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Nevio Foschi il bracciante agricolo ravennate che accusa le Coop rosse

Si tratta di una singolare forma di protesta, che il giovane bracciante agricolo, dipendente da una Cooperativa agricola di Sant’Alberto, nel ravennate, ogn i mattina si incatena davanti all’ingresso principale della Camera del Lavoro (CGIL) a Ravenna, tra l’indifferenza dei passanti.

Riproduciamo integralmente, su sua richiesta un volantino,da lui redatto, che distribuisce di tanto in tanto a chi vuol saperne di più su questo caso "clamoroso".
Il contenuto del volantino, tra l’altro senza data e firma, lascia tuttavia intendere,secondo il Foschi, i vari passaggi di questa vicenda che ha dell’incredibile.

Ravenna - "Ho lavorato 16 anni nella Coop. Agricola di Sant’Alberto.
Il Presidente, Montevecchi Franco, mi ha licenziato, con la scusante che più di una volta mi sono allontanato dal posto di lavoro senza motivazione. Si è vero che mi sono spostato dal posto di lavoro, ma c’è un motivo: i nostri colleghi trattoristi, a pochi metri da noi con i loro atomizzatori, irroravano degli anticrittogamici (sostanze tossiche cancerogene) sui frutteti e altre coltivazioni. Immediatamente acusavo bruciori alle labbra, alla gola,agli occhi e a tutte le parti che erano venute a contatto con i veleni.

Più di una volta ho parlato con il direttore Savorelli Gilberto, di questa situazione.
In più gli ho anche ricordato, che, io svolgevo delle mansioni che il medico Raggi Renzo della medicina del lavoro, mi aveva vietato per problemi alla schiena.
Savorelli Gilberto mi ha risposto con chiare parole: alla cooperativa dei nostri problemi non gliene importa niente. Essendo in possesso dei documenti necessari per dimostrare quello che ho appena detto, mi sono recato alla USL.
Nel reparto medicina del lavoro, ho parlato con il Dr. Mancini e la Dottoressa Rambaldi.

Con la Dottoressa Rambaldi e il Dr. Raggi abbiamo visto che nei giorni in cui si davano veleni io ero nel posto, ma dopo un po’ di tempo la Dottoressa Rambaldi mi dice che: "più di così non può proseguire’.

In precedenza avevo parlato con la Nadia Foschini, della CGIL, successivamente con Saporetti Daniele e Asoli Lea (CISL). In entrambi i casi se ne sono lavati le mani.



Un mio ex collega è rimsto paralizzato: tetraplagia per un infortunio sul lavoro.

Era il 2001 e dovevo svolgere un lavoro col mio ex collega. Non c’erano norme di sicurezza e dopo un battibecco, mi sono recato dalle forze dell’ordine, l’ho querelato perchè il mio ex collega non rispettava la legge" 626", si poteva far male.
Al mio ritorno sul lavoro una sorpresa. Il responsabile Gasperoni Roberto mi ha sospeso dal lavoro.

Montevecchi Franco, presidente della Coop di S. Alberto e Savorelli Mario (a quei tempi direttore generale) hanno chiesto spiegazioni dell’accaduto.

Mi hanno minacciato e incolpato di rovinare il nome della Cooperativa.

Montevecchi mi disse che al mio ex collega ci pensava lui, ma sappiamo come è finita!

Commenti all'articolo

  • Di Simone Zanette (---.---.---.234) 2 giugno 2009 19:20

     Ma le sinistre nella romagna non si sono sempre professate tutelatrici dei lavoratori??? O forse è solo propaganda?? Se la gente sapesse un pò d i più di queste storie forse smetterebbe di votarli come fanno da 50 anni di file da queste parti!

    • Di PiKappa (---.---.---.210) 3 giugno 2009 06:34

      In effetti, per chi vive fuori della Romagna,le cose appaiono come afferma lei, ma nella realtà, sono ben diverse.
      Le coop, vengono considerate "un paradiso per elefanti", ovverosia qui finisce la carriera politica, magari a livello dirigenziale, quel politico, trombato in importanti test elettorali,nazionali, o regionali o per fine mandato di sindaco, assessorere gionale o parlamentare ...E’ come dire "La Coop sei tu!, ma loro qui guadagnano di più".....e paghi tu!

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