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PARAFARMACIE: in arrivo il dl per "regolare" la materia!

 
Para-Farmacie: sta arrivando un decreto legislativo per "regolare" la materia. La norma prevede il divieto di usare la denominazione "parafarmacia" e la "croce verde"! In precedenza, come avevamo visto, l’allora sottosegretario alla Salute (promosso viceministro nel maggio di quest’anno: il Prof. Ferruccio Fazio, tanto per non fare nomi!) aveva sostenuto che le parafarmacie avrebbero dovuto dimostrare la propria utilità per essere autorizzate a sopravvivere. Laddove avere clienti e stare sul mercato, in condizioni certamente non facili, non era evidentemente una dimostrazione sufficiente. Oggi si dice che il divieto di usare nome e simbolo serve a evitare confusione nei cittadini. Quegli stessi cittadini che negli ultimi due anni hanno potuto sperimentare un minimo di concorrenza nel settore dei farmaci da banco (le stesse farmacie ufficiali sono state indotte in vari casi ad abbassare i prezzi). Tutto ciò naturalmente in nome del cittadino-utente, non di un ristretto gruppo di interessi, quello dei farmacisti titolari di licenza, che lo ricordiamo non sono tutti i “farmacisti” in circolazione, ma solo una sparuta, piccola minoranza, ma una grande “lobby”! Forse sarebbe opportuno rendere trasparenti e pubblici i rapporti che intercorrono tra questa e altre lobby e la politica? Non crede Signor Ministro Brunetta?

Ma mentre il Paese “annaspa” in una crisi economica senza precedenti il Governo non ha nient’altro di meglio da fare che preparare il "funerale delle parafarmacie". Si tratta dell’ennesimo episodio posto in essere dalla compagine governativa contro una delle liberalizzazioni più gradite dalla maggioranza degli italiani (61%): un vero e proprio strangolamento della libera iniziativa in favore di monopoli e corporazioni. A nulla sono valsi i richiami a principi costituzionali della libertà d’impresa, a nulla valgono i sacrifici di coloro che hanno investito i propri risparmi in un’impresa che li realizza professionalmente: gli interessi della “casta” dei privilegiati che già gode di una "esclusiva ingiustificata" a vendere non solo farmaci, ma profumi, cosmetici, scarpe, pane, pasta, biscotti, farina, zucchero, sale, accessori, abbigliamento ed ogni altro tipo di mercanzia, sono superiori a quelli dei cittadini che con questa liberalizzazione hanno scoperto i vantaggi della concorrenza in uno dei settori più chiusi dell’intero sistema professionale italiano insieme a quello di notai e dentisti!

Basti pensare che con l’avvio della liberalizzazione del farmaco (seppure agli inizi) si erano già creati più di 5000 nuovi posti di lavoro, riconoscendo finalmente il diritto di esercitare la professione per chi ha studiato per farlo, ma che non dispone di 4, 5, 6 milioni di euro per comprarsi una “licenza”. Inoltre il vantaggio per tutti è innegabile: si parla di una riduzione media dei costi del farmaco (le stime sono al ribasso) che va dal 10% al 40%.

Ma perchè questi temi sul SocialNetwork degli Statali? Perchè il problema riguarda "tutti": primo perchè tutto ciò impatta sul nostro portafoglio e secondo perchè si ledono le fondamentali regole del liberalismo moderno, violazioni che oggi colpiscono il farmaco domani possono colpire tanti altri settori a discapito di chi non è sufficientemente protetto e potente!

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