• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Pansa: l’ipocrisia di un giornalista

Pansa: l’ipocrisia di un giornalista

Scoprii Giampaolo Pansa, casualmente, leggendo un suo bestiario sull'Espresso. Mi piacque tanto da seguirlo tutte le settimane. Verso gli inizi degli anni Novanta mi colpì il suo non accodarsi al “politically correct” in un'atmosfera di turbolenze internazionali, guerre nei balcani, in africa e scoperta di tangentopoli in Italia, che passò nella storia come gli anni di “mani pulite”.

I suoi profili dei politici più in voga erano una mannaia sul capo dei designati, una sferzata di frusta sulle spalle e quasi sempre ci azzeccava non facendo sconti a nessuno. Auspicabile una raccolta di tutti i bestiari pubblicati, come un pro memoria di quegli anni difficili.

Pansa lo trovavo il censore per eccellenza, lo leggevo volentieri, fino alla vigilia delle elezioni politiche del 1996, quando in un'intervista su un quotidiano, che ora non ricordo, dichiarò di preferire Prodi fra i vari candidati proposti.

Sappiamo tutti chi è Prodi e la sua carriera politica, anche fra i suoi sostenitori c'è chi non lo vede di buon occhio, tanto è vero che fu accantonato come Presidente della Repubblica. La dichiarazione mi indispettì tanto da decidere di non comprare più il settimanale di De Benedetti, altro chiacchierato politicamente ed amicissimo di Prodi.

Nel 2003 Pansa pubblicò “Il sangue dei vinti”, una cronistoria degli avvenimenti riguardanti la Repubblica Sociale ed i partigiani, negli anni dal 1943 al 1945. Un libro onesto e fedele ai fatti. Apprezzai l'ardore e la partecipazione del Pansa e l'intenzione di rendere noto tanti aspetti rimasti oscuri alla gran parte degli italiani. Sull'onda del successo di questa pubblicazione ne scrisse altri, mettendosi in urto con la sinistra immarcescibile. Fu definito traditore, voltagabbana ed altri epiteti poco gradevoli, ma lui tirò dritto e non fece una piega.

Pansa si trovò in difficoltà con i colleghi de l'Espresso, tanto da decidere di cambiare testata.

Riflettendo venni alla conclusione che, tutto sommato, non aveva scritto nulla di inedito perchè era già stato detto tutto, in anni precedenti, da Giorgio Pisanò, che spese una vita a narrare quanto avvenne nel Nord dalla fine della guerra a dopo, fra repubblichini e comunisti, ma non fu creduto perché ex repubblichino lui stesso e notoriamente di destra.

Resta la considerazione che con queste pubblicazioni Pansa si arricchì alla faccia dei suoi antichi sodali.

Successivamente il nostro eroe collaborò al Riformista, poi passò a Libero dove si dimise per gli stessi motivi con cui si dimise da “la Verità”, alla quale aveva aderito per seguire Maurizio Belpietro. Nel nuovo quotidiano fu fra i redattori più prestigiosi e li sembrò aver trovato pace. Invece il diavoletto tentatore già lavorava nel fuoco delle sue contraddizioni.

Non sopportava Matteo Salvini, come prima non sopportava Renzi, e come prima ancora Silvio Berlusconi, politici che dall'alto della sua esperienza e della sua età, poteva trattare con sufficienza senza remore e senza suggestioni, anche perché in ogni giornale al quale collaborò aveva carta bianca.

Salvini è descritto come grasso, brutto, prepotente, pieno di donne, uso a gozzovigliare nei ristoranti di lusso e altro ancora, quando per sua stessa ammissione, il Pansa, si incontrava con Claudio Rinaldi al prestigiosoToulà di Milano, e poi cosa gliene fregava dell'aspetto fisico e del suo modo di essere quando sul tappeto ci sono problemi che interessano l'intera Italia.

Formalmente Salvini si è mosso come buon Ministro dell'Interno, la sua azione politica è condivisa dalla maggioranza degli italiani, che è quello che più conta. A lui non piaceva? Dedicagli un bel Bestiario e....amen. Invece ancora rosica. Ora è tornato con Belpietro nella nuova edizione di Panorama. La cosa mi ha stupito; qualche mese fa si era dimesso da la Verità, con stizza e, quasi, rancore, ora torna come un figliol prodigo qualunque e svela, qualora ce ne fosse bisogno, la doppia personalità nascosta dal sorriso mefistofelico, gli occhi fissi spiritati dietro gli occhiali e dalla padronanza di sé che non ha scordato la natura dell'incoerente venata da tanta ipocrisia.

 

Angelo Libranti

 

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.49) 20 novembre 2018 16:53

    Pansa non è un ipocrita, è un grandissimo furbacchione che con le sue doti camaleontiche ha saputo sempre portare tanta farina al suo mulino. La tecnica è semplice, criticare a turno tutti significa in sostanza non criticare nessuno ma trovare sempre una parte che lo apprezza a seconda del momento contingente.

    E’ una tecnica che potrebbe essere scambiata per "incoerenza", in realtà è assolutamente coerente per lo scopo che si prefigge, ovvero la raccolta.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità