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Ancora suicidi, ormai è un Olocausto

Triplice suicidio a Civitanova Marche. Altro dramma di morti annunciate che si ripetono con una frequenza da brivido destinate a non fare testo, se non per essere raccontate quando succedono e poi archiviare il caso. I suicidi sono entrati a fare parte della nostra quotidianità.

Come se si trattasse di un fatto normale, come se tutto ciò interessasse solo chi si uccide, ignorando volutamente il motivo di questi gesti estremi che portano le persone a togliersi dai piedi, per le sofferenze così grandi da non poterci più convivere. È successo a Civitanova Marche: due coniugi si sono tolti la vita seguiti a ruota dal fratello di lei. Esodato il marito, lei con una misera pensione d'artigiana, non riuscivano a fare fronte alle spese giornaliere e a pagare le bollette, e hanno deciso di chiudere per sempre con una vita divenuta così crudele implacabile da non offrire loro nessuno scampo.

È peggio di una guerra, ciò che si sta verificando in un'Italia dove suona il tam tam del "si salvi chi può". Una guerra ancora più cruenta in quanto il nemico da combattere è invisibile e chi dovrebbe stracciarsi le vesti per l'orrore cui siamo sottoposti, tranquillamente continua a rimanere impassibile difronte a drammi di massa di questo tipo.

Come si fa a continuare a cercare accordi sottobanco per l'elezione di un presidente e nominare saggi senza saggezza facendo passare tempo! Un tempo che la gente comune non ha più per scadenze d'ogni tipo, per la difficoltà di fare la spesa, per soldi scippati tramite tasse schizzate alle stelle ma puntualmente prelevate dalle tasche bucate di chi è indigente e non ce la fa. Aspettare, un governo, parlare d'Europa quando in casa nostra le premesse che reggevano uno Stato si sono completamente sfilacciate e più che uno Stato si ha l'impressione che l'Italia sia diventata un feudo amministrata da signori senza scrupoli dediti a lauti banchetti mentre fuori la gente muore di fame e si uccide.

Alla fine di questa misera, storia di una crisi che morde e non demorde, bisognerebbe dedicare alla vittime di questo buio periodo una lapide in marmo, con su scritto il nome delle vittime di una esistenza così tetra da fare spegnere per sempre il lume della sopravvivenza. Cos'è questo se non un olocausto compiuto su inermi cittadini! Non ha prezzo la vita, ma per chi dovrebbe porre un limite a questa moria, evidentemente non conta niente. 
 

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