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 Home page > Attualità > Ambiente > Nucleare: l’uranio è in esaurimento? 5 ragioni della scienza per rispondere (...)

Nucleare: l’uranio è in esaurimento? 5 ragioni della scienza per rispondere no

L'uranio è in esaurimento? Vediamo.

1) I reattori di quarta generazione, che entreranno in funzione tra 20 anni, utilizzeranno l'uranio 238, che rappresenta circa il 99% dell'uranio naturale. È evidente che questo elemento moltiplicherà enormemente le risorse di uranio disponibili, che ora ammontano a “sole” 5 milioni di tonnellate.

2) L'uranio è contenuto nell'acqua di mare. Si stima che tutto l'uranio marino ammonti a 5 miliardi di tonnellate, 1000 volte le riserve terrestri. Ad ostacolarne l'utilizzo ci sono i costi attualmente proibitivi del procedimento d'estrazione, ma non è da escludere che da qui a qualche decennio i progressi della tecnologia non potranno ovviare a questo inconveniente.

3) L'uranio esausto può essere “riciclato” attraverso il riprocessamento delle scorie. Si tratta di un procedimento che consente di riutilizzare il combustibile riducendo del 75% il volume dei rifiuti e del 90% la loro tossicità. Negli Stati Uniti ci stanno pensando. Si calcola che, se riciclate, le scorie finora prodotte dalle centrali Usa (ora che è il progetto di seppellirle nel sito di Yucca Mountain è stato abbandonato) basterebbero a garantire il funzionamento dei reattori del paese per otto anni.

4) La Cina ha sviluppato una nuova tecnologia per il riprocessamento in modo da poterlo riutilizzare più e più volte. L'annuncio risale agli inizi di quest'anno. Grazie a tale scoperta, le scorte cinesi di uranio saranno così sufficienti per 3000 anni anziché per 70, assicurando al paese l'indipendenza energetica. E al mercato la perpetua stabilità dei prezzi. La notizia si trova qui: http://www.nuclearnews.it/news-500/la-cina-avr-combustibile-per-3000-anni/

5) Per arricchire l'uranio naturale ci sono altri metodi. Uno dei più recenti è una tecnica laser chiamata Silex: un raggio laser calibrato alla giusta frequenza può indurre nell'uranio 235 un comportamento diverso rispetto al 238, e questo permette di manipolare più facilmente la percentuale dei due isotopi. Il sistema presenta due indubbi vantaggi: da un lato, il Silex richiede meno energia e soprattutto molti meno soldi rispetto agli impianti convenzionali; dall'altro, la maggiore facilità di realizzazione può avvantaggiare i Paesi che volessero dotarsi autonomamente di un impianto di arricchimento, indipendentemente dal benestare dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (IAEA).

E poi non c'è solo l'uranio. Sono ad esempio già in corso di sviluppo reattori di nuova concezione che come combustibile utilizzano prevalentemente il torio, un elemento più diffuso dell'uranio e anche a concentrazioni più elevate, e quindi estraibile a costi minori.

Inoltre quasi il 100% del torio naturale si può sfruttare, contro meno dell'1% dell'uranio naturale. Secondo la Thorium Energy Alliance, solo negli Stati Uniti c'è abbastanza torio da soddisfare il fabbisogno americano per più di 1000 anni.

Il torio presenta vantaggi anche dal punto di vista della sicurezza, perché i reattori non rischierebbero incidenti gravi come la fusione del nucleo. I rischi per la popolazione sarebbero minori e si potrebbe così risparmiare sui sofisticati sistemi di sicurezza dei reattori attuali, con il risultato di avere anche elettricità più economica. Si risparmierebbe anche buona parte del costo del ciclo del combustibile perché il torio non richiede un trattamento particolare prima dell'uso.

Altro vantaggio non indifferente è che le scorie prodotte sarebbero radioattive per poche centinaia di anni anziché molte migliaia.

