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Otto marzo: tra stereotipi e femminicidi

Nella giornata dedicata alle donne, il Presidente della Repubblica è tornato a parlare della violenza sessista con esplicito riferimento a quanto successo in Parlamento, alla fine di febbraio. In quell'aula, in occasione del voto sul decreto Imu-Bankitalia che ha regalato quattro mld e mezzo alle banche, ci fu una sostenuta protesta da parte del M5S, che fece registrare toni accesi verso la presidente della Camera Laura Boldrini. Ma si verificò, anche che un questore di scelta civica assestò un vibrante ceffone alla deputata dell'opposizione Loredana Lupo e il fattaccio, invece di essere condannato, fu dimenticato come se non fosse mai successo.

Eppure sappiamo che le cronache registrano ogni giorno, atti di violenza su donne inermi, uccise da chi dice di amarle. Quello schiaffo, quindi, non ha fatto altro che registrare una violenza su donne da domare, quando non scendono a miti consigli. Come dicevamo, dunque l'otto marzo, Napolitano ha difeso a spada tratta la dama Laura Boldrini, per i violenti attacchi dell'opposizione ma non una sola parola per il manrovescio subito dalla Lupo donna delle istituzioni anche lei.

Mi chiedo come sia possibile che il garante della Costituzione abbia taciuto su un fatto disdicevole, come i maltrattamenti subiti da Loredana Lupo ed abbia tuonato a difesa della Boldrini. La vita istituzionale del Paese ha subito una caduta di stile non indifferente, e come se non bastasse lo dimostra la battaglia che si sta conducendo sulla quota di genere uomo donna in occasione delle competizioni elettorali. Sembrerebbe una questione di lana caprina, in quanto l'art. 51 della costituzione recita: tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge [cfr. artt. 56 c. 358 c. 284 c. 1,97 c. 3104 c. 4106135 cc. 1, 2, 6XIII c. 1]. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini.

Dunque di cosa stiamo parlando? Possibile che la Costituzione sia divenuta un optional, se una norma così chiara non viene nemmeno considerata da quelle stesse donne che si stanno lambiccando il cervello con raccolta di firme o altro? Ciò che appare chiaro è che questo Paese è carente di regole. Regole ignorate volutamente o per ignoranza su norme costituzionali che ci sono ma che nessuno fa funzionare. Una specie di isteria collettiva, che in una giornata come l'otto marzo fa registrare proclami, dichiarazioni, che il giorno dopo vengono dimenticati e tutto ritorna come prima.
 
Mai come in questo momento questa concelebrazione a tutto campo fa temere il peggio, in quanto la strada per un raggiungimento paritario di genere è ancora lunga. Femminicidio, mentalità meschina ed ipocrita, il vero cambiamento consiste nel nominare come segretaria di un partito una donna, così pure una donna Presidente del consiglio se non della Repubblica. Ragion per cui dico: finiamola con queste affermazioni di facciata, e si torni almeno per una volta a mettere a far funzionare l'art. 51 della costituzione, e tutta la Costituzione.
 
Foto: Flickr/Ferruccio Zanone

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