• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > Nuzzo lascia Castelvolturno. "Mi hanno lasciato solo"

Nuzzo lascia Castelvolturno. "Mi hanno lasciato solo"

Castelvolturno. Italia. Il sindaco lascia per camorra. Una consuetudine che non fa più notizia.

"Adesso la camorra stapperà bottiglie di champagne". Sono parole del sindaco dimissionario di Castelvolturno, Francesco Nuzzo. Eletto nel 2005, candidato di una maggioranza di centro-sinistra, il sindaco del piccolo-grande comune del casertano, ha preso atto di non poter più contare su una coalizione che lo sosteneva in toto. "Mi sento solo di fronte alla lotta nei confronti dei clan". Una solitudine che non è inconsueta in quei luoghi dove la politica si intreccia e va a nozze con il malaffare, perchè l’una ha bisogno dell’altro,e viceversa. Le dimissioni del sindaco con un passato da magistrato, arrivano alla vigilia di importanti decisioni per il territorio di Castelvolturno. Piano urbanistico territoriale, piano per il commercio e piano spiaggia. Un caso?

Su Castelvolturno sono in arrivo i soldoni per la riqualificazione di Pinetamare, una frazione a sud del Centro storico, sede del Villaggio Coppola, dove un tempo sorgevano otto torri a picco sulla spiaggia. Uno dei più grandi scandali dell’abusivismo edilizio nel nostro Paese. Le torri furono edificate nel 1963, ad opera di una società facente capo ai fratelli Coppola. Nessuna licenza, nessuna opposizione potè fermare la macchina del cemento. La politica locale e nazionale avallò lo scempio edilizio. Un ministro dell’allora Dc, definì l’opera "altamente sociale". Le otto torri in cemento, a cui si poteva accedere solo da un viale privato, privarono gli abitanti di Castelvolturno di un bene pubblico. La loro spiaggia. Il loro fiume. La possibilità di vivere meglio. Ci fu un solo personaggio che contrastava la politica del cemento a tutti i costi. Si trattava anche allora di un sindaco, Mario Luise, che combattè con tutte le sue forze una lunga battaglia contro i Coppola a colpi di carte bollate, contenziosi, licenze revocate. Ma, nel 1971, ad un solo anno di distanza dalla sua elezione, Luise dovette dare le dimissioni. Qualcuno gli aveva "scippato" la maggioranza in consiglio. Chissà perchè. Intanto il Villaggio Coppola venne su con tutta la sua imponenza. Soltanto nel 2001 le otto torri, simbolo dello scempio perpetrato dai privati su un territorio dalla natura incontaminata, furono abbattute.



La storia recente di Castelvolturno, si intreccia con quella passata, con, in aggiunta, milleottocento immigrati regolari, e, circa, seimila "clandestini". La manodopera del terzo millennio, giunta in massa sulle coste casertane perchè lì "è facile trovare lavoro". 25-30 euro al giorno la paga base per coltivare i campi di pomodori, o per far venir su altri palazzi (chissà poi con quali criteri anti-sismici). Ghanesi, liberiani e nigeriani, nel tempo, hanno formato una vera e propria micro-comunità. Vivono in palazzi interamente abitati da loro, pagando, in nero, 150 euro al mese per una stanza. Ma il loro ruolo, il loro status, deve e dovrà rimanere di inferiorità, di ultimo anello della catena del profitto. In cima ci sono loro, imprenditori senza scrupoli o camorristi, chiamateli come volete, politici del malaffare e nuovi "palazzinari". La strage che colpì a morte sei ghanesi ad Ischitella, fu un vero e proprio segnale di "restaurazione" delle gerarchie sociali esistenti sul territorio. Fu questa anche l’opinione di Roberto Saviano, che, non a caso, definì Castelvolturno, il "buco del culo d’Italia". La pioggia di soldi che è in arrivo sul litorale domitio, evidentemente fa gola a molti, o, per essere più precisi, fa gola a quelli di sempre. Non è una coincidenza che il Consorzio per la Rinascita del litorale domitio, fa capo, manco a dirlo, a Cristoforo Coppola, protagonista dell’abusivismo edilizio degli anni ’70. Cristiana, la figlia, è a capo di Confindustria Campania. Un quadretto familiare in cui i tasselli, evidentemente, sono al posto giusto al momento giusto.

Di fronte a questa oliata macchina di profitto, cosa poteva fare un sindaco controcorrente come Nuzzo? "Di sicuro non continuerò l’attività politica, mi concentrerò su altre forme di impegno civile, sto preparando un libro-dossier su Castelvolturno". Uno in meno. L’acqua è sempre più torbida. Ma ai pesci piace. Chissà, magari un giorno si ammaleranno nel loro stesso veleno.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares