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Nuovo allarme per la Grecia in crisi

L'agenzia di rating internazionale Standard'e Poors ha declassato il titolo del debito greco di ben due gradini, da BB- a B, annunciando, insieme a Moody's, ulteriori possibili abbassamenti.

Il downgrade, che ha valutato la Grecia ai livelli di "junk bond" (titoli spazzatura) ha avuto effetti negativi nella seduta dei mercati di lunedì.
 
Il primo a subire le conseguenze è stato l'euro, sceso quasi fino a quota 1,4250 sul dollaro, e la Borsa di Atene in calo del 2,17%.
 
Sofferenze anche sui titoli bancari, con Unicredit che cede il 3,22% e Intesa Sanpaolo il 2,33%.
 
In generale Milano ha perso l'1,31%, Parigi l'1,25%, Francoforte l'1,09% e Madrid il 2,02%.
 
Dunque, ad un anno dal prestito di 110 milioni di euro concessi dall'Unione Europea e dal Fondo Monetario per il suo salvataggio, la Grecia si ritrova nuovamente a rischio default, con sullo sfondo una complicata ipotesi di ristrutturazione del debito, giudicata inopportuna dalla Banca Centrale Europea per i rischi connessi sugli investitori istituzionali e per la stessa tenuta socio-economica del paese, anche se Standard%Poor's nella nota che ha accompagnato il declassamento del rating, spiega: "Secondo le nostre analisi è aumentato il rischio che la Grecia proceda nella direzione di una ristrutturazione del debito e quindi rinviare le scadenze sulla restituzione degli aiuti stanziati".
 
Il 2010 si è chiuso per la Grecia con un debito pubblico al 142,8% del Pil ed un deficit di bilancio schizzato oltre gli obiettivi di risanamento, al 10,5% del Pil.
Sempre secondo Standard&Poor's, Atene ha livelli di rischio simili alla Bielorussia o al Senegal, mentre il rendimento sui titoli di stato decennali è salito al 15,879% (e quindi significa che è sensibilmente aumentato il problema paese), più del doppio dello scorso anno quando furono decretati gli aiuti internazionali.
 
LA REAZIONE POLITICA
 
Atene non ci sta e ribatte con durezza alla decisione delle agenzie di rating.
Il premier George Papandreu, parlando di "speculazioni che scommettono contro la tenuta del paese e vogliono la dissoluzione dell'area euro" è intervenuto lunedì sera annunciando che "stiamo proseguendo nel cambiamento, nonostante le speculazioni e gli sforzi di chi vuole distruggere un'intera comunità", e bollando le voci rincorse nel fine settimana di una probabile intenzione della Grecia di uscire dall'Unione Europea come "propaganda criminale".
 
Secondo il Ministro delle Finanze George Papacostantinou "il declassamento di S&P's arriva nel momento in cui non ci sono nuovi sviluppi negativi o decisioni dall'ultimo giudizio di un mese fa e di conseguenza non è giustificato", accusando le agenzie di rating di "inseguire le voci, i rumors di mercato, dimenticando di valutare i dati oggettivi dell'economia".
 
Sarà, ma anche il premio Nobel Roubini, in un'intervista al Sole 24 Ore, ha dichiarato che la Grecia, per via della continua recessione, sarà costretta a chiedere una ristrutturazione del debito, magari allungando la scadenza senza intaccarne il valore nominale, una ricetta market friendly più sostenibile.
 
Se la Grecia dovesse andar giù, il contagio sarà inevitabile, e le prime colpite saranno le aree periferiche dell'Europa: Irlanda, Portogallo e Spagna, compreso probabilmente l'Italia.
 
Peter Bofinger, consigliere economico di Angela Merkel, non ha dubbi: "Dobbiamo trovare in fretta una soluzione ampia, non solo per la Grecia ma anche per gli altri paesi. Se non la troviamo non sono certo che l'area euro resterà intatta nei prossimi dodici mesi".
Paese avvisato...

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