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Ergenza Covid 19: E’ accettabile la gestione mediatico-repressiva di un evento sanitario?

Emergenza non fa rima con democrazia. E anche se si tratta di un’emergenza sanitaria l’aggettivo non cambia la sostanza. Questo comincia ed essere evidente a tutti, anche se con letture diverse.

C’è chi dice che la dittatura, intesa come “stato di emergenza”, è un istituto antichissimo e, talvolta, necessario, e chi invece ne sottolinea i rischi e i possibili abusi. Ma non si dovrebbe mai dimenticare che la democrazia liberale costituzionale moderna si basa, essenzialmente, sui limiti al potere, da Locke a Popper, passando per l’Illuminismo e le rivoluzioni liberali.

Il famoso “check and balance” anglosassone, il “quarto potere”, le istituzioni di garanzia, in una parola i diritti che tutelano le minoranze e soprattutto l’individuo dal potere e i suoi (ricorrenti ed eterni) abusi.

Coerentemente con tali premesse, (purtroppo oggi largamente dimenticate) in uno stato anche solo minimamente democratico, la gestione di malattie, epidemie e il corollario della sicurezza sanitaria dovrebbero essere limitati al ministero di riferimento e dovrebbe avere poco o niente a che fare con polizia, esercito, martellamento mediatico e controllo di massa con cellulari, droni e quant’altro.

Specialmente in un paese dove negli ultimi decenni la sanità è stata mutilata dai tagli economici imposti dal neoliberismo della UE.

In Italia invece, forse per rimanere nel solco della tradizione, (da Giolitti a Mussolini, da Scelba, da Berlusconi a Salvini), anche la risposta all’epidemia Corona virus è, come per molte altre istanze politico-sociali, propagandistica, repressiva e poliziesca. La situazione è sempre la stessa: si presenta un problema, lo trasforma nella parola magica “emergenza” e la risposta è invariabilmente repressiva e antidemocratica. Decretazione d’urgenza, una specie di coprifuoco a livello nazionale come mai visto in tempo di pace, un parlamento praticamente esautorato dalle sue funzioni.

La legge, (intesa in senso classico, come qualcosa di stabile e conosciuto) non esiste più, al suo posto c’è la paura diffusa. E poi la polizia e il pezzo di carta da mostrare ai posti di blocco per evitare pesanti conseguenze. E anche l’esercito. Senza dimenticare le denunce contro le voci dissidenti.

E ancora: anziani solitari vengono sloggiati dalle panchine da solerti poliziotti - sceriffi, mentre i politici di qualsiasi livello, fanno più o meno a gara per alzare la voce e la posta in qualsiasi campo; chi vuole più agevolazioni dall’UE e chi vuole più controlli per le strade.

E tutti in coro esigono più obbedienza dal popolo, chi col lanciafiamme, chi con la retorica della “responsabilità” ma tutti uniti dal comune denominatore della gestione sempre più diretta e autoritaria del potere. La recente gestione delle rivolte carcerarie è forse un esempio della gestione del potere che si vuole intraprendere.

Una potere emergenziale che si fonderebbe, oltre che sull’OMS, anche sul comitato degli scienziati e quindi indiscutibile quasi per definizione.

Alcuni analisti hanno apertamente parlato di colpo di stato con la scusa del Corona virus. Altri hanno paragonato le attuali misure liberticide all’attacco alle libertà civili del Patriot Act post 11 settembre. Altri ancora hanno fatto notare come, una volta “ finita l’emergenza, il coprifuoco si potrà togliere ma l’intolleranza liberticida introdotta a piene mani da un governo di illiberali irresponsabili rimarrà nel tessuto societario del Paese”.

Se poi vogliamo assumere la abbacinante chiarezza giuridica di Carl Shmitt (“sovrano è chi decide lo stato d’eccezione”), si rimane attoniti nel constatare che una nazione agli arresti domiciliari e un parlamento pressoché esautorato sono il frutto della “dichiarazione di pandemia” fatta da un organismo internazionale, l’OMS, di dubbia fama, non eletto da nessuno e, soprattutto, controllato dalle multinazionali mondiali del big pharma e vittima, specie in tempi recenti di lobby, conflitti di interesse e corruzione diffusa.

