Napoli: militarizzazione per fini turistici
Napoli, maggio 2012. Non c'è emergenza rifiuti. Nessuna guerra di camorra in vista (almeno così dicono i giornali), eppure il centro storico e i luoghi di interesse culturale sono perennemente militarizzati. Proprio in giornate come queste, dove ci sono numerosi turisti. Quasi da farti pensare - maliziosamente - che Camion, GIP e soldati sono lì proprio per loro, per i turisti.
Chiaramente, per il turista, l'esercito è divenuto ormai una sorta di ornamento, un addobbo quasi necessario e per questo, parte integrante e essenziale della città. Ma il napoletano, si domanda: che senso ha?
Per il cittadino che è costretto a vivere qui è tutto diverso. Sembra quasi che il loro stare lì serva solo per finalità di marketing, per rassicurare il forestiero, per dirgli che no, non devono preoccuparsi di scippi e rapine, perché lo Stato c'è. Hanno solo questa finalità.
E chiaramente questo lo comprende chi magari vive nelle zone più degradate e pericolose (Forcella, Quartieri Spagnoli, fino a Scampia, Piscinola), dove non c'è affatto alcun controllo statale. Zone grigie, abbandonate. In provincia è ancora peggio, vista la carenza di organici delle forze d'ordine che non riescono a fare neppure l'ordinario, grazie ai continui tagli. Ma questo chiaramente non è importante, almeno per i turisti e per l'immagine della città.
Intanto il soldato ostenta la sua mitragliatrice, lì al centro, davanti ad americani, tedeschi e giapponesi. Mentre qui, in periferia e in provincia mancano carabinieri e poliziotti.
Allora, ti verrebbe voglia di dire allo Stato che finanzia quei soldati, che si potrebbe smettere di parlare di emergenza risolvendo - magari - davvero quei problemi, e che tutto ciò sarebbe possibile solo se si si iniziasse a pensare di partire dalla periferia e dalla provincia.
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