Infine il torio può essere denaturato in modo da rendere impossibile qualsiasi uso bellico. Anzi: può essere usato per rendere inoffensivi l'uranio delle bombe atomiche e i rifiuti radioattivi dei reattori tradizionali.

Attualmente l'India, che punta allo sfruttamento delle proprie risorse minerarie, è all'avanguardia nel settore dei reattori al torio, ma anche la Cina ha iniziato a puntare in questa direzione. Negli anni Sessanta, nell'Oak Ridge National Laboratory americano, un reattore sperimentale a torio è stato tenuto in attività per 5 anni.

Il nucleare ha ancora molte opportunità da sfruttare.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.96) 28 marzo 2011 16:35

    Dovresti anche dire però ,che essendo il Torio materiale non fissibile in modo naturale, bisognerebbe associargli un impianto Chimico di trattamento; questo lo renderebbe particolarmente sconveniente per chi il Torio lo deve acquistare e non lo possiede sul proprio suolo.Altro problema e che necessita di un motore per permettere in in modo costante la fissione, questo motore è un sofisticato acceleratore di particelle, assai ma assai costoso inventato da Rubbia.
    Gli autofertilizzanti, sono una buona idea solo in pratica, ma nella pratica non è così.Il problema consiste nel fatto che tali atomi sono frammisti ai prodotti di fissione altamente radiotossici e vanno dunque separati. Tale processo viene detto ritrattamento o riprocessamento delle scorie, e produce da un lato nuovi elementi fertili e fissili, dall’altra delle scorie inutilizzabili ed estremamente pericolose che devono essere collocate in luoghi sicuri. I costi, dovendo operare sul combustibile irraggiato, ovvero altamente radioattivo, il ritrattamento e’ un’operazione estremamente onerosa e non è economicamente conveniente effettuarla. Inoltre il recupero del plutonio pone seri problemi anche dal punto di vista socio-politico, in quanto esso e’ utilizzabile per produrre ordigni bellici. Va inoltre sottolineato che gli impianti di ritrattamento sono ovviamente a rischio di incidente nucleare;
    Esempio di fallimento è la chiusura del reattore Superphenix .
    Quindi senza ombra di dubbio, al massimo ma dico proprio al massimo il solo uranio potrebbe bastare per ancora 150 anni, forse.
    Io personalmente, sono favorevole a centrali al torio ( se si risolveranno gli enormi problemi attuali, dovuti ai costi di investimento ed alcune particolarità tecniche ancora da migliorare ) , ma rimanendo sempre nell’ordine di un massimo del 20% dell’energia prodotto su base nazionale . Aspettando la fusione a freddo, 80 percento ( se non oltre ) deve essere prodotto da fonti rinnovabili. L’uso,domestico di tali tecnologie, permetterebbero al privato di essere indipendente dallo stato, con il nucleare no. Inoltre , la disinformazione sulle energie alternative dilaga, io personalmente ritengo buone come tecnologie per produzione su grande scala, l’idroelettrico, il geotermico, il solare termodinamico a concentrazione sali fusi ed il kitegen ( tecnologie che presentano un amplio miglioramento ancora ). L’integrazione con le altre tecnologie ( biomassa, fotovoltaico, eolico, moto delle maree ..) , l’uso domestico delle rinnovabili ( fotovoltaico, pompe calore, solare termico, stoccaggio idrogeno e sistemi domestici a biomassa ed un ottimo isolamento termico dell’edifico ), permetterebbe quasi se non l’intera autonomia e la Germania lo vuole dimostrare e ci sta riuscendo. Purtroppo questi argomenti richiederebbero un eventuale approfondimento tecnico-economico più dettagliato, ma non basterebbe un commento per farlo. La prego ,siamo realisti, ben vengano le centrali al torio, ma non riepiamo il nostro bel mondo di potenziali bombe atomiche quando potremo sfruttare le rinnovabili.

  • Di Luigi Nicotra (---.---.---.21) 28 marzo 2011 17:25

    Proprio oggi il Prof. Rubbia ha ripreso l’argomento sul Corriere della Sera, sostenendo le centrali a torio, su cui stanno nvestendo India e Cina. Ha precistao che Il torio ha il vantaggio di non produrre plutonio per usi militari, di lasciare scorie che si esauriscono in tempi limitati rispettoall’uranio, e inoltre il torio e’ abbondantissimo in natura e ce n’e’
    molto anche nell’Italia centrale. Indiani e cinesi calcolano che il torio
    potrebbe garantire le loro esigenze energetiche per i prossimi 20-30 mila
    anni. Piuttosto che investire 30 miliardi nel nucleare vecchio -prosegue
    Rubbia- l’Italia farebbe bene a investirne 3 in questa tecnologia.

  • Di Truman Burbank (---.---.---.251) 28 marzo 2011 18:36
    Truman Burbank

    I primi 5 punti spiegano come rimediare (nelle idee dell’autore) al progressivo esaurimento dell’uranio, che quindi viene dato in esaurimento.
    Poi, come se non bastasse, si tira fuori il torio, magnificando le sue magnifiche proprietà.
    Evidentemente chi ha scritto l’articolo è schierato a priori a favore del nucleare, in modo così sfegatato da non rendersi conto che si contraddice ripetutamente da solo.

    Riguardo ai travolgenti progressi della tecnologia vorrei ricordare il mitico Internet Explorer di Microsoft, che in almeno 9 versioni ha avuto continui aggiornamenti, solitamente dovuti a problemi di sicurezza. Eppure gli allarmi di sicurezza su MS IE nel corso del tempo sono aumentati. Se prima bisognava ogni tanto aggiornare il sw, adesso bisogna scaricare gli aggiornamenti ogni giorno.

    Va ricordato che il software (i programmi dei computer) è una parte essenziale della sicurezza delle centrali nucleari. Eppure il sw più diffuso al mondo è sempre meno sicuro. Alla faccia delle generazioni tecnologiche.

    La lezione potrebbe essere che tutto ciò che è basato sul profitto è intrinsecamente insicuro, sia esso software o impianti nucleari.

  • Di paolo (---.---.---.101) 28 marzo 2011 18:38

    Alla buon’ora !

     Finalmente qualcuno che ragiona seriamente e non spruzza sentenze a piene mani.
    Sulla fusione a freddo ci sono ancora grossi punti interrogativi ,sia sul fatto se si tratti o meno di una effettiva fusione dei nuclei , sia perchè il fenomeno è tutt’ora carente di supporto teorico .Vedremo come butta . Sarei più speranzoso sulla fusione calda . Comunque stiamo parlando di parecchi decenni a venire .
    Il traguardo dell’80% con le sole rinnovabili è purtroppo pura utopia , devono ancora maturare sia le tecnologie del fotovoltaico multigiunzione a concentrazione(critiche e costose)sia il parco geotermico ed idroelettrico con uso puntuale (centrali a servizio limitato)di difficile reperibilità , sia il solare termodinamico che presuppone investimenti ed aree idonee anch’esse non facilmente reperibili . Desertec ,coi tempi che corrono da quelle parti , credo che è ben al di là dei sogni.Purtroppo.
    Quindi l’eliminazione della quota fossile al 100% non è realistica , a meno di un impegno sul nucleare che appare politicamente improbabile e ,oggettivamente ,anche di difficile soluzione . Ogni regione dovrebbe ospitare almeno una centrale termonucleare . La quota di nucleare dovrebbe salire a non meno del 50% della potenza nominale impegnata nel consumo (ossia almeno 30 GW).La vedo del tutto improbabile.
    Comunque sia condivido molto di quello che è stato riportato nell’articolo e nei commenti , per avere detto più o meno le stesse cose io sono stato lapidato . 
    Piuttosto vi chiedo un parere : siccome il nucleare sarà quantomeno accantonato e siccome il risparmio energetico per essere significativo dovrebbe imporre un radicale cambiamento degli stili di vita se non un regresso al medioevo, come pensate che affronteremo i prossimi venti , trenta anni o quarant’anni ? 
    Se qualcuno mi da la soluzione gli pago la consulenza .