Per non dire dell’attuale segretario generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il primo senza una laurea in medicina, ma che però può decretare emergenze sanitarie planetarie. Con devastanti conseguenze politico economiche sugli stati.

Come l’Italia, dove le misure prese dal governo in occasione di questa “dichiarazione di pandemia” si sono abbattute come un colpo di maglio anche su un’economia che già prima era l’ultima come crescita nella UE, e che ora minacciano di innescare una crisi e una depressione come forse mai visti prima. Paragonabili alle conseguenze di una guerra.

Una shock economy in piena regola, direbbe qualcuno, che potrebbe preludere a nuovi equilibri socioeconomici che difficilmente sarebbero accettati in tempi normali. Ma non tutto il paese è fermo. Mentre si è bloccato un paese con misure apertamente autoritarie e di dubbia efficacia, che massacrano molti settori dell’economia e minano le basi dei diritti civili in ogni campo, l’industria bellica non conosce rallentamenti. E anche massicce esercitazioni militari, a dispetto della pandemia, possono tranquillamente continuare ad avere luogo.

Così come, nonostante il Corona virus aggredisca bronchi e polmoni, quello stesso stato che quasi vieta le attività motorie e le passeggiate d’altro canto continua imperterrito la vendita dei tabacchi. Contraddizioni oppure chiavi di lettura circa il reale significato di questa pretesa “pandemia”?

Anche perché, più che a una pandemia assistiamo all’instaurarsi di uno stato di polizia, nella sua forma più pura, h 24. E’ la ricerca del controllo totale, continuo, assoluto. Coi media, coi cellulari, coi droni, coi posti di blocco. Con tutto quanto possibile. Diritti, privacy, leggi, garanzie, tutto viene azzerato, (“sospeso” dice il mainstream), fin tanto che dura l’emergenza sanitaria, poi magicamente trasformatasi in politica. La politica del trattamento sanitario obbligatorio, ovvero del “terrorismo sanitario”, come osservato da qualcuno.

L’imperativo categorico del momento, ripetuto dai media e dai politici fino allo sfinimento è “restare a casa”. Dapprima per qualche giorno, poi diventati settimane e poi, ad oggi, diventati uno o più mesi ulteriori. “Dipenderà dal comportamento del virus” E anche dal nostro, aggiungono, con un tono tra l’autoritario e il paternalistico, quasi che si rivolgessero a dei bambini e non al popolo depositario della somma sovranità.

Quando potremo tornare liberi ce lo comunicherà il governo ma la decisione si baserà sulle valutazioni di uncomitato di scienziati(non eletto da nessuno), che starebbe guidando l’esecutivo nelle decisioni “tecniche. Non solo emergenza ma anche tecnocrazia, svincolata da ogni principio democratico o elettivo.

Questi “scienziati” che governano il governo, si alternano sui giornaloni mainstream e sulle tv con cifre e previsioni e policy (penso alle mascherine) sempre diverse. La gente è confusa ma la paura del morbo fa dimenticare privacy e democrazia, e per ora la popolazione sembra accettare il lockdown. Del resto l’eterno e onnipresente flusso informativo non è fatto per capire bensì per confondere, stordire e, soprattutto, incutere la paura.

Corollario dell’imperativo categorico di cui sopra è vivere nell’ansia del prossimo decreto o ordinanza, che ci dirà quanto dobbiamo ancora modificare le nostre vite, cosa scrivere sul “lasciapassare” per i controlli, di quanti metri poterci allontanare da casa, se poterlo o non poterlo fare con un cane (più semplice) o con un figlio (più difficile ma ancora possibile).

Senza dimenticare che molti aspettano di poter tornare a lavorare il più presto possibile e magari evitare il tracollo dell’azienda, specie se piccola, nonostante il governo abbia promesso aiuti a pioggia. Ma senza dimenticare altresì che una democrazia non dovrebbe essere sospesa per questioni sanitarie, soprattutto a fronte di una “pandemia” con (fortunatamente) meno di centomila morti su una popolazione di quasi 8 miliardi.

Non è accettabile che il Big Pharma mondiale decida della politica e della libertà degli stati sovrani o perlomeno di quelli che accettano di implementare misure liberticide, celandosi dietro le insegne di un ente, l’OMS, più legato al business, specie quello dei vaccini, che non alla reale salute del genere umano. Un’OMS che, specie in Italia ma anche all’estero, è stato protagonista di scandali ed episodi di corruzione e conflitti di interessi.

