario, che insieme a quello della finanza potrebbe definitivamente porre fine a tre quarti di secolo, trascorsi fin’ora quasi senza guerre in Europa. Di più: la scienza e la ricerca, specie quella farmacologica, sta diventando pura finanza. Puro profitto.

In questa chiave di lettura questo ennesimo tentativo di media, governi e Big Pharma, che mira a farci credere che siamo immersi in una tremenda pandemia medievale e che dobbiamo temere chissà quanti morti (magari giovani e magari sani), non è altro che un grande spot propagandistico per i fabbricanti di medicine e vaccini, con coincidenze di interessi coi media (leggi: inserzionisti) e con gli esecutivi, specie quelli che prima dell’evento spettacolare erano in grave crisi di consenso. Come il governo italiano.

Ma questo esperimento di biopolitica, di ingegneria sociale, di condizionamento del comportamento di massa tramite la paura indotta, potrebbe avere esiti imprevedibili e catastrofici: disoccupazione di massa, depressione economica (e psichiatrica), declino della società e dei rapporti umani, accettazione e assuefazione a una dittatura tecno-scientifica.

Insomma la “cura” che le tecnocrazie globali pretendono di somministrare ai popoli, a forza di droni e soldati per le strade, potrebbero sortire effetti diversi (e peggiori) da quelli che si pretenderebbe. E non lo diciamo (solo) noi, bensì anche una fonte ben più autorevole: un giudice emerito della corte suprema britannica, preoccupato per questa deriva autoritaria globale.

 

E’ una possibilità che non dovremmo sottovalutare perché nessuno conosce il futuro.

 

La storia, semmai ha qualcosa da insegnare, ci mostra come sia molto facile perdere la libertà e molto difficile riconquistarla.

Nell’eterno presente tecnologico unidimensionale della nostra epoca, sembra che ce ne stiamo dimenticando, concedendo ai nostri governanti poteri assoluti e sconosciuti ad ogni altra epoca storica. Dove ci condurrà questa deriva tecno-autoritaria non sappiamo.

Ma conosciamo la celebre massima di Lord Acton: “il potere corrompe e il potere assoluto corrompe assolutamente”.

Purtroppo, mentre sul balcone sventoliamo sorridenti la bandierina e cantiamo in coro, non è educato ricordare che siamo uno dei paesi più corrotti dell’Occidente. Tanto meno se siamo in tv in prima serata. Preferiamo raccontarci in coro che siamo liberi e felici nel paese più bello del mondo.

Ma certe derive autoritarie, in paesi con la nostra storia, la nostra corruzione, e la nostra (in)cultura democratica, potrebbero avere esiti che si sperava fossero relegati solo ai libri di storia.

Quella storia che ci siamo dimenticati. E che per questo saremo forse destinati a ripetere.

Foto di Queven da Pixabay 

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