    saluti a tutti , è stato un vero piacere leggervi. Adesso aspettatevi l’assalto delle camicie verdi.
  • Di paolo (---.---.---.101) 28 marzo 2011 19:07

    Ovviamente è arrivato un commento che non avevo considerato mentre scrivevo il mio . Paragonare gli aggiornamenti microsoft a quello che è stato detto mi sembra una battuta e niente più. 

    Gli argomenti non sono confrontabili .
    Come ampiamente previsto comincia a piovere .
  • Di (---.---.---.96) 28 marzo 2011 20:02

    Ho scritto precedentemente il primo commento. Naturalmente, come dice lei e come ho detto pure io, presentano ancora problematiche di vario tipo, come pure le centrali autofertilizzanti ( sconsigliatissime, secondo me ) e quelle al Torio, come precendente spiegato. Quando saranno risolti questi problemi, ben vengano centrali al Torio che trovo se non sicure, abbastanza sicure. Sulla fusione a freddo , le consiglio di guardasi la dimostrazione dell’ ing.Rossi ( naturalmente siamo ancora lontani dal poterle costruire, ma a dismostrato che esiste questa possibilità ). Credo fortemente, invece, nell’indipendenza energetica di ogni edifico privato , possibilità ampiamente soddifatta dalle attuali tecnologie rinnovabili. Staremo a vedere, se la Germania riuscirà a soddifare l’85% prefissato nel 2050, allora anche l’Italia potrebbe farcela ,anzi, avendo irraggiamento molto maggiore ( Germania 700-600 Wm2 , Italia 1000-1600 W/m2), numerosi fonti vulcaniche, notevole patrimonio di bacini idrici, se lei riesce, noi in teoria dovremo pure superarla; staremo a vedere. Ricordo anche un eventuale possibile utilizzo futuro di biocarburanti ed idrogeno ( oggi ancora troppo costosi i processi per produrli). P.s. alcuni punti di questo articolo sono bufale, perchè presentano problematiche citate prima.

  • Di (---.---.---.96) 28 marzo 2011 20:09

    ah dimenticavo, lei a bosto una seria domanda. Be io personalmente penso che un po tutte le nostre abitudini dovrebbero cambiare,aumentare e rendere più efficienti i servizi pubblci per gli spostamenti e varare un pianti energetico ( serio), per le classi energetiche degli edifici. A meno che ,tutte queste tecnologie descritte prima,non avanzino di prepotenza in questi anni.

  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.81) 28 marzo 2011 22:51

    La TV franco-tedesca ARTE e la TV svizzera RSI hanno trasmesso nel 2010 questo inquietante documentario sui rifiuti dell’industria e degli armamenti nucleari.

    Nella speranza che le TV italiane non siano da meno, prendiamone visione e diffondiamo questa rigorosa inchiesta di Eric Guèret e Laure Noualhat, dal titolo "Scorie radioattive, l’incubo del nucleare".
    Stando agli esperti, le scorie nucleari ipotecheranno il futuro dell’umanità per i prossimi 200 mila anni.
    L’inchiesta è stata realizzata nel 2009 e condotta negli Stati Uniti, in Francia e in Russia: dal primo incidente nucleare USA (1942) al disastro di Chernobyl (1986). In meno di 50 anni negli oceani sono state scaricate più di centomila tonnellate di scorie radioattive, quali conseguenze per l’uomo e l’ambiente?

