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Orchestra Collegium Philarmonicum: Musica classica a Napoli

E’ nel corridoio che porta alla vecchia sacrestia della chiesa di Sant’Anna dei Lombardi di Napoli che comincia questo viaggio attraverso la musica di Vivaldi, Mozart, Bach, Mascagni e altre pietre miliari della storia della musica. Nell’affacciarmi alla sacrestia affrescata dal Vasari, quasi timorosa e in punta di piedi per paura di disturbare l’esecuzione durante le ultime prove prima del concerto, vengo travolta dalla bellezza emessa dai numerosi strumenti a corde e riscopro la potente sonorità della musica classica.

Concluso il concerto, per la rassegna “Giovani d’Intorno”, con un’ondata di applausi, incontro Giovanni Sanarico, primo violoncello dell’Orchestra Collegium Philarmonicum e esecutore di un assolo che mi ha letteralmente fatto venire i brividi per la sua intensità. Ne approfitto per fargli qualche domanda.

Alessandra Lacavalla: Parlami un po’ della tua orchestra.

Giovanni Sanarico: Fondata a Napoli nel 2003, l’Orchestra Collegium Philarmonicum si è sempre caratterizzata per la giovane età dei suoi componenti e nel corso degli anni ha sviluppato una larghissima esperienza professionale condotta con entusiasmo e impegno, mostrando sempre particolare sensibilità alla prassi esecutiva.Ospiti dell’OCP sono Professori del Teatro di San Carlo di Napoli, dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e dei Conservatori di musica Italiani.

A.L.: Qual è il vostro punto di forza?

G.S.: Siamo una delle poche realtà in Italia ad avere una continuità di lavoro e di studio ed un organico stabile; pur non avendo qualcuno che ci sostenga economicamente. Dunque, spesso e volentieri, dobbiamo auto-produrci. Il continuo e instancabile impegno del nostro direttore stabile Gennaro Cappabianca ha portato l’orchestra ad essere presente da molti anni nel panorama musicale regionale e nazionale. La sua dedizione e abnegazione sono state essenziali: dalla fondazione alla creazione di eventi e rassegne musicali; dalla formazione didattica dei ragazzi alla partecipazione a prestigiose rassegne musicali quali Jeux d’art à Villa d’Este, Festival di Ravello, Amalfi Coast Music & Arts Festival.

A.L.: Quali problemi possono incontrare i principianti che si inseriscono in questa realtà?

G.S.: Il principale ostacolo dei musicisti adolescenti è quello di non riuscire ad identificarsi nella società attuale. Spesso chi suona uno strumento si sente escluso e considerato un outsider dai suoi coetanei. Anche la necessità di esercitarsi continuamente nella tecnica di esecuzione, attraverso un lavoro piuttosto noioso può diventare un problema serio. Molti infatti nei primi anni si scoraggiano.

A.L.: Come si può arginare l’ostacolo sia culturale che tecnico?

G.S.: I musicisti spesso si sentono fuori luogo nella società attuale, sentono una forte esigenza di approvazione, di sentirsi parte di qualcosa. L’obiettivo dell’Associazione punta quindi all’integrazione dei giovani e alla condivisione della passione per la musica, attraverso il progetto “Vacanze Musicali”: si tratta di un corso di formazione orchestrale per allievi dai cinque ai venticinque anni. Anche la parte tecnica così ripetitiva e noiosa viene finalmente messa in pratica, permettendo ai ragazzi di assaporare il piacere dell’esecuzione orchestrale e cameristica.

A.L.: Credi che questa realtà musicale possa trovare spazio in un’Italia dove la cultura viene spesso declassata, dove si preferisce dare lustro ai salotti televisivi piuttosto che al vero talento?

G.S.: Il problema non dipende solo dalla crisi culturale italiana purtroppo, perché esiste un’opinione diffusa secondo la quale la musica classica sia noiosa. Ma la musica classica non è noiosa, è solo che noi non riusciamo a capirla o non ci impegniamo abbastanza.

A.L.: Si tratta quindi di un mancato approccio della società rispetto alla musica classica?

G.S.: Esiste un reale problema di comunicazione: i mass-media, principalmente la tivù, non danno spazio a questo tipo di esperienza. La mancanza di attenzione del piccolo schermo, abituato ad un format meno elevato si riflette a livello statale con tagli drastici della politica alla cultura. L’opinione pubblica spesso si lascia condizionare da questa tendenza alla tabula rasa e con essa ad un totale disinteresse per la musica impegnata.

A.L.: Quali sensazioni provi mentre suoni?

G.S.: Un compositore quando compone dà spazio alla sua intimità e traduce in musica e soprattutto in armonia le innumerevoli emozioni interiori. Le sensazioni che la musica suscita sono quindi molteplici, difficili da definire in un’unica parola.

A.L.: Tenuto conto della situazione italiana attuale, consiglieresti ad un ragazzo di intraprendere questa strada se te lo chiedesse?

G.S.: Nonostante tutto sì, quest’esperienza non ha paragoni per un appassionato di musica. Soprattutto le Vacanze musicali: sono state per me uno stimolo ad andare avanti, a sentirmi parte di un gruppo.

A.L.: Quali sono i tuoi progetti futuri?

G.S.: La mia principale aspirazione è di entrare in un teatro d’Opera. Ma per ora aspetto il diploma di fine giugno.

 A.L.: Come direbbero Fazio e Saviano a “Vieni via con me”: Resti qui o Vai via?

G.S.: Sono un partenopeo estremamente legato alla sua terra. Se potessi scegliere andrei all’estero per importare la mia musica. Per ora mi considero ancora un “illuso” nel mio campo. Quindi sì, posso dire serenamente che resto, perché l’Italia nonostante tutto ha un grande potenziale ancora da sfruttare.

Appuntamento mercoledì 22 dicembre, ore 18.30 , chiesa di Sant’Anna dei Lombardi, Napoli!

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