La sua lotta per imporre recentemente in Italia una lunga serie di vaccini obbligatori (decreto Lorenzin 2017) ha scatenato un accesissimo dibattito e ha ulteriormente evidenziato come dietro la retorica della “sanità” si celino oscuri interessi economici di enorme entità

Del resto sul mainstream si parla continuamente di vaccini e di Bill Gates, noto filantropo secondo il Corriere della Sera, che si sta prodigando finanziariamente per trovare un nuovo vaccino. Saremmo quasi commossi, se non fosse per il fatto che siamo al corrente di Event 201 e degli enormi interessi economici che legano la fondazione Gates e il Big Pharma.

E parlando di vaccini non ci possiamo esimere dal menzionare il vate italiano della crociata vaccinale, ala secolo Roberto Burioni, onnipresente dall’inizio della crisi in tv e giornali e fondatore del “Patto per la scienza”. Quella scienza che secondo lui deve portare in tribunale e ridurre al silenzio chi osa mettere in discussione la “giusta” scienza. Quella in sintonia con il Big Pharma.

Interessi economici enormi, popolazione stordita e impaurita dai media, politicanti di bassa lega che fanno a gara a chi la spara più grossa per avere consenso….non sarà che dietro lo spettacolo di una epidemia, spettacolarizzata come mai prima, ci sono in realtà ben altri attori?

E qui ritorna la domanda iniziale: è accettabile la gestione militare-poliziesca di un evento sanitario che non ha creato (fortunatamente) milioni di morti ma che, politicamente, potrebbe portare a una catastrofe economico sociale di proporzioni inimmaginabili e alla perdita di libertà fondamentali a cui non si dovrebbe mai rinunciare facilmente.

Forse che oggi la democrazia e la libertà non sono più il bene supremo e assoluto da difendere, financo con la propria vita?

Noi pensiamo che porsi queste domande, specialmente in tempi bui come questi, sia importante e per questo le giriamo al lettore

Foto di pasja1000 da Pixabay 

Commenti all'articolo

  • Di Enzo Salvà (---.---.---.64) 10 aprile 2020 11:49
    Enzo Salvà

    <<......che porsi queste domande, specialmente in tempi bui come questi, sia importante e per questo le giriamo al lettore.>>

    Le rispondo a fatica considerata la premessa:

    Wow, è tutta una farsa: per una banale influenza che solo i giornaloni mainstream, opinionisti, OMS, Big Fharma e politici, dicono provocare tanti ma tanti morti. Numeri falsi ovviamente perché i morti sono sempre i soliti: cancro, infarto, stradali ecc. ebbene, siamo tutti a casa a fare i divanisti perché siamo creduloni........ nel prossimo articolo faccia notare che gli incidenti casalinghi sono aumentati.

    Se uscissimo, ma non possiamo perché poche pattuglie potrebbero farci la multa, non succederebbe assolutamente niente di più che un possibile incidente da inciampo dovuto alla nostra imperizia di runner.

    Flores, vada pure in giro, se trova una pattuglia incazzata nera in questi giorni, chieda a loro perché si incazzano tanto per nulla..... 

    A proposito, io sono di quelli che hanno sempre dovuto continuare a lavorare, scenda a terra, glielo consiglio vivamente, se ha competenze si presenti come volontario presso il Suo Comune (si fa online oltretutto)....... quella è una libertà di valore infinito oggi.

    Es.





  • Di Andrea Flores (---.---.---.230) 10 aprile 2020 13:06
    Andrea Flores

    mi fa piacere che lei sia tra i privilegiati che possono lavorare in questo gulag sanitario. Io vorrei ma me lo hanno vietato e ora rischio di perdere la mia piccola ditta per un governo di incapaci (quando non se corrotti dal big pharma,, dolosamente criminali). Ma capisco che chi ha la pancia piena veda le cose diversamente da chi perde tutto. Se invece di questa pagliacciata di quarantena- solo-per- alcuni, vi avessero chiuso tutto, anche i supermercati e i tabaccai, e non vi dessero lo stipendio a fine mese, allora capireste in quale suicidio economico e politico stiamo scivolando.

    La ringrazio del suo commento e la saluto

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