    «Un documentario d’effetto, riguardante uno dei più grandi taboo della nostra società: le scorie radioattive, la faccia nascosta del nucleare. Una verità scomoda. In un periodo caratterizzato dalla presa di coscienza sulle minacce del riscaldamento globale, mentre le industrie e taluni politici descrivono l’energia nucleare come un’energia pulita, monitorata e priva di impatto ambientale e sulla salute, gli autori partono alla volta di una verità scomoda. 
    Le scorie sono il tallone d’Achille del nucleare, il suo incubo peggiore. La popolazione le teme, gli scienziati non trovano alcuna soluzione accettabile, gli industriali cercano di rassicurarci e i politici evitano di affrontare il problema. Ma cosa sappiamo esattamente? Com’è possibile avere una visione chiara riguardo ad un tema da sempre coperto da segreto? Chi decide? Che si tratti della Francia, della Germania, degli Stati Uniti o della Russia, questa inchiesta scientifica e politica affronta il tema taboo del nucleare dal suo lato peggiore.
    Gli scienziati della Criirad (Commissione di ricerca e di informazione indipendente sulla radioattività) ci accompagnano sui siti nucleari. Grazie alle misurazioni e ai prelievi che essi effettuano sul terreno, alle analisi e agli incontri con gli addetti al settore nucleare e con chi ad esso si oppone, tentiamo di rispondere agli interrogativi che tutto il mondo si pone: le scorie sono pericolose? Come sono state gestite fin dalle origini del nucleare? Esiste una soluzione al problema delle scorie? Incontreremo sia esponenti politici (Corinne Lepage, ex ministro dell’ambiente, Robert Alvarez, ex consigliere per l’energia nell’amministrazione Clinton) che industriali (Areva, EDF) per cercare di rispondere ad altri interrogativi: la popolazione è informata sui pericoli delle scorie? Può il nucleare essere democratico? Chi detiene realmente il potere? Qual è la reale posta in gioco per la politica e l’industria? Le scorie minacciano l’avvenire del nucleare? Il documentario ambisce a fornire a ciascuno la chiave di lettura per comprendere le scelte che pesano sul futuro dell’umanità.»

    VIDEO IN ITALIANO (97min):
  • Di paolo (---.---.---.101) 28 marzo 2011 22:52

     xxx.xxx.xxx.96 . Sulla " pila " dell’ing .Rossi e del prof. Focardi e su tutto ciò che succede in quel di Bologna sono perfettamente a conoscenza .Per ora "sembra " che ci sia una effettiva produzione di energia , la cui natura per ora però non è ancora stata chiarita e neanche si sono riscontrati i requisiti che caratterizzano un fenomeno di fusione dei nuclei vero e proprio . Anche nella felice ipotesi di un successo , l’applicazione industriale sarebbe nel futuro lontano. Lei ha perfettamente ragione che il risparmio energetico è una fonte alternativa da incentivare . Quello che si sta facendo operando sulle trasmittanze degli involucri degli edifici e sulle efficienze energetiche è fuori di dubbio la strada giusta . Purtroppo i numeri in gioco sono tali che non basta . Una centrale nucleare da 1GW ,corrisponde , semplificando , a circa 20.000.000 di mq di fotovoltaico (2.000 campi di calcio).Questo tanto per capire quali sono le dimensioni del problema .Poi è chiaro che sul solare bisogna comunque puntare decisi ,lei ha ragione , se lo fanno in Germania noi dobbiamo puntarci ancora di più .

    Purtroppo ,affrancandoci dal nucleare ,non si vedono alternative a portata di mano se non ,nella migliore delle ipotesi ,tra qualche decina di anni . Ma noi al 2050 come ci arriviamo ? Continuando a bruciare fossili ? 
    Questo è il punto . 
    ps : Nell’articolo non ho rilevato bufale , semmai i limiti a cui qualunque articolo non può sfuggire ,vista la complessità del’argomento .

