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Palestina libera: nulla osta di 140 Nazioni. Ma incombe il veto degli Usa

L'Asseblea generale delle Nazioni Unite si riunirà nel corrente mese per decidere se concedere o meno ai Palestinesi la possibilità di avere uno Stato autonomo da Israele. Già 140 Paesi hanno espresso parere favorevole - anche grazie alle attitudini diplomatiche del presidente palestinese Abu Mazen - a frenare gli Usa, che minacciano di ricorre al potere di veto in sede di consiglio di sicurezza.

Gli Stati Uniti si oppongono alla formazione di uno Stato palestinese. Secondo il New York Times gli Usa sarebbero pronti ad esercitare il potere di veto in ambito Onu. In perfetta sintonia i governi di Italia e Francia, anch'essi contrari ad una Palestina indipendente senza il consenso di Israele. Il ministro degli Esteri francese Juppé auspica che l'Europa faccia fronte comune, tuttavia la portavoce per la politica estera dell'Ue, Catherine Ashton, dichiara che non ci sarebbe il tempo per giungere ad una posizione univoca sulla questione. Israele intanto fa sapere che sarebbe pronto ed estinguere tutti i precedenti accordi di pace con i Palestinesi, nel caso in cui essi perseverino nella richiesta di riconoscimento all'Onu.


Il presidente americano Barack Obama starebbe esercitando pressioni su Abu Mazen per scongiurare la votazione e riprendere repentinamente i colloqui di pace tra israeliani e palestinesi. Gli sforzi diplomatici della Casa Bianca potrebbero risultare vani, dal momento che circa 140 Stati membri dell'Onu avrebbero già espresso parere favorevole alla richieste del presidente palestinese. Ritengo che le Nazioni Unite abbiamo l'autorità per valutare la possibilità di concedere la sovranità ad un futuro Stato. La mediazione Usa in decenni di colloqui serrati non ha condotto ai risultati sperati, ovvero il reciproco riconoscimento e rispetto tra Palestinesi ed Israeliani.

La linea diplomatica di Washington si è spesso dimostrata sbilanciata a favore di Tel Aviv; anche in virtù delle potenti lobby bancarie ebraiche presenti su territorio americano. L'Europa, dal suo canto, dovrebbe svolgere un ruolo importante nella mediazione, vista la vicinanza geografica con il Medio Oriente, viceversa non appare determinata come dovrebbe, nell'uno o nell'altro senso; si limita a prendere atto delle decisioni Usa. Appare quindi necessaria una presa di posizione da parte delle Nazioni Unite, spesso delegittimate da decisioni prese in autonomia da altre organizzazioni internazionali, come la Nato. Forse potrebbe essere giunto il momento per gli Usa di passare il testimone della mediazione e restituire prestigio e autorevolezza all'Onu, nel tentativo di risolvere l'eterno conflitto israelo-palestinese.
 

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