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Operazione anticamorra nella "Napoli bene": sequestrati ristoranti sul lungomare

Coinvolto anche Fabio Cannavaro. Il calciatore, che non e' indagato, avrebbe fatto da prestanome all' imprenditore Marco Iorio, legato al gruppo di Mario Potenza dedito all' usura e legato a clan camorristici.

Sequestrate le pizzerie: Regina Margherita e I Re di Napoli.

Mattinata di arresti e sequestri a Napoli ma questa volta le forze dell’ordine colpiscono uno dei templi della “Napoli bene”: il Lungomare Caracciolo. E’ lì che stamattina è scattata l’operazione Megaride” che ha visto impegnati un centinaio d’uomini della DIA ma anche Carabinieri e Guardia di Finanza. Già dall’alba sono state eseguite le ordinanze di custodia cautelare in carcere per alcuni esponenti di spicco del clan Lo Russo, attivo a Miano, che hanno reinvestito i capitali illeciti in catene di ristoranti, pub e bar soprattutto sul lungomare napoletano con filiali a Caserta, Bologna, Genova, Torino e Varese. E' stata sequestrata anche il ristorante-pizzeria: "Regina Margherita", ritrovo di calciatori e "mini-vip" locali, una parte delle quote societarie appartengono anche Fabio Cannavaro che, però, al momento non risulta indagato.

I locali sequestrati dalla Dia nell' ambito dell'inchiesta su un'attività di riciclaggio ed usura collegata al clan Lo Russo sono 17, tra i quali il bar ''Ballantine'' e i ristoranti-pizzeria ''Regina Margherita'' in via Partenope e ''I re di Napoli'', la paninoteca ''Dog Out'' in piazza Municipio; il ristorante ''Villa delle Ninfe'' a Pozzuoli.

Le verifiche hanno coinvolto 81 banche, di cui una sospettata di aver effettuato una serie di operazioni (almeno una decina) per ripulire il denaro.

Ad essere colpita soprattutto l’ala facente capo a Potenza usuraio del Pallonetto di Santa Lucia, arrestati i suoi figli Bruno e Salvatore, nel cui appartamento erano state sequestrate altre somme in contanti. Le accuse contestate sono di associazione a delinquere finalizzata all'usura, al riciclaggio e alla esportazione di capitali all'estero, reati aggravati dall'articolo 7. 
 
L'indagine, che ha preso le mosse dalle dichiarazioni del pentito Salvatore Lo Russo e dall'arresto di Mario Potenza nella cui casa furono rivenuti 8 milioni di euro in contanti, ha portato a sequestri per oltre 100 milioni di euro dei quali almeno 30 in contanti, in oltre 150 conti correnti e rapporti finanziari.


LEGGI: A Napoli il lungomare "sapeva" di camorra
 

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