    saluto tutti

  • Di (---.---.---.96) 29 marzo 2011 00:14

    @Paolo:Sono sempre io . D’accordissimo su quello che dice. La mia ipotesi è questa : attualmente in Italia consumiamo un picco massima di energia di circa 50 GW/h , ma ne dobbiamo richiedere circa 80 GW/h per via delle perdite di distribuzione dovute alla resistenza dei cavi e dell’impedenza della corrente.Se ogni casa fosse energeticamente autonoma ( con le attuali tecnologie è possibile ), facendo 2 conti molto approssimati ,su 60 milioni di abitanti che consumano una media di 3 Kw/h ( contanto una famiglia composta da 4 persone ) ,sarebbe 15000000x 3 = 4,5 GW/h di energia risparmiata, contanto anche che alcune aziende potrebbero ,anche se parzialmente, coprire il loro fabbisogno , sarebbero circa altri 10 GW/h. Quindi per un totale di circa 15 GW/h contando la discontinuita dela fattore di carico del fotovoltaico , sarebbero circa 5 Gw/h risparmiati a livello nazionale con un uso domestico del fotovoltaico, senza quantificare poi il risparmio termico dovuto all’uso di pompe di calore/ solare termico abbinati ,capotto esterno ecc . Naturalmente sono calcoli molto approssimati e fatti velocemente, ma servo a far capire che l’uso domestico di tali teconologie, renderebbe per primo il privato autonomo dallo stato ( con il nucleare no ) e d una diminuizione se pur minima del fabbisgno energetico nazionale. Così facendo, abbinando altri fonti di energia rinnovabili, precendetemente dette , riducendo il fabbisogno nazionale a 50 GW effetivi ,però , l’avanzamento delle tecnologie ,non vedo questa impresa impossibile ( in un FUTURO prossimo però, non ora ). Le bufale a cui mi riferisco, sono dovute al fatto che nell’articolo si citano solo i possibili vantaggi ( veritieri nella sola teoria ), ma nessuna menzione sulle effettive problematiche nella pratica.
    P.S Mi scuso per i calcoli approssimati, ma un eventuale calcolo dattagliato di tutto , implicherebbe un lavoro di una settimana, lo scopo era rendere solo l’idea.

  • Di Mr. Hubbert (---.---.---.2) 29 marzo 2011 00:54

    a ridaie!....vatti a leggere ’energia nucleare in francia’ su wikipedia, ti assicuro che ne scoprirai delle bellissime, anche la decantata bufala della vendita di energia all’italia è un bijoux.
    E poi ancora co sto faremo, scopriremo, notizie mirabolanti...ancora un po’ e saremo in grado di produrre energia dal nulla.
    Uranio dal mare?........e con che energia lo estrai, con la bacchetta magica?
    Qualcuno, per favore, è una preghiera questa, mi vuol fare capire perchè l’offerta di uranio è sempre in rosso rispetto alla domanda?
    Questa situazione è di una chiarezza disarmante con l’esempio indiano, per difficolta’ di approvvigionamento(le LORO RISERVE SONO GIA ESAURITE ) non riescono a caricare i reattori oltre al 50% delle loro capacita’.
    La cina avra’ uranio per 3000 anni, affermazione che non vuol dire niente, visto che hanno 4 centrali messe in croce...e poi è tutto da vedere.
    L’unica cosa certa e sicura è che gli usa, a fronte di 300 milioni di usd per la costruzione di una centrale, ne hanno spesi 3 miliardi per il suo smantellamento con le scorie in bella vista a farsi ammirare dalla raggiante popolazione del luogo e altra cosa certa è che il nucleare e’ la fonte di energia piu’ costosa(dipartimento energia usa)
    Il nucleare ha ancora molte opportunita’ per avvelenare e deformare e si continua a dimenticare una cosa, basta un solo incidente per rendere inabitabile una intera regione...o ci crediamo esseri divini portatori della perfezione assoluta?....ma perche’ non vi andate a bere un bel bicchiere d’acqua fresca in giappone? anche la erano convinti della assoluta perfezione delle centrali nucleari........altra cosa, fatevi una piccola ricerca di come la francia NON STA AFFRONTANDO il problema scorie e di cosa ne ha fatto dei residui di lavorazione dell’uranio....questo i francesi, figuriamoci nel paese piu’ corrotto al mondo

  • Di Il Gufo (---.---.---.35) 29 marzo 2011 03:02

    "Il nucleare ha ancora molte opportunità da sfruttare."

