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“Ciao papà”: Mary canta l’amore al padre boss, ucciso in un agguato

In questo video, la piccola Mary esprime l’amore unico verso suo padre, che è venuto a mancare, tradendo la promessa di non abbandonarla mai: “Ciao papà, come va la vita in paradiso?”. Il padre, presente solo nei suoi sogni, la rassicura, suggerendo di non piangere. Ma lei, scusandosi per le lacrime versate per la sua mancanza, continua il ritornello: “Ciao papà, qui la gente ti racconta ancora, dicono che splendida persona, anche i miei fratelli ti salutano. Mamma dice che non basta un secolo per dimenticare un amore grande come te”. E, nelle diverse sequenze del video, vengono mostrati i "fratelli": in pizzeria, il proprietario si siede al suo tavolo e taglia una fetta di pizza; poi nella seconda scena un passante, riconoscendola, la aiuta a raccogliere i libri da terra e a rassicurarla, e ancora in stazione, una ragazzo che sembra un senza tetto, col volto graffiato, seduto in panchina, la invita a sedersi per farle compagnia. Nell’ultima scena, nel bar, altri due ragazzi stanano un malvivente che aveva tentato di rapinare la borsa della piccola Mary. Tutti portano al collo lo stesso crocifisso, quasi a simboleggiare l’appartenenza alla stessa famiglia. Quei piccoli gesti quotidiani, raccontano la vicinanza dei fratelli, alla piccola, in ricordo del padre.

Un riassunto che, benché possa apparire esaustivo ad una prima lettura, è sicuramente parziale, se non si racconta il contesto. 

Mary, infatti, è proprio la figlia del boss “moncherino”, Gaetano Marino, chiamato così perché aveva entrambe le mani mozze dopo che gli è esploso un ordigno mentre preparava un attentato, ed è stato ucciso lo scorso fine agosto in un agguato a Terracina, sul litorale laziale (e infatti la parte iniziale del video è ambientata proprio su una spiaggia). La notizia della morte di Marino, ha avuto un notevole impatto mediatico, anche perché, mesi prima dell’agguato, Saviano, sulla sua pagina Facebook, aveva riportato alle cronache un retroscena inquietante. Mary, infatti, aveva già dedicato una canzone al padre Marino, nel 2010, sulle reti Rai, dove il boss era ospite d’onore in prima fila, al teatro Politeama di Catanzaro.

Il boss Gaetano Marino è il fratello Gennaro Marino, uno dei capi storici dei Di Lauro, che diede avvio alla scissione nel 2004 , causando una delle più efferate faide della storia della criminalità organizzata, e ultimamente si sarebbe avvicinato ai Vanella Grassi per controllare le piazze di droga a Scampia. Ma tutto ciò è già scritto sui giornali.

Quello che invece non viene trasmesso nelle reti Rai è lo spazio di qualche opinione. Oltre al disgustoso show business, di sfruttare la morte, ricamandoci del sentimentalismo, per finalità di marketing. E oltre gli ormai evidenti legami che intrecciano mondo dello spettacolo, di certa musica napoletana con quella della criminalità. Guardando queste scene, andrebbe sottolineato, qualcosa che riguarda la stessa morale. C’è qualcosa di peggiore che parlare “bene“ di “criminali”. Ed è constatare che, a livello collettivo, è lo stesso concetto di “bene”, ad essere declinato dalla prospettiva dei criminali. Spesso, infatti, loro parlano di loro, filtrati attraverso quella patina moralistica, che si costruiscono su misura.

Ciò che davvero è raccapricciante, quindi, non è il contemplare la violenza e la criminalità dilagante nell'aspetto più feroce. Ma comprendere quello strano e perverso meccanismo della morale, secondo cui chi vince, chi è più criminale, detta anche la morale: e quindi appare sempre con "volto umano". Quando ciò avviene, quando il crimine è vestito da perbenismo e viene raccontato dalla voce di una piccola che parla di “fratelli”, allora significa davvero che hanno vinto. Perché è scomparsa anche quella distinzione tra bene e male che ritenevi almeno idealmente esistente. Hanno rubato anche il registro linguistico. Si ricama l’orrore della violenza, dalla prospettiva moralistica, dagli occhi di una bambina.

La notizia dell’agguato del padre Marino ha avuto notevole impatto mediatico sulla Rai. Mentre, vittime "innocenti" di camorra, non hanno avuto neppure uno solo rigo di telegiornale. Questa è la realtà. Il mondo al rovescio è solo nella mia testa?

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