    Anche il solare, il geotermico, l’eolico e chissà quale altra inimmaginabile invenzione futura.
    Il punto non è che la scienza e la tecnologia possano raggiungere risultati incredibili, il punto è se vogliamo innescare una reazione nucleare per utilizzare un bollitore elettrico.

  • Di Luigi Nicotra (---.---.---.21) 29 marzo 2011 17:46

    Riprendo il Gufo: No, possiamo fare a meno del bollitore elettrico e di moltissime altre cose. Ma su di un punto vorrei richamare l’attenzione di coloro che ne sanno ( io non ne so ): visto che, mi pare, taluni incentrano la loro attenzione sui consumi delle famiglie, qualcuno mi sa dire quanto incidono in % i consumi domestici sul fabbisogno e sul consumo energetico nazionale? Dico bene o dico sciocco che si arriva, forse, a circa il 20%? Ammesso che questo 20%, se corretto, si soddisfi con l’energia pulita, il restante 80% come lo copriamo?
    Grazie e alla prossima.
    LN

  • Di paolo (---.---.---.159) 29 marzo 2011 23:06

    Ci hai preso Luigi . 22% quota domestica ,industria 50% ,terziario produttivo 27% ,1% altro .

    Il problema è che i sognatori pensano che mettendo pannelli solari sui tetti delle abitazioni ,non solo
    producono energia per la casa ma la reimmettono in rete per alimentare con il surplus produttivo le 
    utenze industriali .
    Saltano a piedi pari che , anche nell’ipotesi ciò fosse fattibile , il fotovoltaico ha un fattore di carico bassissimo proprio perchè quando non c’è sole non funziona e le industrie assorbono energia 
    maggiormente di notte ,perchè costa meno ,perchè non crea picchi di richiesta e perchè la Francia ,la Svizzera e la Slovenia c’è la vendono (di origine nucleare).
    Mi ricordo uno dei primi commenti ,perchè adesso ci stiamo tutti ripetendo come una trottola impazzita , di una camicia verde che pensava di mettere pannelli sulle 20.000.000 di unità abitative in Italia , sufficienti ,diceva il tapino ,per dare energia elettrica a tutta l’Europa .
    A questo siamo.Poi c’è quello che vuole imbrigliare la corrente dello stretto di Messina , quelli che vogliono mettere pale eoliche anche sul cupolone ,le maree ,il solare termodinamico nel Sahara (tse !),quelli che sognano aquiloni fotovoltaici ad alta quota nell’atmosfera ,con l’inevitabile slalom degli aerei , i sostenitori della fusione fredda che ancora non esiste e chi vuole trapanare i vulcani .
    Sai come finirà ? Che ci terremo attaccati alla canna del gas e al barile di petrolio .
    Quando poi ci sarà il primo black out , tutti a protestare contro tutti , la colpa è tua ,no è mia ,la colpa è di nessuno .

    ciao
  • Di (---.---.---.34) 30 marzo 2011 00:11

    @Paolo : io ho sempre parlato in modo più che realistico se riferivi a  me le tue accuse e per via dei miei studi , penso di avere una buona competenza. Oltre tutto quello che ho detto prima aprirei una piccola parentesi . Togliamo l’uso "ricreazionale" e tutti i discorsi che vi sono dietro, penso che l’uso della canapa come materiale e come  combustibile , possa darci una notevole mano ( alla fine è quello il motivo per cui è divenuta illegale ) . P.s. come esistono problemi non risolti nel nucleare, cerchiamo d’essere più positivi sull’avanzamento della tecnologia delle rinnovabili, le potenzialità vi sono .

  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.246) 30 marzo 2011 00:26

    Il pensiero di Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica, sulla situazione di Fukushima e più in generale del futuro energetico italiano e non.

    Rainews24 del 19 marzo 2011.

  • Di (---.---.---.34) 30 marzo 2011 05:17

    parole sagge dice

  • Di paolo (---.---.---.159) 30 marzo 2011 09:11

    Bracca , sono totalmente ,universalmente , cosmologicamente d’accordo con quello che ha detto Carlo Rubbia nel filmato , al cui pensiero mi sono sempre ispirato fin dal primo giorno che mi sono imbarcato in queste discussioni .

    Tre cose chiare emergono a) le sorprendenti e inaspettate reponsabilità da accertare a Fukuschima che imporrebbero un controllo internazionale sul profitto quando si maneggia energia dall’atomo b) le rinnovabili come opportunità imprescindibile c) ci vorrà ancora qualche decennio per avere un nucleare pulito e per sfruttare sole e geotermia come Dio comanda.
    Il problema è come sdoganare i decenni che ci aspettano . Rubbia è uno scienziato e ha le sue peculiarità , poi ci sono i problemi di ordine economico ,sviluppo industriale ecc...
    Sono due mesi che ripeto che , a mio modestissimo parere , la strada ,almeno fino al 2050 è un mix :nucleare + rinnovabili + risparmio energetico .Altrimenti non se ne esce .
    Poi se qualcuno mi assicura che tra dieci anni siamo in grado di risolvere tutto senza una quota di nucleare ,pronto a sottoscrivere. 

    xxx.xxx.xxx. 34 . Essere sognatori non è un’offesa ,mi ci metto anch’io , è l’esagerazione che può diventare controproducente.

    ciao a tutti e chiudo 
    • Di Gianluca Bracca (---.---.---.8) 30 marzo 2011 11:30

      Ispirandomi al principio di precauzione, nel mix escluderei il nucleare per gli ovvii motivi di intrinseca pericolosità tecnologica e per l’irrisolta questione delle scorie (a riguardo consiglio vivamente la visione del documentario segnalato da me in vari commenti).

      Il risparmio è la via maestra, le rinnovabili sviluppate secondo i principi della smart grid e della cogenerazione l’altra.
      In qualche commento ho letto che il peso dei consumi domestici è solo una quota dell’intera torta, che non supera la metà del totale: bene, iniziando a rendere "puliti" i tali consumi e soprattutto indipendenti dall’approvvigionamento classico, si lascerebbe libera una buona fetta per i consumi industriali, in attesa di nuovi sviluppi della ricerca (solare a concentrazione, ad esempio, per rimanere sul seminato di Rubbia).
      Non abbiamo bisogno del nucleare. Non ci possiamo permettere il nucleare. Non possiamo essere così sfacciatamente presuntuosi e arroganti da ipotecare il futuro di decine di generazioni future. 
      Le rinnovabili, per quanto ancora agli albori, in ogni caso non producono i danni di cui è capace il nucleare.
  • Di (---.---.---.34) 30 marzo 2011 18:45

    in linea con quello detto da Gianluca, sono perfettamente d’accordo. Inoltre abbiamo solo una minima parte di metano e geotermico sfruttato sul nostro suolo. Come spiegato anche da me incommenti prima, iniziamo a rendere autonomi i privati dallo stato ( si può ampiamente con le attuale tecnologie ) e poi prepariamo un piano energetico futuro.

  • Di (---.---.---.101) 4 aprile 2011 08:21

    Scieziati, Tecnologia, Invenzioni, Scoperte: tutto dipende dagli investimenti. a Perchè non si investe nella fusione nucleare? nonnoFranco

  • Di (---.---.---.135) 4 aprile 2011 16:23

    Si investono miliardi di euro sul nucleare, informati meglio.

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